Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 28 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 20 ottobre 1998
SEGUONO TRE LANCI DELL'AGENZIA ANSA DELLE ORE 20.10

GOVERNO: QUANDO I RADICALI LITIGAVANO CON COSSIGA E COL PCI

ROMA, 20 OTT - C'era anche lei, Emma Bonino, nella pattuglia dei primi quattro parlamentari radicali che arrivarono a Montecitorio nel 1976. Insieme con Marco Pannella, Mauro Mellini e Adele Faccio, la Bonino lotto' contro il Compromesso storico e i governi di unita' nazionale, contro la 'consociazione'' tra Dc e Pci. Ed e' curioso che oggi, a oltre vent' anni di distanza, la Bonino entri in un governo di cui fanno parte gli eredi del Pci e il nemico storico dei radicali di quegli anni, Francesco Cossiga. Dal '76 al '79 i quattro radicali portarono a Montecitorio la rivoluzione dell' ostruzionismo: sfruttando le pieghe del regolamento, Pannella, Bonino e compagni riuscirono a rallentare la discussione dei provvedimenti contro cui si opponevano. Interventi fiume di cinque, sei ore, erano all'ordine del giorno. E nelle elezioni del '79 il dinamismo dei radicali fu ripagato dagli elettori che portarono alla Camera 18 deputati. Gli scontri con il Pci, ricorda Peppino Calderisi, risalivano al 1974, all' epoca

del referendum sul divorzio. ''Il Pci cerco' fino all' ultimo momento di evitare quel referendum che, dividendo l' Italia tra laici e clericali, ostacolava il progetto del Compromesso storico. Noi eravamo visti come i disturbatori del manovratore, in quegli anni Enrico Berlinguer, e venivamo trattati con disprezzo''. (SEGUE).

Ma le ostilita' dei radicali con il Pci non si limitavano al solo piano delle idee: dalle elezioni del '76 in poi i seguaci di Pannella hanno sempre cercato di ''soffiare'' al Pci il primo posto in alto a sinistra sulla scheda per l' elezione della Camera. ''Ci mettevamo in fila giorni prima - ricorda Calderisi - e spesso andava a finire a botte. Una volta arrivarono 600 portuali di Livorno che ci scacciarono dalla fila. Mi ruppi una gamba, pero' dopo vinsi la causa che feci contro gli aggressori''. Di pari, se non maggiore intensita', e' stato lo scontro dei radicali con Francesco Cossiga. Il partitino di Marco Pannella contestava a Cossiga, prima ministro dell' Interno nei governi di solidarieta' nazionale di Andreotti, poi lui stesso presidente del Consiglio dal '79 all' 80, il varo delle famigerate ''leggi speciali antiterrorismo''. Il momento clou dello scontro con Cossiga fu raggiunto il 12 maggio del '77, quando la giovane militante radicale Giorgiana Masi fu uccisa durante una manifestazione. ''Quel

la - ricorda Gianfranco Spadaccia, all' epoca presidente del consiglio federale dei radicali - fu una vera e propria trappola contro di noi. Scopo della manifestazione del 12 maggio era quello di festeggiare il terzo anniversario della vittoria nel referendum sul divorzio. (SEGUE).

''Cossiga - prosegue Spadaccia - aveva vietato tutte le manifestazioni perche' in quei giorni era stato ucciso un poliziotto dai terroristi. Allora noi decidemmo di trasformare la manifestazione in un semplice concerto a Piazza Navona. Telefonai a Cossiga: gli dissi che se voleva bloccare del tutto la manifestazione doveva semplicemente fermarci mentre montavamo il palco, il giorno prima. Rimanemmo intesi cosi': ma nessuno venne a dirci niente mentre preparavamo la piazza. Poi pero', il giorno dopo, Cossiga mando' 6.000 poliziotti in stato di guerra, alcuni travestiti da autonomi che armi in mano spararono ad altezza d' uomo. L'obiettivo era chiaramente quello di criminalizzarci, di accomunarci agli estremisti e agli autonomi, per bloccare le nostre iniziative antipartitocratiche Da allora Cossiga per noi divenne nemico numero uno, e continuo' ad esserlo durante la vicenda P2 dove secondo noi le sue responsabilita' si sommavano a quelle del Pci''. Ma oggi come giustificare il riavvicinamento? ''Cossiga, per

fortuna, ha fatto gia' da anni una severa autocritica sul suo operato - dice Calderisi - anche se nutro molti dubbi sul suo grado di effettivo liberalismo''. ''Come radicali - dice invece Spadaccia - noi siamo profondamente laici e giudichiamo le persone in base ai comportamenti. Al posto di Emma Bonino, insomma, non avrei alcun imbarazzo''.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail