[Unione Sarda 13 agosto 1998]
I familiari di Luigi Lombardini hanno vietato che il funerale si svolgesse in forma solenne e nel Palazzo di Giustizia. Lo rivelano i fratelli Carlo, imprenditore, e Paolo (appena rientrato dall'Egitto). "Era un preciso volere di Luigi, che ci ha sempre detto "ai miei funerali non voglio alcun cosiddetto magistrato"".
Carlo Lombardini ha appreso del suicidio nel modo più terribile, dalla televisione. I familiari del magistrato cagliaritano hanno presentato martedì sera in Questura una denuncia contro gli ufficiali della Polizia giudiziaria di Palermo per violenza privata perché è stato impedito loro di accedere nell'appartamento del magistrato per prendere un abito. "Abbiamo chiesto di farci entrare, di controllare tutto, ma quegli agenti non hanno voluto saperne sostenendo che stavano eseguendo ordini tassativi".
Identica scena al Palazzo di Giustizia. Non appena si è diffusa la notizia del suicidio, all'ingresso dell'edificio e davanti alla porta d'accesso della Procura distrettuale, al terzo piano, si sono posti gli uomini della polizia giudiziaria di Palermo e hanno impedito l'accesso a chiunque. Anche ai familiari più stretti e alla compagna del magistrato che chiedevano di poterlo vedere. "Ci hanno impedito anche di cercare il testamento che, crediamo, potesse trovarsi nell'ufficio di mio fratello", aggiunge Carlo Lombardini.
Il questore di Cagliari, Gianni Carnevale, ha precisato che tutte le operazioni di polizia giudiziaria eseguite sono state fatte su precise disposizioni dei magistrati inquirenti. Alle perquisizioni di martedì notte ha presenziato l' avvocato Luigi Concas, difensore del magistrato suicida.
Lo zio dei Casana: un giudice correttissimo
Il giudice Lombardini? "Era la correttezza fatta persona, ed è assurdo pensare che sia coinvolto in una storia di estorsioni". É la testimonianza dell'ingegnere milanese Sandro Casana, zio di due ragazzi sequestrati nel 1979, e liberati anche grazie alla gestione del caso da parte del magistrato cagliaritano. "Quello dei miei due nipoti - ricorda - era il secondo sequestro trattato da Lombardini. Il primo finì male: lui impose il blocco dei beni della famiglia e l'ostaggio fu ucciso. Con noi, invece, ebbe un atteggiamento diverso. Ci permise di pagare il riscatto. Poi riuscì ad arrestare tutti i sequestratori".