A partire dal dibattito in corso sulla pedofilia, si potrebbe certamente incardinare un'azione di disobbedienza civile per evitare (o almeno tentare di farlo) la censura di quello che al momento è lo strumento d'espressione più libero che esista.Non è certo un mistero che tutti i governi tentino di mettere il bavaglio alle comunicazioni digitali (dagli USA alla Cina), per fortuna con scarsi risultati, almeno fino ad ora. Adesso anche da noi si tenta (con la scusa della pedofilia) di "regolamentare", "disciplinare" (in buona sostanza "controllare") il traffico e le comunicazioni telematiche.
Nessuno pare ricordare più il caso di "Isola della rete", server sequestrato dalla magistratura per messaggi offensivi (o ritenuti tali) scritti da un'associazione, credo di esuli Curdi (a proposito chi abbia novità le immetta in conferenza Grazie)
Certo, pornografia e pedofilia hanno molta più "presa" sulla pubblica opinione e far identificare Internet con queste pratiche e molto più agevole che far parlare un corretto italiano al Sen. Di Pietro.
Il punto fondamentale è: che fare? Mettiamo un fiocco nei nostri siti? Organizziamo un bel digiuno? Mettiamo sui tavoli l'ennesimo appello, magari all'Autorità Garante delle Comunicazioni (Sic!)?
Chi vuole lanci un'idea, io ne sto elaborando una................!