PROFUGHI: MA ELLIS ISLAND ERA UNA COSA SERIABruxelles, 3 novembre 1998
"Il New York Times e l'Herald Tribune, in una corrispondenza sugli sbarchi di profughi dell'est sulle coste pugliesi, paragona l'Italia ad una sorta di Ellis Island europea.
Ma il paragone, scusate, proprio non regge. A Ellis Island sono approdati milioni e milioni di profughi, rifugiati, perseguitati politici e religiosi, o più semplicemente morti di fame, ed ai quali l'America, ha offerto cibo, lavoro, dignità umana, cittadinanza, nonché quegli inestimabili valori che sono la democrazia e la libertà.
Quasi due milioni di quelli che del nuovo mondo hanno visto innanzitutto la Statua della Libertà erano »paisà , italiani poveri e poverissimi, poveri italiani costretti ad emigrare da una fame atavica, acuita se possibile dalla scellerata politica messa in piedi all'indomani dell'unità d'Italia.
Anche allora, lo shock doveva essere brutale per una società »invasa da una tale mole di nuovi arrivati, eppure il miracolo è riuscito, cent'anni prima che il fenomeno di migrazioni di massa si riproponesse dall'altra parte dell'Oceano.
Che lo si voglia o no, come afferma Emma Bonino, l'Italia del prossimo secolo, come ogni altro paese europeo, sarà multiculturale e parzialmente multietnico, e le nostre vedette, i nostri tentennamenti, le nostre leggi e regolamenti sempre diversi, sempre caotici, i nostri centri di smistamento, l'incapacità di fornire una risposta articolata, prospettica, magari ai diretti interessati stessi, sono lontani anni luce da Ellis Island e da tutto ciò che quell'esperienza ha rappresentato.
Nè »la Ruota della Fortuna o »Carramba bastano ad evocare l'esile ma fortissima fiammella della Statua della Libertà".