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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Roma - 13 ottobre 1998
COMUNICATO STAMPA

Roma, 13 Ottobre 1998

BENETTON-TURCHIA: GIUSTO, MA LA COSA HA TUTTO L'ASPETTO DI ESSERE AFFRONTATA COME LA STORIA DELLA PAGLIUZZA E DELLA TRAVE.

DICHIARAZIONE DI PAOLO PIETROSANTI, CONSIGLIERE GENERALE DEL PARTITO RADICALE

Sulla questione Benetton-bambini, Paolo Pietrosannti Consigliere Generale del Partito Radicale Transnazionale, ha oggi dichiarato:

Il coro di coscienze che si è levato sulla denunciata utilizzazione di manodopera minorile sfruttata in produzioni per Benetton è assolutamente lodevole. Tanto lodevole che merita rispetto e partecipazione. A partire da alcune domande:

E' noto che molta manodopera minorile viene sfruttata in Cina, anche da aziende italiane ed europee. Finora nessuno o quasi ha avuto alcunché da dire;

In interi, giganteschi paesi, che intrattengono serrati rapporti commerciali con l'Italia e l'Europa tutti i lavoratori sono privati dei basilari diritti sindacali. Perché questo non è andato mai in prima pagina?

Per le coscienze democratiche vi sono forse esistenze e vite che vanno tutelate più di altre?

Ottocentomila cinesi sono schiavi e sfruttati dal regime comunista di Pechino. Vi sono limiti alla rivolta delle coscienze? Eppure premier e ministri italiani hanno incontrato, con seguito sterminato di imprenditori, i massimi leader cinesi senza a loro imputare alcuna responsabilità per massacri, schiavismo, delitti contro i diritti dei lavoratori.

Vi sarà pure un motivo per questo usare due pesi e due misure. A meno di affermare che le carte internazionali sui diritti della persona vanno usate come un juke-box, a seconda delle opportunità e degli opportunismi. A meno di dire che la vita di qualcuno vale più della vita di un altro.

Quel che è stato denunciato a proposito della Turchia va combattuto. Ma sarebbe una buona occasione per cessare di darsi buona coscienza a buon mercato, e per, evangelicamente, decidere di guardare alle travi e non più soltanto alle pagliuzze negli occhi propri e altrui.

 
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