>. Forse proprio per questo, Baduel non ha potuto rispondermi. Resta la possibilità che io mi sia sbagliato d'indirizzo, non essendo ben certo del numero civico che ricordavo. Ma in tal caso riceverei certamente indietro la lettera perché avevo avuto cura di specificare chiaramente il mittente.
Adesso i nostri amici comunisti sanno forse meglio quel che vale "la logica delle cose". Gli ultimi avvenimenti internazionali, la logica conseguente crisi di crescita dell'autonomia del Psi, contro ogni necessità, e per le stoltezze comuniste ha assunto un tono e caratteristiche polemici che li respinge nell'isolamento. Credo che a sinistra è un prezzo - questo- che dobbiamo essere disposti a pagare, se sarà necessario. Ma pagarlo così, in partenza, solo per inerzia, ignavia o rassegnazione è davvero doloroso.
Lo sviluppo della politica internazionale del Psi è soddisfacente e rassicurante. Alla " Gauche Européenne " ho appreso che sono già fissate ormai altre tappe importanti in questa direzione e che Zagari-Lombardi-Nenni sembrano davvero disposti a giocare molto in tal senso.
Ho assistito con testardaggine ai lavori UEO, fino a capirne qualcosa dopo che ammiragli, generali, colonnelli, mi avevano dato la falsa impressione di monopolizzare i lavori.
E' invece l'inverso. Ho mandato oggi il mio primo servizio all'AEP. Non so se essendo piuttosto lungo , lo trasmetteranno; non so nemmeno se una certa interpretazione politica non apparirà a (Marcello) Contigliozzi come imprudente per una agenzia che trasmette "notizie obiettive".
L'impressione che ho avuto è che gli inglesi siano spaventati dal crollo del vertice e dal crollo possibile (se non già in atto) della zona del libero scambio. Molti, da un laburista di sinistra- tale Henderson- ai conservatori, tendono a dirsi ormai favorevoli "a studiare le possibilità di inserirsi nel processo di unificazione politica".
"Le nuove generazioni rimproverano alla classe dirigente di non essere stata europeista. Ma molte giustificazioni, per il passato, possono trovarsi ..." ha detto un'altro laburista Mulley.
D'accordo: è soprattutto un'ulteriore prova del "praticismo" inglese. D'accordo: non sanno forse nemmeno che la carta federalista va giocata come carta politica.
Ma è già qualcosa che lo stato d'animo di oggi non renda pazzesca la speranza di trovare, se ci muoveremo, una qualche eco a sinistra anche se solo di intellettuali impegnati, di studenti o di ex-comunisti, in Inghilterra.
Ho già in programma di divenire un poco, per quel poco che la loro "vecchiaia" lo permette, il patrocinatore di La Malfa e di alcuni nostri radicali nella "Sinistra Europea". Cercherò di convincere ad invitare come relatore o La Malfa o magari Scalfari al convegno previsto in autunno sulla funzione delle industrie, degli enti nazionalizzatinel processo di unificazione economica e nella "doctrine" che la sinistra cerca di elaborare sullo Stato federale europeo.
Vedremo che ne verrà fuori.
Un tuo viaggio a Parigi per fare assieme 3 articoli: uno sull'UEO uno su Strasburgo e uno sulla sinistra europea (quella ufficiale ed in gestazione, e le altre), potrebbe essere una buona idea da cercare da attuare. Fatti in chiave federalista da una parte, ed espositiva dall'altra, dovremmo poterli far scivolare a tua firma su << Il Mondo>>.
Resto dell'avviso che o la rivista o l'opuscolo devono essere fatti, perché esistono cose che nessun altro giornale, o nessuna altra rivista, unitariamente , possono ospitare.
Sul disarmo, ad esempio. In linea di massima, una posizione come quella che accennavo nell'articolo che vi lasciai l'anno scorso, sul disarmo della intera zona europea, cominciando da un disarmo coinvolgente gli armamenti tradizionali (prospettiva totalmente oppost6a a quella prevalente all'UEO); che passi attraverso una intransigente posizione federalista, resta a mio avviso concreta.
Concreta, nel senso che il Psi per primo si troverebbe a doverci fare i conti; e quanto più avanza nella direzione ormai presa, tanto più può essere aggredibile da una posizione come la nostra.
Aggiungo (cosa che non feci l'altr'anno ) che l'armamento atomico essendo l'unico cui si possa con un minimo di decenza attribuire una funzione "si vis pacem para bellum", la strategia NATO non ne verrebbe sostanzialmente colpita essendo sempre possibile sostenere che le "basi" di lancio, per missili a lunga gittata, per il momento possono benissimo schiaffarli in Spagna o in Portogallo o in Irlanda o nel Kenia o in Libia o dove cazzo vogliono.
(Salvo passare all'attacco anche su questo piano).
Quel che dobbiamo fare è chiarire, chiarire, chiarire.
Dire cose semplici, come lo sono spesso quelle veramente profonde.
Diminuire, a costo di essere tacciati di semplicismo o di massimalismo, le distanze sempre maggiori fra ideali, ideologia e politica.
Io credo sicuramente che ancora possiamo farlo. Per quanto ? In quanti?
Oggi: quanti siamo: 3-5 o dieci, bastiamo per non fare azione "illuminata" o "settaria" o solo polemica. Oggi, ancora ne sono certo, nella nostra formazione, nei nostri interessi, nella nostra ubicazione, quel che possiamo produrre è "azione politica" , cioè avente caratteristiche di generalità, e essendo aderenti a situazioni di classi dirigenti in cerca di una prospettiva di potere, nella necessità di accettarlo da qualsiasi parte venga loro proposto con un minimo di serietà, di realismo che ritengo non abbiamo. (Edopo aver molto riflettuto).
Ma dobbiamo essere certi, più di quanto non lo si sia.
Tu, ad esempio, devi convincerti che, al di là delle tendenze personali e dei gus, devi accettare la prospettiva di un impegno politico anche personalecon quel che comporta di ambizioni quotidiane, e non solo di sacrifici o diretti e doverosi comportamenti.
Non te lo direi, lo sai,senza esserne certo, e senza una fiducia specifica.
Io, come ti dicevo, cercherò di cominciare presto l'opuscolo.
Disordine e limiti personali di ogni genere, mi rendono difficile questo compito. Ma lo farò.
Ora, per oggi, interrompo.
Gianfranco (Spadaccia) ?
Ciao.