Viste le molte richieste, ho sbobinato l'intervento prelevato in real audio
dal sito di radio radicale. Alcune parole sono incomprensibili o pronunciate
troppo in fretta. Mi sembra però che il senso dell'insieme non ne abbia
risentito. Come al solito l'avvertenza è di tener presente che il testo è la
trascrizione di un testo parlato, quindi senza i minimi requisiti di cura di
sintassi, costruzione e non ripetizione che si trovano in un testo scritto.
Buona lettura.
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Scusatemi la voce, al naturale è molto migliore di quella che sentite. Non vi
preoccupate. Bene.. Ma... io vorrei ricordare una cosa, perché ricordare è un
modo per farla sapere, visto che mi pare non la sa nessuno.
A dicembre dello scorso anno io ho deciso deliberatamente e ragionevolmente di
mettere in discussione delle tappe di salvataggio della mia esistenza
rigorosamente preparate e devo dire con qualche coraggio perché mi sembrava
doveroso ed ero disponibile a rischiare, ma proprio a rischiare, come poi è
accaduto.
Se qualcuno poi dovesse confrontare gli accenni che ho fatto in tutti questi
mesi da dicembre, dicembre incluso da gennaio febbraio e marzo, quello che
stiamo vivendo in questo momento per esempio, tranne la certezza che io
potessi come dire, fisicamente, partecipare alla nostra assemblea, tranne
quella, erano tutte evocate ed incluse, perché, perché a dicembre dello scorso
anno dissi: benissimo, sentite, dobbiamo dircela molto chiaramente, se uno non
crede al partito, non capisce più che cos'è il partito, non capisce più che
cazzo sia essere radicali oggi! Se non avere una storia ed una vita, una
comunità di santi o di non so che cazzo... voglio dire per quale motivo una
persona che non è stata deve divenire radicale.
Qual è il nostro obiettivo, qual è l'obiettivo che riempie in qualche misura
la nostra esistenza poi nel fare le varie cose che facciamo, diciamo da
radicali ed altro.
Il problema è questo. E' innanzitutto. Bene, io dissi a dicembre sentite qui
fra il fatto che ci sono problemi di linguaggio, fra il fatto che ci sono
problemi di eccessi, fra tanti altri fatti, l'unica cosa che mi pare fattibile
è questa: io continuo a cercare di discutere, di provocare molto più l'interno
che l'esterno sull'essere radicali, sulle proposte radicali, sull'altro, e poi
invece di tutto si riesce a discutere tranne appunto della volontà di andare
avanti e, prestando le ragioni, le proprie ragioni a quell'andare avanti,
perché non è possibile andare avanti con i ruoli.
Qualcuno dice di andare avanti, no, quasi sembra velleitariamente, ... e degli
altri che si lasciano convincere giorno dopo giorno ad andare avanti. ... Che
capacità di conversione degli altri potete avere se non c'è questo. E allora
mi pare, io interverrò nel pomeriggio più a lungo, adesso non sono
estremamente pronto a farlo ma avete, abbiamo questa occasione, ciascuno di
noi ha un pacchetto di un'ora, due, tre, quattro, quello che è, no, da
spendere utilmente con gli altri e per gli altri, e insomma , aho, mi si vuol
dire al di fuori, quale altra alternativa al di fuori dei miei fra virgolette
eccessi, al di fuori dell'andare davvero alle armi, andare per delle persone
serie alle armi significa prepararsi magari per tre anni, magari per cinque,
ma prepararcisi davvero. Significa avere una piccola parte della serietà dei
violenti e dei terroristi, che passano a volte praticamente tutta la loro
esistenza a organizzare non so quale colpo maledetto, eccetera. Noi non siamo
in queste condizioni.
In più anche questo pianto greco: non sappiamo cosa siamo, non possiamo andare
avanti, e via dicendo. Certo! Perché una assemblea di persone che non sanno
cosa sono ... Rita: se Marco non ce sta' più me suicido. Io dico posso
ucciderti prima, non è che serve, te lo sto dicendo da cinque anni, no, in
realtà. Tu sai benissimo, non sai benissimo, ma dovresti capire una volta per
tutte che se qualcuno vuole mettere una pietra tombale sul mio contributo al
partito deve dire proprio questo, che se non ci sono io, che io non sono
riuscito a mettere in piedi una realtà con voi, in cui ciascuno, in modo
diverso, è necessario e certo indispensabile, ma se io non ci sono è finita la
storia del partito per dico per noi, e per l'uno o l'altro di noi. Questo vuol
dire che non vale nulla allora.
Sono le nostre ragioni che hanno creato anche i nostri affetti. Sono le nostre
ragioni che hanno creato amori, ideali, slanci ed altro. E queste ragioni
vanno non ritrovate, per carità, ma anche lì, ma perché dobbiamo ritrovare ...
non dobbiamo ritrovare un beneamato cazzo. Guardate, le cose che noi abbiamo
scoperto, fra virgolette, a Budapest, ricordiamolo, perché non lo sanno
nemmeno coloro che si siedono lì al partito radicale.
Noi abbiamo tenuto questo grande congresso del partito radicale, con il muro
che non era caduto, fu una delle componenti che portarono alla caduta del
muro. Ricordate, come dire, i problemi drammatici che scoppiarono fra il
ministero degli esteri ungherese, e quello degli altri Stati, con la Romania
sorprendentemente abbastanza a favore, insomma, ma allora ci fu il "caso"
convocazione del congresso del partito radicale invece che a Belgrado, siccome
vietata, a, da Budapest, e il governo di Budapest, il muro non era caduto, il
governo di Budapest accetta questo sfregio politico che viene portato a
Milosevic, ma viene portato anche agli ortodossi dell'altra parte,
autorizzando questa nostra iniziativa politica.
L'abbiamo fatta, l'abbiamo tenuta. Ma sai, come si va a guardare le nostre
decisioni, ma voglio dire, ma la verità è che noi ormai abbiamo tutti
qualcosa, quindi il partito, come cosa, a cui si accudisce come cura, è
difficile trovare il tempo diretto per... o anche capire, appunto, il partito,
che cosa formalizza dell'esistente del mondo radicale, può o deve
formalizzare. Ma, da questo punto di vista, come volete che noi si riesca a
fare un minimo di ragionamento politico quando, o noi siamo isolati, o
altrimenti siamo pur sempre l'unica forza politica che poteva immaginare, nel
primo semestre di quest'anno in Italia, di ottenere quei po' po' di due
risultati, e uno dei due, devo dire, con uno scontro politico, politico, anche
se hanno impedito che la politicità di questo scontro continuasse a vivere.
E noi non siamo pronti a fare scontri politici. Così come siamo, noi scontri
politici ce li sogniamo, perché il primo scontro politico, eventualmente, è
fra di noi o non esiste. Certo non è che voglio scontri politici fra di noi, e
per farne che cosa, li voglio gli scontri politici con la realtà. Quando Emma
Bonino, Adele Faccio e Mellini si rinchiudono nel carcere non mi ricordo se di
Sollicciano o quale, da deputati, senza un cane della stampa magari che
seguisse, eccetera, erano, come dire, non isolati? Quando abbiamo scatenato
quel po' po' che abbiamo scatenato in Parlamento, o anche in Parlamento
europeo, ... eravamo poco isolati? Eravamo più deboli di oggi, in termini
oggettivi, politici, in termini ragionevoli?
No, io dico una cosa, che se noi adesso fossimo capaci di leggere la nostra
storia e la storia del nostro Paese, la storia che stiamo attraversando, forse
ci renderemmo conto che, appunto, questa storia negata in Italia è ... cioè
... stiamo negando anche noi. Cioè senza averne consapevolezza della sua
destinazione, in realtà poi anche le sue occasioni, non mancate, ma le
occasioni tradite, truffate.
Io oggi sono assolutamente convinto, il che è tecnica, proprio tecnica, che vi
sono stati una serie di colpi, golpe di stato, striscianti quanto volete, ma
precisi, puntuali, con data di inizio e data finale, tenendo presente la
costituzione repubblicana, per impedire il crollo del regime e quindi,
secondo, l'andata al potere di altri, anche nostra.
E io quindi direi, così, come riflessione per il pomeriggio, a mio avviso oggi
uno che aderisca al nostro gruppo, ma, meglio ancora, perché ci sia un gruppo
oggi che abbia la sua ragione, non il suo affetto, il suo amore e via dicendo,
quelle cose le coltiveremo sempre, ma io dico le sue ragioni, e anche ragioni
... e questo io credo, avendo molto riflettuto, e devo dire avendo prodotto
probabilmente questa stagione della mia esistenza con i miei praticamente
eccessi, forse dando un contributo anche teorico e di conoscenza e della
teoria della politica e anche comunque della realtà politica e culturale
italiana, beh, io ritengo che noi dovremmo dire: siccome la politica cammina
sulle gambe delle persone, noi abbiamo lottato contro le idee di questo
regime, abbiamo lottato contro questo regime, ... viene un momento nel quale
l'identificazione e l'identità fra idee, comportamenti e persone e classe
dirigenti eccetera, diventa insuperabile. Bene. Quello è il momento nel quale
devi andare all'assalto e quel gruppo dirigente deve essere abbattuto o deve
vincere.
Io dico che però questo va visto politicamente, non mi preoccupa ...
interrogato che delle brave persone come Ichino? O degli ex personaggi molto
puliti come Silos Labini ed altri o come quella macchietta ormai del nostro
ministro dell'economia, Ciampi, dicono: ma come, questo è il primo momento del
secolo, è la cosa più giusta, il momento migliore. E sì, cosa credete che
dicessero nel 1931, 32, 33, il novanta per cento, in buona fede, il novanta
per cento dei professori liberali o popolari eccetera che aderivano e
giuravano al fascismo se non: "ma è la prima volta del secolo che c'è queste
cose".
La verità è che le verità ideali, culturali, eccetera, sempre meno valgono sul
mercato, come dire, la cultura e sul mercato della scienza. Ma il problema è:
è possibile, ecco? Io dico: beh, ecco, è possibile abbattere, ma dirlo, nel
senso di mandare via, mandare o in galera o fuori comunque, tutti via, il
regime e gli uomini del regime. Tutti gli uomini di questi trent'anni. Io
ritengo che questo sia costruibile, e, punto.
Altra riflessione: ma noi abbiamo la nonviolenza, alla fine. Noi ne abbiamo
quel tanto di teoria neoghandiana o critica rispetto a Ghandi che abbiamo
portato nel mondo da soli in avanti in questi decenni, no, abbiamo, ho
sottolineato, avevamo, come dire, legittimato la speranza che fosse
sufficiente, nel nostro tempo, una versione non dico edulcorata, ma una
versione non tragica o meno tragica di quella normale e tradizionale della
nonviolenza.
Ebbene qui è ora di finirla. Cioè è vero che la scelta nonviolenta ... il
momento che abbiamo consentita, oltre che praticata era la garanzia
all'istituto nazionale dell'assicurazione che avrebbero data la polizza, no,
che tu non avresti avuto nemmeno un raffreddore in quel periodo della tua
vita, perché la moralità ti chiede di non avere il raffreddore, ma
sicuramente poi né morte né ferite né altro, perché, sì, certo, c'era poi
anche chi digiuna, chi digiuna, ma questo era legato ad una situazione più
complessa e comunque non di massa e controllata e controllabile.
Allora per me questo è, io credo, che mi interessa continuare, non continuare,
essere, no, non continuare un cavolo. A me interessa impegnarmi per garantire
quello che Ernesto Rossi , quello che i Rosselli non potevano se non
illusoriamente, tant'è vero che poi ci volle la guerra italiana, garantire che
è possibile la rivoluzione e quale rivoluzione, ed è possibile abbattere
questo regime.
Aggiungendo anche un carico di risentimento rispetto a questo regime che noi
abbiamo vegliato non si formasse nei decenni. Anche in questo stiamo attenti
cioè il problema è governare sentimenti e risentimenti, non legittimare solo
sentimenti e delegittimare i risentimenti. Questa gente, questa classe
dirigente è suicida e assassina. Quando vedo Ciampi dire le cose che dice e le
tranquillità che vengono fuori mi vedo semplicemente quell'azionista - partito
d'azione - no? Andato a Milano con tanti altri, dove con finanza controllata e
... già da allora con comunisti e da cattolici, ha poi vissuto a Roma
eccetera, la Banca d'Italia, in modo che per me è criminale.
Cioè il regime è stato tale perché il controllo il controllo del credito è
stato totale, perché è stato permesso al regime un sacco di cose ... e chi è
che ha garantito dieci anni di non consiglio di amministrazione a Palermo se
non Ciampi e tutti i suoi? Il Banco di Napoli, se non Ciampi e tutti i suoi?
Ora, questi signori da sette anni sono in circolazione, fino a quando sono
stati un po' con noi, primo governo Ciampi, sull'onda del governo Amato, hanno
creato qualche cosa; loro non sono capaci come alleanza sociale di assicurare
il ritmo delle riforme, che Giuliano Amato aveva intuito e che è essenziale.
Perché in Italia il divario, la forchetta fra il ritmo delle riforme e le
riforme poi che cambiano, appunto diventano ... di se stesse è temo molto
grande.
Cioè, qui non voglio dirvi: badate, quindi io vedo la crisi economico-sociale
del regime. No, però io non vedo l'opposto, il pericolo della non crisi
economica e sociale di questi, questa non la vedo. Va bene. Ma insomma, a me
importa la politica. A noi ci importa la politica. Fra noi e la politica, fra
ognuno di noi e la politica, il tempo, le cose, portano a volte delle ... di
barriere non superabili, altre volte superabili, però bisogna anche dare
concretezza alle alternative, lo dico per ciascuno, che vuol dire concretezza,
che insomma, che ciascuno se la conosca, anche perché magari pensandoci può
anche esprimere poi se crede, qualcosa che può servire come suggerimento anche
agli altri.
Insomma vedersi il 28 agosto, 29 agosto, ieri mi pare chi era, Sergino che
diceva che il fatto che ci riuniamo, no, no, Emma, mi pare, che ci riuniamo di
mercoledì giovedì, invece di ... è già una piccola rivoluzione culturale,
esatto Emma? Eri tu? Si, Emma, che non mi ricordavo. Prego?
Interviene Emma Bonino che dice:"Ho detto che l'ho detto io".
Ah, grazie. Devo dire, io faccio una scommessa con te, che almeno un'altra
riunione, diciamo di giovedì venerdì, l'abbiamo fatta. Comunque benissimo. Io
poi che sono sempre un po' fra l'astuto e il figlio di puttana, eh beh, certo,
questa volta questo weekend coincideva con l'ultimo weekend di luglio e
l'inizio delle vacanze, cioè, se questa nostra riunione... Prego? Ecco, non ho
sentito, scusate, Ma, se teniamo presente questo, diciamo che per alcuni aver
fatto il giovedì venerdì invece di venerdì sabato e domenica significa magari
andare in vacanza da venerdì o da sabato, non per te e non per me, ma
insomma... invece che da martedì o dal lunedì precedente.
Ultima cosa, prima di tornarci poi dopo avere seguito il dibattito nel
pomeriggio. Insomma, questo cazzo di partito muore, non è sopportabile e via
dicendo, non esiste, non lo comunichiamo, che cosa vogliamo ... basta, chiuso,
chiudiamolo.
Se lo chiudiamo abbiamo un'altra rottura di palle e io intendo essere al
massimo vigile, cioè, la valutazione commerciale che io mi sentirei di dare,
del tutto radicale, ivi compreso il portafoglio dei contratti o delle altre
cose, è di quaranta, cinquanta miliardi, grossomodo, forse un po' di più,
realisticamente, anche se non è un valore commercialmente esigibile subito, ma
comunque un valore ... che ne facciamo?
Io personalmente preferirei, a questo punto, dare a cinquecento persone una
borsa di studio di un milione e ad una piccola fondazione ad hoc che
garantisca la pubblicazione in un anno ... della storia anticomunista di Mario
Pannunzio ... e della storia anticomunista di tutti i radicali ... Sarebbero
cinquecento persone finalmente interessate anche, no, a far parte della
nostra vita.
E vorrei aprire al massimo, vorrei al massimo usare, a rischio di perderne
molti, gli averi che siamo costretti ad avere, per diffonderli, a pioggia
anche, apparentemente fra virgolette. Non certo per distribuzione nelle
piazze, insomma. Con il compito, se vuoi, di dare la possibilità a molte
persone, di conoscere quello che noi eventualmente possiamo realizzare e che
possiamo dire. E abbattere tutta questa gente.
Io credo che degli ex presidenti della Corte costituzionale, non dico e non
penso né al professor Casavola, né al professor ... ma comunque, ma voglio
dire, vorrei giuristi importanti, né al professor Conso, potrebbero davvero
sul piano tecnico darci dei pareri pro veritate a favore della praticabilità
del sequestro dei beni dei partiti, la praticabilità in termini
costituzionali, insomma, e legali, del sequestro dei beni dei partiti, della
attivazione del codice penale nei confronti ... insomma.
Noi continuiamo a vivere in un Paese nel quale Borrelli ha scelto di mettere
in galera, come sappiamo, A o B, ma ha scelto anche di non contestare
l'associazione per delinquere o un reato più grave al segretario
amministrativo della DC che ha duemila processi o ne ha avuti millecento, e ha
contestato a Berlusconi l'impossibilità insomma ... oggettiva, di conoscenza
di roba della sua azienda mentre non l'ha contestata a De Mita, non l'ha
contestata a nessuno dei leader politici, ma come volete che i segretari
amministrativi per anni, riscuotano tutte quelle cose che poi sono oggetto di
processo e non c'è ... questi sono.
D'altra parte, più ci penso e più, fuori dalle balle, devo dirlo in termini,
vanno messi in galera e vanno denunciati, delegittimati, i magistrati e i
giornalisti. Andiamo a vedere, pubblichiamo, ecco, va pubblicata, in Italia,
una pioggia di volantini di cosettine messe su internet, cioè la differenza
fra un magistrato italiano e un magistrato del mondo, e anche alcune vicende
dei magistrati italiani di trent'anni e più.
Io direi questo, che mi pare possibile che se la gente mi riconosce come
qualcuno che ha, hai visto mai, persino a Bossi gli hanno prestato questa
possibilità, che dice che li butta via, che li butta fuori, che li vuole
mandare in galera, e che forse ci riesce, beh, io penso che quelle
millecinquecento persone o quant'erano a cui io dissi: io tornerò, tornerei,
solo se millecinquecento, mille, quanti erano, mi invitasse alla fondazione di
qualcosa, qualche nuova attività, beh, insomma, è un metodo giusto.
Per il resto, io vi saluto. Ma scusatemi, noi a Budapest dicemmo quarantamila
persone di deputati come ... massimo ... ognuno, nel mondo per raggiungere
rapidamente una repubblica mondiale, fra virgolette, no? Poi, e adesso chi ci
vieta di aggiungere, sostituire questi con ventimila, venticinquemila nomi di
burocrati fra virgolette, del sistema delle Nazioni Unite, delle varie
conferenze, dei vari luoghi anche del privato. Chi è che ci vieta di vedere di
attivare adesso col digitale, lo stesso procedimento che abbiamo, tu e Sergio,
Emma, che avete, che siete riusciti ad assicurare dallo zero e contro tutta la
situazione tecnica e tecnologica del tempo?
Tutto qua, mi pare che uno piglia Budapest2 e dice: deve fare questo, questo e
quello. Cioè gli interrogativi ci sono, perché, come dice D'Elia e gli altri,
fai questi quattro anni, cazzo, se il partito. L'unico problema è che il
partito fa parte di cinquanta comitati e non del ..., in cui si può essere
corrotti, essere inseguiti dalle multinazionali eccetera, lo sto dicendo da
tre anni, poi non siamo capaci di.
E qui viene fuori la mia osservazione a Sergio D'Elia: certo sei molto serio,
va molto bene quello che dici, d'altra parte è poco anche quello che dico
anch'io di volta in volta quando affronto un argomento o un tema, ma è anche
vero che di tutto questo la nonviolenza, la lotta politica, la lotta ideale e
le ragioni per divenire qualcosa che non sia membro della campagna, ma come
etichetta che si raccoglie per le strade, insomma si paga per finanziarla, non
vedo molto altro. Il che non vuol dire che uno non possa fare le due cose, ma
certo, se uno si riunisce per fare queste cose, e l'unica cosa della quale si
parla è della prima, francamente, mi pare che non c'è da attendersi molto per
il futuro. Voilà.
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--- MMMR v4.80reg * Gutta cavat lapidem