(AGI) - Cagliari, 11 ago. - Luigi Lombardini aveva 63 anni ed
era entrato in magistratura giovanissimo dopo una breve
esperienza come lettore a Radio Cagliari. Superato il concorso,
aveva sempre fatto parte della magistratura inquirente prima
come Giudice Istruttore e poi come Procuratore della Pretura
circondariale. Aveva inoltre realizzato l'informatizzazione
degli uffici giudiziari del Tribunale di Cagliari.
Personaggio introverso e capce di scoppi d'ira e' stato un
inquirente per molti versi implacabile ma al tempo stesso
persuasivo ed efficace. A lui ed all'ex Dirigente della
Criminalpol Sardegna Emilio Pazzi si devono le costituzioni di
numerosi pericolosi latitanti degli anni '70 ed '80 in
Sardegna. Quale giudice unico sul fronte dei sequestri di
persona a scopo di estorsione ha sgominato la prima anonima
sequestri e l'anonima sequestri gallurese. Ha fatto luce, con
imputati condannati a pesanti pene, su numerosi clamorosi
sequestri di persona tra gli altri quelli dei cantanti Fabrizio
De Andre' e Dori Ghezzi, dell'imprenditore romano Giulio De
Angelis e dell'ex deputato democristiano ed avvocato Pietro
Riccio.
Schivo e insofferente alla pubblicita', e' stato spesso
criticato per i suoi metodi di conduzione delle indagini e
degli interrogatori. I successi ottenuti sul fronte della
malavita organizzata avevano pero' fatto passare in secondo
piano gli interrogatori notturni e la rudezza nei confronti
degli imputati.
Era stato in corsa per gli incarichi di Procuratore
Distrettuale Antimafia e di Procuratore della Repubblica di
Palermo ma le scelte del Comsiglio Superiore lo avevano
escluso. Nonostante l'incarico di Procuratore della Pretura
Circondariale aveva continuato in via informale ad occuparsi di
qualche sequestro di persona cercando di salvare la vita
dell'ostaggio. Questo atteggiamento non e' stato gradito dagli
altri magistrati inquirenti ed erano note le polemiche
all'interno del Palazzo con i colleghi. Riscontri si hanno con
gli esposti e le "note" al Consiglio Superiore della
Magistratura. L'ex Procuratore Capo della Repubblica Franco
Melis non ha esitato una volta andato in congedo, ad accusare,
in pubbliche dichiarazioni, l'ex collega di indebita ingerenza
nelle indagini su alcuni sequestri a scopo di estorsione