anche per quel che mi riguarda la nuova legge sulla disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti è pessima. L'intento perseguito è quello di creare una rete di associazioni "maggiormente rappresentative" alle quali viene riconosciuto il monopolio della rappresentanza degli interessi legittimi degli utenti nei confronti di qualsiasi comportamento lesivo degli interessi collettivi. Quanto al diritto ad azioni individuali la legge "non lo preclude": bontà loro. Come è già stato sottolineato, le associazioni che, sulla base di criteri "quantitativi" e "territoriali", verranno riconosciute come "rappresentative" costituiranno il "Consiglio nazionale dei consumatori e utenti", presieduto dal Ministro dell'industria e finanziato, con strutture e personale, dallo stesso ministero. Il connotato consociativo e clientelare di questa norma è evidente. Un altro elemento su cui riflettere è la possibilità, sempre e solo per le associazioni rappresentative, di avviare una "conciliazione" d'innanzi alle Camere diCommercio prima del ricorso al giudice: sarà un buon modo per finanziarsi con i quattrini delle aziende.
Salvo prova del contrario, anziché la "tutela" dei consumatori questa legge sancisce la tutela di alcune associazioni.
Da notare che i sindacati restano associazioni non registrate con ampi e riconosciuti poteri di rappresentanza erga omnes (vedremo l'esito del DDL sulla rappresentanza rispetto al quale condivido i giudizi di Vernaglione).
Un altro passo verso una società chiusa, corporativa, clientelare; in cui i conflitti sono eliminati per legge, la concertazione tra le associazioni rappresentanti presunte di imprese e lavoratori deve essere "blindata" e ratificata dal parlamento, Confindustria (mi riferisco agli interventi di Mecacci) annovera tra i principali "azionisti" il Tesoro, i liberi contratti tra inquilini e proprietari sono l'eccezione rispetto alla regola, si vuole finanziare le vacanze con denaro pubblico e mille altre cose ancora.