Il Sole 24 Ore, 1 novembre 1998
FECONDAZIONE ASSISTITA, PRONTA L'AUTOREGOLAMENTAZIONE
di Cinzia Caporale
Gli oltre quindici anni trascorsi dalla prima FIVET realizzata in Italia, ed i tempi parlamentari, ma soprattutto politici, per l'approvazione di una legge in materia di Procreazione Medicalmente Assistita, rendono non più procrastinabile un decreto tecnico del Ministero della Sanità che abbia per oggetto la regolamentazione dei centri per la medicina della riproduzione. Tale provvedimento amministrativo, ipotizzando un'impostazione rigorosa ed articolata, costituirebbe in definitiva la soluzione più opportuna rispetto ad una legge farraginosa e complessa come quella attualmente in discussione in Parlamento. A quest'ultimo, quindi, resterebbe il solo compito di approvare una singola norma che proibisca il disconoscimento di paternità, come suggerito dalla recente pronuncia della Corte Costituzionale.
La costante denuncia di un presunto, quanto impropriamente definito, "far west" della provetta non ha finora indotto il ministro Bindi, ormai al suo secondo mandato, ad istituire una commissione specifica per l'individuazione di linee guida che garantiscano la sicurezza e la qualità delle prestazioni sanitarie. Un organo consultivo che comprenda le società scientifiche, gli operatori e le associazioni degli utenti/pazienti: è questa una delle richieste più significative che il TRA Forum (Coord. Società scientifiche e Associazioni degli utenti) formulerà il 3 di novembre a Roma (Sala della Sacrestia, Vicolo Valdina 3a, ore11-13). Nel corso dell'incontro -cui parteciperanno tra gli altri Carlo Flamigni, Luigi Cioffi ed Elena Coccia-, verrà presentato un Codice di Autoregolamentazione, formulato dal Forum, che costituisce il tentativo di identificare regole deontologiche specifiche per la fecondazione assistita, senza per questo entrare nel merito di limitazioni all'accesso alle tecniche e, in generale, di norm
e morali che riguardano piuttosto la società nel suo complesso ed il Legislatore. Questo proprio laddove il nuovo Codice Deontologico dell'Ordine dei Medici, nelle stesse parole del presidente Aldo Pagni, non ha "potuto" essere modificato "in attesa di una legge", e quindi continua a contenere un'articolazione lesiva dei diritti individuali. Di particolare rilievo è il documento del Forum che identifica una serie di "requisiti minimi" per l'autorizzazione all'apertura dei centri per la medicina della riproduzione e per il loro accreditamento presso il SSN. L'elemento di novità risiede nella proposta che i requisiti attengano non soltanto agli aspetti strutturali ed organizzativi ma anche all'ambito della professionalità e della competenza degli operatori, che devono risultare in qualche modo certificabili secondo criteri da stabilire. Queste le politiche amministrative che ci si attendono dal Ministero della Sanità di un paese "normale". Ministero che viceversa, attraverso la CUF, limita la prescrivibilità
di un farmaco essenziale per il trattamento della steritlità (Metrodin HP), penalizzando ulteriormente tecniche già escluse dal SSN e di fatto ostacolando in modo surrettizio il ricorso alla fecondazione assistita.
(continuo la crociata in solitario...)