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Conferenza Rivoluzione liberale
Orofino Veronica - 18 settembre 1998
SE A MOSCA SI SPEGNE LA LUCE

LA DUMA VITTORIOSA, DOMINATA DA ZJUGANOV, CERCHERA' DI INVERTIRE LA LEZIONE DEL LENINISMO: TENTERA' DI DIVENTARE LA NUOVA ASSEMBLEA COSTITUENTE IN FUNZIONE FILOCOMUNISTA.

di Enzo Bettiza

Nei giorni caldi della crisi russa , momentaneamente cicatrizzata, certamente non finita un noto produttore televisivo moscovita confidava al New York Times: << E' come se a un tratto qualcuno fosse entrato e avesse spento le luci della Duma o del Cremlino o della Russia tutt'intera.

Quel che importa è che, quando si evocano a Moscale <> la memoria corre subito a quel fatidico e funesto 5 maggio 1918 che segnò la fine non del zarismo, già deceduto nel febbraio del '17, ma della democrazia socialista russa e della libertà tout court alla quale Lenin impose un black out che sarebbe durato tre quarti di secolo, Per quel giorno era stata convocata la prima assemblea costituente nella millenaria storia di Russia : Nel Palazzo Tauride, che ospitava i costituenti, il rapporto legale tra le forze politiche era caratterizzato da una maggioranza di 370 deputati tra socialrivoluzionari e menscevichi contro una minoranza di 175 bolshevichi affiancati da quaranta socialrivoluzionari di sinistra. Di fatto un'assemblea tutta socialista. Ma Lenin e i suoi alleati, che consideravano gli altri socialisti maggioritari << servi della borghesia>>, decisero di togliere brutalmente la parola agli oratori dissenzienti, minacciati e dileggiati da soldati e marinai bolschevichi in pieno assetto d

i guerra che stipavano le gallerie. Lenin, seguito dai suoi, abbandonò l'aula annoiatoe irritato. Fu allora che il marinaio bolscevico Zeleznjakov passò alla storia con una frase lapidaria. Si avvicinò col fucile puntato a Viktor Cernov, il leader socialrivoluzionario appena votato presidente dell'assemblea, lo tirò irrispettosamente per una manica e gli disse perentorio: << Via smettiamola. Spegniamo le luci, la guardia è stanca>>.

Insomma quando in Russia si accenna allo <> è sempre un brutto segno. Il pensiero corre immediatamente al buio a mezzogiorno, alla notte tirannica che cala, o sta per calare da un momento all'altro sull'immensità delle steppe. Comunque, pure un'eccesso di luminarie, una brusca ipertenzione elettrica, può preannunciare l'imminenza di un cortocircuito improvviso. La Duma odierna, che paradossalmente, al contrario del parlamento costituente del '18, vede gli eredi di Lenin e i loro alleati occupare la maggioranza dei seggi, s'è per il momento riempita di luci trionfali che tuttavianon promettono nulla di buono.

Dopo la bocciatura secca di Victor Cernomyrdin, la decurtazione di fatto dei poteri presidenziali di Boris Eltsin, l'accettazione alla critica di primo ministro di Evgenij Primakov, navigato diplomatico e poliziotto d'élite di stampo sovietico, la Duma vittoriosa, dominata dai comunisti e dagli ultranazionalisti, cercherà con ogni probabilità d'invertire la lezione storica del leninismo riadattandola alle necessità dei tempi nuovi: tenterà di diventare essa la nuova assemblea costituente in funzione filocomunista. Si sforzerà di emanare leggi contrarie alla costituzione presidenzialista in vigore. Punterà alla distruzione dei poteri residui di Eltsin. Mirerà a darsi insieme un'assetto costituente e soviettista. farà di tutto per conquistare sulla scena russa in disfacimento il ruolo di un contropotere assembleare e legislativo che si opporrà sistematicamente a tutte le operazioni che il governo Primakov, ricattato e condizionato, azzarderà di mettere in atto per salvare almeno qualcosa delle riforme abort

ite.

Più si accenderanno le luci dentro la Duma, più aumenterà la confusione nei rapporti inevitabilmente conflittuali fra l'esecutivo di Primakov e la riottosa assemblea di Z. tante più ombre notturne caleranno sulla Russia intera, in senso lato, può darsi che la società russa stordita, impoverita in balia del mercato nero e dei residui mafiosi del falso capitalismo postsovietico, debba riattraversare una nuova era dei <> simile a quella dell'epoca remota dei falsi Dimitri e del Boris Godunov. In senso più stretto, più vicino ai tempi nostri può darsi che si riproponga uno scenario simile a quello che vide, alla vigilia della rivoluzione leninista, i soviet estremizzati opporsi con crescenti poteri di interdizione al paralizzato e sempre più vacillante governo provvisorio di Kerenskij.

E' dalla Duma risovietizzata, non più del governo provvisorio di Primakov, che verranno i nuovi e nefasti ukaz del potere assembleare russo. C'è solo da sperare che non venga il giorno in cui le guardie stanche della Duma dicano al Paese, come il marinaio bolscevico disse a Cernov <>.

 
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