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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Sergio - 22 settembre 1998
Donatella. Non avevamo bisogno di Aldo Grasso per capire cose che in tempi non sospetti abbiamo ampiamente snocciolato proprio a Radio Radicale in quanto - per usare parole del direttore - "emittente sensibile a questo tipo di tematiche"... Il mezzo televisivo ha indubbiamente pregi e difetti. La questione fu posta già alla vigilia della prima udienza del processo Andreotti quando la sinistra si oppose duramente alla diretta tv del dibattimento palermitano. La questione era molto semplice. Quel processo era un boomerang per la procura di Palermo e la sinistra di riferimento. Troppo caduco nell'impianto accusatorio e nella lettura politica, storica e sociologica che tradizionalmente la procura di Caselli usa fare sui c.d. grandi processi. Un processo di quel tipo per la procura di Palermo non poteva essere trasmesso sulla falsa riga delle dirette tv "Cusani-Di Pietro". Il motivo era semplice. A Milano per quanto il pool di Borrelli possa essere antipatico e fazioso, ha portato in aula prove schiaccianti e ind
iscutibili: movimenti bancari, ricevute, estratti conto, testimonianze... A Palermo invece, baci, vassoi d'argento ed altre leggerezze (fui il primo a dire, "se la sinistra non vuole la diretta televisiva, facciamola noi in radio..." ). La rai fece un paio di dirette zoppe di documentazione sonora, non più di tanto. Alle prime udienze venne persino Giorgio Bocca a seguire ore ed ore di eccezioni preliminari al bunker dell'Ucciardone salvo poi abbandonare drasticamente giornate di dibattimento importanti e che nessuno ha mai documentato, approfondito e commentato come Radio Radicale. Ciclicamente dunque si parla dei processi in tv. Anche io nutro dei dubbi sull'effetto "turbante" di una certo tipo di regia video che gestisce le inquadrature ma nutro anche dubbi su posizioni ondivaghe un giorno per il sì, un giorno per il no... Nel caso del processo Marta Russo anche una inquadratura fissa farebbe tenere l'audience. Nel video che documenta l'interogatorio dell'Alletto peraltro c'era una telecamera fissa eppure

, anche senza vedere il volto di Ormanni e La Speranza, tutti hanno capito come quei PM si sono mossi perchè inevitabilmente il volto della protagonista, la voce ed suoi pianti, erano lo specchio di quel magistrato inquirente e di tutte le drammatiche incertezze della protagonista. Ti ricordo Donatella che quel video, noi lo abbiamo reso disponibile integralmente sul sito della radio. Attenzione ai "doppiopesismi". Avresti avuto dubbi o ti saresti opposta ad una eventuale (quanto ovviamente improbabile) trasmissione del processo di Torino Romiti-Mattioli per le tangenti ed i fondi neri della FIAT? Non avresti voluto vedere il volto del presidente della FIAT in quella occasione? Avresti avuto dubbi o ti saresti opposta ad una eventuale (quanto improbabile) puntata di "un giorno in pretura" dei processi per la cessione gratuita di sostanze stupefacenti a carico di Pannella e dei militanti? In quel caso avresti invocato una telecamera fissa alle spalle degli imputati? La richiesta di Milio e Taradash non la con

divido per il carattere "sommario" della istanza. O si chiede alla commissione di vigilanza RAI una regola di equilibrio nella regia delle immagini e nella durata della trasmissione (più consistente) oppure non si può sostenere che la trasmissione non può essere fatta solo perchè rischia di turbare un processo in corso. Se questi sono i presupposti allora nemmeno la radio dovrebbe trasmettere il processo... Pensa che persino anche qualche problema ci è stato posto per la trasmissione radiofonica in questi giorni.

A Como il pentito Scarantino ha ritrattato tutto dicendo di aver mentito ed essersi inventato tutto grazie a Radio Radicale ascoltata durante la detenzione al carcere di Busto Arstizio (argomento che ha occupato un buon 50% dell'esame del PM Di MAtteo e degli avvocati). Tornando in aereo ho parlato di questo proprio con DI Matteo (attenzione il PM di Caltanissetta e non il pentito!) nostro ascoltatore che non è affatto contrario alla trasmissione radio dei dibattimenti. Di Matteo mi ha però posto il problema, confermando come, attraverso Radio Radicale, molti pentiti ascoltano le deposizioni degli altri collaboratori ed in molti casi l'univocità nasce anche con questo mezzo in modo fraudolento nei processi dopo che si sono ascoltati tra loro. Capita sempre più che alcuni di loro (es. il pentito Cangemi) chiedono ed ottengono non solo che non vegnano ripresi dalle telecamere ma anche che la voce non venga registrata.

I problemi legati alla diffusione video ed audio dei dibattimenti dunque sono diversi. Alcuni risolvibili, altri no. Una cosa è sicura: a meno di una decisione contraria ex 147 norme att. c.p.p., il processo è a porte aperte. Spero solo che in relazione ad alcune prese di posizione non emerga una nuova figura: il "professionista del riflesso".

 
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