Sabato 31 ottobre 1998DOMANDA: Marco Pannella, D'Alema ha lanciato un appello per la ripresa del dialogo sulle riforme istituzionali. Lei si sente toccato e coinvolto da questo appello, oppure si chiama fuori?
RISPOSTA: Io dico che è solamente un intollerabile - per un liberale e un democratico - errore di ortografia e di grammatica. Le grandi, le vere riforme si fanno in alternativa: o quelle della maggioranza o quelle delle minoranze in accordo poi con l'opinione pubblica.
DOMANDA: Si torna a parlare di referendum: per una volta il protagonista non è lei bensì Segni e Di Pietro. Lei che fa appoggia o meno questa iniziativa referendaria?
RISPOSTA: Sa, quel quesito l'ho depositato per due volte in Corte di Cassazione un anno prima di Di Pietro e Segni. Ciò detto, è un referendum che si farà solo se D'Alema e Scalfaro diranno alla Corte Costituzionale di farlo passare.
DOMANDA: E allora?
RISPOSTA: ... e allora bisogna ricordarsi che cosa diceva Gandhi - Gandhi non io - "è molto meglio un violento che un codardo", in una situazione italiana nella quale gli italiani lavorano fino al 18 del mese per lo Stato e dal 19 per la famiglia, e in cui siamo arrivati ad avere il massimo di disoccupazione europea. Questo è un regime che deve essere abbattuto e le iniziative come quelle di ieri della Life a San Donà di Piave le saluto con gioia e con rispetto; in ogni paese italiano occorre organizzare queste forme di lotta.