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Conferenza Rivoluzione liberale
Palumbo Stefano - 9 ottobre 1998
TRIBUNALE INTERNAZIONALE - NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA
CERIMONIA DELLE FIRME, MINISTERO DEGLI ESTERI 7 OTTOBRE 1998

LE INIZIATIVE DI NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA

Mercoledì 7 ottobre a Roma si è svolta la cerimonia organizzata dal Ministero degli Esteri per celebrare la firma di ulteriori 19 Paesi allo Statuto per il Tribunale Penale Internazionale, che giudicherà per i reati di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità.

Dal 18 luglio scorso - data della chiusura della Conferenza diplomatica - ad oggi, 34 paesi hanno già firmato lo Statuto impegnandosi quindi per il complesso processo di ratifica. Il sottosegretario agli esteri Senatrice Patrizia Toia ha aperto i lavori ringraziando le organizzazioni non governative che, come espressione della società civile, hanno collaborato con il Governo in modo eccellente. Alla presenza del Presidente della Conferenza Diplomatica Giovanni Conso, del Capo delegazione Italiana Prof. Umberto Leanza e del direttore dell'ufficio delle nazioni Unite per l'Italia Staffan de Mistura è intervenuto Sergio Stanzani presidente di Non C'è Pace Senza Giustizia ricordando l'impegno decisivo dei radicali in questa battaglia, e la campagna in corso del Partito Radicale Transnazionale di raccolta firma per l'incriminazione di Milosevich, e Marino Busdachin Segretario Generale di Non c'è pace senza giustizia che invece ha criticato i tentativi quali quelli messi in atto dagli Stati Uniti di emendare, modi

ficare o annullare quanto stabilito durante la Conferenza diplomatica di Roma. Nel pomeriggio il Ministro degli Esteri Lamberto Dini ha presieduto la cerimonia delle firme. E' salito dunque a 53 il numero di paesi firmatari: ad Albania, Andorra, Belgio, Bolivia, Camerun, Congo, Cile, Danimarca, Francia, Georgia, Ghana, Grecia, Islanda, Italia, Liberia, Lichtenstein, Madagascar, Mali, Malta, Mauritius, Monaco, Namibia, Niger, Norvegia, Paesi Bassi, Panama, San Marino, Samoa, Senegal, Spagna, Sud Africa, Svizzera, Zambia e Zimbabwe si sono aggiunti: Angola, Austria, Costa d'Avorio, Costa Rica, Ecuador, Eritrea, Finlandia, Gabon, Giordania, Gibuti, Honduras, Irlanda, Macedonia, Nuova Zelanda, Paraguay, Portogallo, Slovenia, Svezia e Uganda.

Molte manovre sono in corso, i Paesi "like minded" si preparano a fronteggiare l'offensiva americana che vuole porre in discussione il testo approvato dalla Conferenza diplomatica e far apportare modifiche sostanziali che snaturerebbero gran parte del testo approvato attraverso i lavori della istituenda commissione preparatoria dell'ONU che deve definire le procedure. L'ONU, naturalmente considera lo statuto approvato come un corpo unico che non può essere modificato. Gli errori a cui si riferiscono gli americani non sono altro che sfasature verificatesi in fase di relazione del documento. Su questo è previsto scontro tra il 21 e il 23 ottobre all'Assemblea Generale dell'ONU.

La Conferenza diplomatica ha stabilito che il Tribunale si insedierà, e quindi inizierà ad operare, a partire dal raggiungimento di 60 ratifiche da parte dei Paesi aderenti. Il Governo italiano, in seguito alle numerose pressioni esercitate da Non C'è Pace Senza Giustizia, ha presentato l'8 ottobre al Consiglio dei Ministri il testo del disegno di legge delega per la ratifica del trattato entro ottobre, per l'assegnazione in sede referente alle Commissioni per la concertazione dei dispositivi di legge da sottoporre a modifica. Non C'è Pace Senza Giustizia ritiene che il ruolo del Parlamento sarà di vitale importanza al fine di consentire all'Italia di essere il primo Paese ad aver proceduto alla ratifica e farle mantenere quel ruolo guida nei confronti degli altri Paesi, nonché di stimolare la comunità internazionale a procedere con la stessa urgenza. Ad esempio va ricordato che il Trattato per la messa al bando delle mine anti uomo, a pochi mesi dall'approvazione, ha già raggiunto le 40 ratifiche.

Quanto sta accadendo in Kossovo dimostra quanto sia necessario poter disporre di un potente deterrente quale il Tribunale per impedire ulteriori e più efferati crimini contro l'umanità. E che quello che siamo riusciti a far approvare a Roma è stato un grande successo per la comunità internazionale, e soprattutto per l'Italia.. Non C'è Pace Senza Giustizia ritiene che il Trattato non sarà firmato velocemente e spontaneamente, senza che di nuovo le organizzazioni non governative riprendano in mano la situazione e rilancino una campagna ratifiche per l'entrata in vigore del Trattato il più presto possibile. Per far ciò, Non c'è pace senza giustizia ha già messo a disposizione di decine e decine di parlamenti nazionali informazioni e assistenza giuridica al fine di procedere con la massima urgenza. Se già il nostro Parlamento saprà procedere unito nella concertazione necessaria per arrivare al voto di ratifica, questo appuntamento potrebbe verificarsi per l'Italia entro giugno 1999.

 
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