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Conferenza Rivoluzione liberale
Vernaglione Piero - 14 ottobre 1998
Tento una risposta all'interrogativo di Grippo (quali obiettivi liberali possono raggiungersi qui ed ora, e come?), esponendo sinteticamente la posizione che da qualche tempo sostengo, in tutte le sedi, formali e informali, dell'area radicale. Che consiste nell' assumere il liberismo, e dunque le tematiche economiche, come "il" fronte, il punto di attacco per cercare di aprire spazi politici, per noi e per il paese. Ritengo infatti che le posizioni da noi sostenute, praticamente in solitudine, vivono, a volte in maniera consapevole a volte embrionalmente, nella coscienza di larghi strati della società italiana. Con il potenziale effetto dirompente che spesso è associato alla presa di coscienza della praticabilità di certe riforme, in contrapposizione ad un'oligarchia partitica, sindacale e mediatica che tende a espungerle dal dibattito quotidiano. Senza farla tanto lunga, vengo subito al punto che interessa sia Antonio sia me, e tento di indicare, sinteticamente e in maniera sparsa, alcune pratiche modalità
d'azione politica congruenti con tale scelta .

1) Si potrebbero presentare proposte di legge, su temi tipo: riforma previdenziale a capitalizzazione, riforma sanitaria con il sistema dei buoni, riforma di liberalizzazione del mercato del lavoro ecc. Attraverso un' attività di lobbying (che per la vicenda di Radio Radicale abbiamo dimostrato di saper fare benissimo) si dovrebbe contattare un certo numero di parlamentari per sottoscrivere la proposta . E' superfluo dire che tali parlamentari dovrebbero essere rintracciati in tutti gli schieramenti, purchè vicini alle posizioni liberali da noi sostenute (oltre ovviamente a Milio, De Benedetti a sinistra, Martino, Taradash e i liberal-radicali in FI, Basini in AN, Masi nell'Udr e tanti peones meno conosciuti ma disponibili verso i temi liberisti). A questo punto l'iniziativa dovrebbe incentrarsi sull'obbiettivo di ottenere la discussione della proposta di legge, o in aula o in commissione, e nei tempi parlamentari riservati alla maggioranza o in quelli riservati all'opposizione. Se si riuscisse a far mette

re all'ordine del giorno la legge, verrebbe il momento della saldatura fra il fronte istituzionale e la nostra attività militante, attraverso manifestazioni, sit-in davanti alla camera in cui è in discussione la proposta ecc. In modo da dare risonanza alla questione trasformandola in una battaglia politica di ampio respiro.

2) Condurre la battaglia per l'informazione chiedendo gli spazi televisivi per dibattiti di argomento economico, come oggi viene fatto per le droghe o per Milosevic. Per esemplificare, chiedere la presenza di Benedetto Della Vedova a trasmissioni come quella di "Pinocchio" di ieri su Telecom.

3) Quando si chiede spazio sui giornali (attraverso lettere, rettifiche, richieste di interviste ecc.) utilizzarlo per gli argomenti economici posti all'ordine del giorno. E così via.

In sostanza, applicare tutte le energie del partito su questo unico fronte. Naturalmente non ho nessuna certezza sugli esiti di tale linea d'azione; anzi, è probabile che continueremmo ad agitarci senza riscontri concreti e a infrangerci contro i soliti muri invalicabili. Però... "dixi et salvavi animam meam".

 
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