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Radio Radicale Radio - 13 agosto 1998
Caselli: interrogatorio disteso La registrazione inviata al Csm

[Unione Sarda 13 agosto 1998]

PALERMO "Il suicidio del procuratore Lombardini addolora tutti i magistrati di questa procura". E stato questo il primo commento di Giancarlo Caselli ieri durante una improvvisata conferenza stampa nel suo ufficio di Palermo. "L'interrogatorio di Luigi Lombardini - ha sottolineato Caselli - si è svolto in maniera serena. Nessuno è stato "torchiato", non è abitudine di questo ufficio. Ne è prova la registrazione integrale di tutto l'interrogatorio al quale è stato sottoposto il dottor Lombardini. Dalla registrazione si evince che l'interrogatorio è stato disteso, rilassato e alla fine l'avvocato Concas ha attestato con una dichiarazione l'ineccepibilità dell'atto istruttorio". Con Caselli c'erano anche Lia Sava, Antonio Ingroia, Giovanni Di Leo e Vittorio Aliquò, titolari dell'inchiesta sul sequestro Melis, ma loro hanno preferito non dire nulla.

"L'interrogatorio - ha proseguito ancora il procuratore capo di Palermo - è durato sei ore, soltanto per motivi tecnici. Ci siamo più volte dovuti fermare a causa della registrazione, mezzo adottato in questo caso proprio a garanzia dell'indagato. La mia presenza all'interrogatorio sembrava un atto dovuto nei confronti di un collega". E la registrazione integrale dell'interrogatorio verrà al più presto mandata al Consiglio superiore della magistratura per fare più presto chiarezza sui fatti. Lo ha fatto sapere con una nota diffusa ieri pomeriggio la stessa procura palermitana che non vuole fare "nessun commento, nessuna replica alle ingiurie e alle falsità che sono state dette dopo il suicidio di Luigi Lombardini, e alle quali può rispondere solo e soltanto la registrazione dei fatti".

Intanto la notizia di un presunto dossier in possesso dell'editore Nicola Grauso, che sarebbe stato redatto proprio da Luigi Lombardini sulla nomina di Caselli a procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli non sembra preoccupare più di tanto. "Lombardini era una persona molto colta e molto seria - dice un magistrato che preferisce restare anonimo - difficilmente avrebbe scritto le inesattezze e le grossolanità riportate da Grauso, smentite dai fatti. Chissà chi ha redatto quel dossier, del resto lo stesso Grauso ha detto che non è firmato".

Anche gli altri magistrati della procura di Palermo che non hanno partecipato all'atto istruttorio in una nota esprimono il più sincero cordoglio per quanto è successo. "La perdita del bene supremo della vita - si legge nella nota dei magistrati - deve essere sempre onorata e rispettata con dolore e piena e umana partecipazione. Nella piena consapevolezza altresì che i colleghi che hanno svolto doverosi atti investigativi, ed attoniti per l'imprevedibile drammatico esito, riconoscendosi nell'attività istituzionale, si respingono con forza i volgari attacchi tendenti a strumentalizzare una vicenda che oltre a segnare in modo indelebile la vita dei familiari del dottor Lombardini ha prostrato chi stava compiendo il proprio lavoro nel pieno rispetto delle regole, della correttezza professionale, con l'unico inderogabile fine dell'affermazione della legalità".

Intanto le procure di Palermo e Cagliari hanno avviato una inchiesta congiunta sul suicidio di Luigi Lombardini. Paolo Procaccianti, direttore dell'istituto di medicina legale di Palermo ha già eseguito a Cagliari l'autopsia sul corpo del magistrato. La procura di Caltanissetta invece non esclude di occuparsi della denuncia presentata dai familiari di Luigi Lombardini.

WALTER BRUNO

 
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