Il "testamento" di LombardiniI pagamenti "in nero" dei magistrati di Cagliari
[Unione Sarda 13 agosto 1993]
Sino ad oggi non ho mai voluto rilasciare un'intervista né rispondere alle domande dei giornalisti, che, tantevolte, mi hanno sollecitato a fare delle dichiarazioni. Al punto in cui si è arrivati non è più possibile mantenereil silenzio a cui, sempre, mi sono attenuto, perché il protrarsi di tale silenzio, da parte mia, può apparireacquiescenza e conferma degli attacchi rispetto a ciò che ho di più prezioso da difendere: la mia attivitàprofessionale condotta per tanti anni e la mia integrità personale.
Per 22 anni, da giudice istruttore, mi sono occupato in Sardegna di circa un centinaio di sequestri dipersona, esperienza che non ha mai avuto nessun altro magistrato. Le statistiche e i risultati dei processiconclusisi con sentenze definitive, non le mie parole, attestano i risultati raggiunti: la scoperta degli autori diparecchie decine di sequestri di persona, arresto e successiva condanna di sequestratori, recupero di unaparte dei riscatti pagati - cosa mai avvenuta prima in Sardegna -, le costituzioni di 37 latitanti. Ciò, anche, pereffetto di una gestione estremamente efficace. Poche persone hanno collaborato - cosa anche questa maiavvenuta prima, né dopo, in Sardegna - e le loro dichiarazioni sono state sottoposte al vaglio di una serieminuziosa di riscontri, sulla base delle quali è stato possibile accertare le confessioni di tali pentiti e le lorochiamate in correità, avevano certo e sicuro fondamento, come dimostrato dalle condanne definitive che lepersone arrestate hanno subito in base alle confes
sioni da parte dei "pentiti".
E' stato così possibile debellare intere bande di sequestratori ed assicurare alla giustizia i colpevoli di tantisequestri, non solo, ma in qualche caso, come, per esempio, nel caso di un imputato, del tentato sequestrodelle due ragazze di Olbia Pintus Vittoria e Cuneo Patrizia, le dichiarazioni del pentito Contini consentirono diaccertare l'innocenza del medesimo che era stato, precedentemente, ingiustamente condannato per talereato e che venne, così, conseguentemente assolto dal fatto per cui era stato condannato a una ventina dianni di galera, pur essendo lo stesso completamente estraneo al fatto.
La gestione dei "pentiti" fu limitata a pochissime persone, le quali indussero a parlare una volta convinte che,dopo lunga e laboriosa opera di persuasione, avrebbero avuto rilevantissimi sconti di pena.Contemporaneamente, dati i risultati ottenuti, e grazie all'intervento di parecchi politici sardi fu possibileintrodurre nel testo dell'art. 630 c. p., una attenuante che prevedeva per l'autore del sequestro che offrisseprove inoppugnabili sulla colpevolezza dei propri complici, un forte sconto di pena, alla stessa streguadell'analoga norma introdotta per i terroristi pentiti. Alla fine del 1989, con l'entrata in vigore del codiceVassalli, che abolì la figura del giudice istruttore, cessai di occuparmi di sequestri.
Sempre le statistiche attestano, come successivamente sono andate le cose: gran parte dei sequestri sonorimasti come ignoti, c'è stato qualche arresto e qualche condanna, che hanno, talvolta, suscitato polemiche eperplessità, sulle quali non intendo soffermarmi essendo le stesse ben note a tutti.
Data la larghissima conoscenza acquisita dell'ambiente in cui i sequestri vengono ideati, si svolgono e hannoattuazione, talvolta ho ricevuto pressanti richieste di consigli o di informazioni per sapere se un ostaggio,prigioniero da tanto tempo, fosse ancora in vita. In un caso furono gli allora capo della polizia, ministrodell'Interno e Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Anche il ministro Scotti mi chiese una mano eanche il capo della Polizia, Parisi.
In un altro caso collaborai con il sostituto della locale direzione antimafia, dott. Marchetti unitamente ad altiufficiali dei Carabinieri e allo stesso avvocato della persona offesa. Come ricompensa la Procura di Cagliarimi iscrisse nel registro degli indagati, e gli atti furono trasferiti alla Procura di Roma allora competente. Ilrelativo procedimento venne archiviato dal Gip del Tribunale di Roma, su conforme richiesta della Procura.Da allora c'è stata una serie di procedimenti a mio carico trasmessi dalla Procura di Cagliari, prima a quelladi Roma e, poi, a quella di Palermo, diventata nel frattempo competente. Tali procedimenti sono statiarchiviati o sono in fase di archiviazione.
Non è azzardato ipotizzare che a tutto ciò non sia estraneo il fatto che non fosse gradito il mio proposito diriprendere la mia precedente attività di lotta ai sequestri, concretatosi con la mia domanda al posto diprocuratore della Repubblica di Cagliari, che prevede anche la Direzione distrettuale antimafia che sioccupa, in Sardegna, prevalentemente dei sequestri di persona essendo stato prescelto per tale carica, altromagistrato, l'invio dei procedimenti a Palermo non è cessato. Il tutto in singolare coincidenza con il fatto, che,per effetto della riforma del "Giudice Unico" e conseguente riunione delle procure, il prossimo anno potreitrovarmi, essendo il magistrato più anziano, nella posizione di procuratore aggiunto della procura unificata diCagliari.
Altra coincidenza ben singolare: nel 1996 venne scatenata una campagna stampa (vedi La Nuova Sardegnadel 16/6/1996) nella quale mi si accusava di aver tentato di incassare 100 milioni, per una questione relativaad un assegno internazionale, rivelatosi, alla fine un pezzo di carta straccia, proprio a ridosso della miapresentazione della domanda a procuratore di Cagliari. La cosa finì in una bolla di sapone ed ilprocedimento venne archiviato a Palermo (dopo che, nel frattempo, era stata effettuata la nomina diProcuratore).
Oggi mi si accusa, un'altra volta, di aver voluto estorcere un miliardo di lire. Nulla voglio dire a tale propositoperché al riguardo indagano i magistrati di Palermo. Però, così come sono stati portati avanti tantiprocedimenti nei miei confronti (e degli stessi è stato fatto gran clamore sui vari mezzi di stampa) sarebbeauspicabile che la stessa cosa (a parte, ovviamente, il clamore della stampa) avvenisse per tantiprocedimenti che sono stati aperti nei confronti dei sostituti di mezza procura di Cagliari. Inoltre dal momentoche vengo accusato sistematicamente del reato più infamante, quello di aver cercato di arraffare del denaroin modo illecito, sarebbe augurabile che venissero avviate serie indagini. Anche relativamente a corsi peraspiranti uditori giudiziari, tenuti da magistrati senza l'autorizzazione del CSM e con pagamenti in "nero" e,quindi con la ipotesi di commissione di reati finanziari, riguardo ai quali sono state inviate tutta una serie disegnalazioni a tutti gli organi competenti: Procure, Pr
ocure Generali, Consiglio Giudiziario, CSM, etc., senzache sinora, per quanto mi risulta sia fatto assolutamente nulla.
LUIGI LOMBARDINI