Quirinale. La candidatura della Bonino e le strane dimenticanze sui meriti di Pannelladi Walter Vecellio
Liberal - 24 settembre 1998
"Lettere e Opinioni" - pag. 96
Caro Direttore, sull'ultimo numero di Liberal Gianfranco Pasquino candida Emma Bonino al Quirinale: la persona giusta, sostiene, perché ha un profilo internazionale e un progetto di cambiamento. In pochi giorni, anzi in poche ore, è il terzo lusinghiero riconoscimento: anche Giuliano Amato l'ha candidata alla successione di Scalfaro; e il prestigioso settimanale Economist l'ha individuata come l'unica, o quasi, esponente politica dotata di quelle virtù e di quelle capacità che servono per guidare il nostro Paese nella difficile fase che stiamo attraversando. Secondo Pasquino, Bonino merita "per le sue battaglie concrete nel Parlamento italiano e nel Parlamento europeo a favore della libertà della donna ". Si è tenuto nella penna, Pasquino, che quelle lodate battaglie sono radicali. Ma non importa.
Credo che Pasquino abbia ragione, quando scrive: "Il progetto che si esprime nella candidatura di Emma Bonino è tutto perfettamente iscritto nella sua biografia politica". Giusto. Vero. Esatto. Ma proprio perché giusto, vero ed esatto, mi voglio concedere il vezzo di una piccola chiusa che non vuole essere polemica.
Quale sarebbe il progetto che si esprimerebbe in questa candidatura? Non lo si dice. Eppure, pregio o difetto che sia, Emma Bonino non ha mai nascosto o mitigato il suo essere e appartenere al Partito radicale, né la sua identità di pensiero e azione politica con il pensiero e l'attività politica di Marco Pannella. Allora chiedo aiuto a Pasquino e a tutti gli amici di Liberal, per capire: perché quando si tratta di Pannella questo progetto diventa qualcosa di innominabile, "eccessivo", esagerato? Posto che ciò che politicamente Emma Bonino è non diverge da quello che è Marco Pannella, perché una viene (e non sono d'accordo) esaltata e riconosciuta; mentre l'altro viene (e non sono d'accordo) ignorato e condannato? Chi ha letteralmente imposto Emma Bonino a Commissario europeo, se non Pannella? Se questa nomina, come è riconosciuto, è il miglior atto politico del governo Berlusconi, perché non si dice grazie a Marco Pannella? E un piccolo nodo che prima o poi bisognerà sciogliere.