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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Claudio - 1 settembre 1998
caro Barletta, visto che poi non puoi più rispondere, ti controreplico immediatamente...

1. La "ricetta Krugman" é figlia della "sintesi neoclassica", ovvero dell'adattamento dell'economia Keynesiana nella versione Samuleson-Hicks. Definirla "monetarista" mi pare un po' azzardato anche se vi sono versioni differenti del monetarismo, tra la "prima Chigago" e la scuola di Milton Friedman ad esempio.

2. Io preferiscono non utilizzare concetti come mala o buona fede, per rispetto del pensiero altrui: gradirei lo stesso atteggiamento.

Andiamo al fatto: non confondo minimamente monetarismo con anarcoliberismo. Conosco la differenza fra il neoliberismo dei monetaristi (o liberale) e l'anarcoliberismo o neo liberismo fondamentalistico. E quello che respingo culturalmente é proprio il neoliberismo fondamentalistico.

Mi pare che qualcun'altro faccia una confusione sovrana fra le due posizioni: é evidente caro Barletta che il liberismo monetarista presuppone interventi pubblici. Di grazie meno male che qualcuno lo riconosce. Il punto é se quelle politiche monetariste sono efficaci in un certo paese e in una certa situazione e se vi sono politiche alternative nonchè quali sono gli interessi soddisfatti da dette politiche e dalle loro alternative. Quindi il punto, condividerai se effettivamente riconosci la differenza fra neoliberismo monetarista e anarcoliberismo (o neoliberismo fondamentalistico), é il tipo, la forma, il fine e i mezzi dell'intervento e dell'azione pubblica.

Altra faccenda è l'anarcoliberismo.

Il punto di fondo, Caro Barletta, é se quelle politiche neoliberiste monetariste, che un indubbio successo hanno ottenuto negli anni scorsi (pur con costi e prezzi rilevantri, ma non é questa le sede per analizzare tutto ciò), possano funzionare bene anche nel presente e nel futuro. A mio modesto avviso no. Neppure una terapia Krugman ("di sintesi neoclassica") mi pare sufficiente: si tratterebbe solo di un rattoppo pur importante. Ora, se siamo in tempi di crisi di deflazione dovremo adottare politiche antideflattive. Ti vorrei ricordare solo che le stesse politiche fiscali di riduzione sono tipicamente post-Keynesiane.

3. Ultimo punto, anzi ultima battuta. Paul Samuelson, l'economista sui cui libri quasi tutti gli studenti di economia hanno appreso i primi rudimenti della scienza grigia, come saprai, ha definito lo stesso Milton Friedman sostanzialmente un "Keynesiano". Lasciamo perdere il perchè, ma quello che proprio non capisco, se non ricorrendo appunto ad analisi ideologiche, é l'odio vero l'economia Keynesiana da parte di certi "neoliberisti" (fondamentalisti???).

A me il fondamentalismo di qualsiasi colore proprio non piace, ma posso capirlo se predicato dai diseredati dell'asia e dell'africa; non lo accetto se predicato da persone insediate nei gangli vitali metropoli leader del capitale finanziario mondiale.

 
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