(AGI) - Roma, 7 Ott. - Rispetto per le ragioni di chi e' stato
duramente colpito negli affetti e soddisfazione per chi, dopo
quasi diciotto anni di carcere, puo' finalmente riabbracciare i
propri cari fuori dalle sbarre. Questa, la posizione dell'ex
parlamentare Mimmo Pinto e del pacifista Sergio D'Elia
fondatori, unitamente alla senatrice verde Carla Rocchi, del
comitato "E se fossero innocenti?", nato nel luglio del 1994 a
sostegno di una possibile estraneita'di Francesca Mambro e
Valerio Fioravanti nella strage di Bologna.
"Capisco e rispetto, ma non mi sento di condividere, la pur
legittima posizione di persone che hanno tanto sofferto. Ma
credo anche - dice D'Elia - che debba esistere un senso di
giustizia terrena, umana. Dopo 18 anni - aggiunge - un detenuto
ha in qualche modo conquistato, espiando, una sua innocenza".
"Fioravanti - aggiunge Pinto - ha pagato e sta pagando con
dignita' il suo prezzo, piu' di tanti altri. Non e' libero, ha
solo avuto la possibilita' di andare a riabbracciare e a
rivedere per qualche giorno i suoi cari. Ho vissuto da vicino la
sua storia personale e umana - conclude - e so quanto ha
sofferto anche lui".