ti ringrazio per le precisazioni sulla riforma pensionistica cilena.
Alcune piccole osservazioni.
1. Quando parlo di "insostenibilità" del sistema per chi non é in grado di finanziare il proprio fondo in modo continuativo non parlo delle fascie povere semplicemente. Parlo invece delle fascie di classe intermedia che hanno oscillazioni serie del proprio reddito o hanno attività relativamente indipendenti o precarie. In tal caso la pensione sociale non serve assolutamente; serve un vero "sistema misto". Il problema é che nell'epoca della rivoluzione postindustriale e "post-fordista" (metto il termine tra virgolette NbNb) le attività semi-indipendenti e neo-precarie sono il futuro dell'organizzazione produttiva: quindi un sistema puramente a capitalizzazione non puù funzionare (emergenza crisi finanziarie a parte).
2. Sono del tutto evidenti i "costi della transizione" a meno che appunto non si proponga un "sistema misto".
3. Quando ho scritto di riforma pensionistica fatta grazie allo stadio di santiago, ho scritto una cosa "imprecisa" e me ne scuso.
Preciso il mio pensiero. Intendevo dire che senza la repressione del movimento sindacale e della sinistra che pinochet e i golpisti avevano fatto il regime non avrebbe potuto tranquillamente adottare, dopo quella repressione, la sua riforma pensionistica. Non vi é cioè una corrispondenza temporale fra riforma e repressione, ma un legame di condizione politica.
Mi pare infatti improbabile che, in presenza di una forte sinistra marxista et "rivoluzionaria", sarebbe stato possibile attuare quel tipo di politica.
Cordiali saluti a tutti