mi sono accorto solamente ora del testo del New Yoprk Times che hai avuto la cortesia di proporre ai lettori della Conferenza. Te ne ringrazio, anche se mi sfuggono alcuni particolari secondari:
1. Quale é il livello di protezione sociale esistente in Polonia e quale é quello esistente (inesistente) in Russia?
2. Quale era la struttura produttiva nell'industria leggera esistente in Polonia prima della transizione al mercato e quale era la struttura produttiva nell'industria leggera nell'unione sovietica?
3. Quale é la vicinanza della Polonia alla Germania e quanti sono stati gli investimenti tedeschi nel paese?
Solamente dopo avere risposto adeguatamente a queste tre semplici domande, caro Cappato, potrai parlare del Caso Polonia.
Qualche ulteriore osservazione: in Russia, Eltzin e i "riformatori" indigeni hanno deciso nonostante le critiche di un autorevolissimo gruppo di economisti (guidati da Wassily Leontief padre della cosiddetta analisi input-output, per la cronaca) di seguire la strada di liberalizzazione profetizzata dal professor Sachs di Harvard: hanno così deciso di privatizzare senza prima aver creato un vero ordine giuridico, adeguate autorità di governo del mercato e senza avere spaccato i monopoli dei kombinat (come invece hanno fatto i polacchi); hanno deciso di liberalizzare cambio e transazioni finanziarie senza privatizzare la terra e la relativa compravendita, non risolvendo così il problema secolare dello sviluppo russo, quello dell'approvigionamento alimentare delle città; hanno deciso di creare un mercato senza un minimo di redistribuzione sociale, con il brillante risultato di avere, a fianco del "mercato", una economia familiare di sussistenza.
Per anni ci sono stati economisti, commentatori, osservatori che hanno criticato questa impostazione "liberista": forse era l'unica possibile in quel contesto politico. Io modestamente continuo a pensare che, forse, un ruolo più forte per alcune Istituzioni economiche e politiche sovranazionali (es. l'Unione Europea) e una impostazione più equilibrata fra mercato libero e redistribuzione sociale sarebbe stata una strada migliore. Sbaglio? Forse, ma un pochino di rispetto per idee diverse sarebbe il caso.
claudio