"Prigionieri dei violenti" "Tocci bugiardo, chiedi scusa"
La rottura delle trattative e lo scontro in consiglio: la denuncia del vicesindaco e la risposta di Fini. Oggi e il 12 in agitazione
Da La Repubblica (cronaca di Roma, pag. 2), venerdì 6 novembre 1998
Di Cecilia Gentile
"Prigionieri di una minoranza violenta". All'indomani del fallimento della trattativa durata l5 ore con i tassisti. che oggi sono ancora in sciopero, l'assessore alla Mobilità Walter Tocci lancia la sua accusa: "L'accordo era a portata di mano. Ad un certo punto, in tarda serata, in Campidoglio è arrivato un gruppo violento che ha cominciato a lare intimidazioni. Diversi rappresentanti dei sindacati hanno lasciato la sala e quando sono tornati il cima è cambiato in modo irreversibile, la trattativa si è incagliata".
Tocci scandisce le parole: "Ho sentito il dovere politico e morale di spiegare cosa è successo stanotte: una questione sindacale sta diventando un problema di ordine pubblico".
Lo ripete anche in consiglio comunale l'assessore, e racconta pure dell'improvviso arrivo, a mezzanotte, di un consigliere di An, Adalberto Bertucci, "interpretato come un 'iniziativa per scoraggiare l'accordo". Ma i tassisti non ci stanno: l'ala oltranzista si alza e comincia a urlare bugiardo a Tocci, provocando l'interruzione del consiglio. Non ci sta neanche Gianfranco Fini, arrivato a metà
della seduta a dare man forte ai suoi di An: "Tocci, chiedi scusa- gli dice in sostanza dagli scranni dell'opposizione - La delegazione non è stata strumentalizzata. Questo regolamento non ha ragion d'essere".
Fuori, nella piazza, i tassisti attendono l'esito del consiglio e le decisioni del sindacato. Intorno i soliti slogan: "Tocci rovina famiglie, Tocci bastardo, Eravamo rossi, ci hai fatto neri". Ce n'è uno nuovo dedicato al consigliere di Rifondazione Patrizia Sentinelli: "Bertinotti non ti ha insegnato nulla?"
La lunga maratona di ieri notte si è incagliata sui turni. "Alla fine, all'una - racconta l'assessore - ho
giocato il tutto per tutto. Ho pro posto ai tassisti di adottare per i primi quattro mesi un turno fisso
di otto ore, come loro volevano, ma spezzato in modo da consentire di offrire un servizio più articolato. Se dopo quattro mesi di monitoraggio il meccanismo avesse prodotto un miglioramento,
avremmo aggiunto a questo turno, obbligatorio per tutti, una flessibilità di due ore, lasciando libero il
tassista di decidere se continuare o no a lavorare. Due ore di flessibilità, solo un piccolo granello di libertà, ma che non può scomparire, perché se scompare quello scompare la riforma. Ma loro hanno rifiutato".
"Accetteremo soltanto se l'assessore lo metterà per iscritto - dichiara Nino Cirulli del Claai - Abbiamo paura che lui congeli la liberalizzazione per quattro mesi e poi riesca fuori il limite massimo di 15 ore che è nel regolamento". "Deve abolire la norma transitoria che parla del tetto delle 15 ore per un anno - conferma Davide Bologna dell'Ait - Vanno bene i turni flessibili, però lo stabilisce la commissione consultiva".
Ma gli utenti si sono stancati. Ieri i rappresentanti di 11 associazioni sono andati da Tocci chiedendo un intervento "per far capire ai tassisti che i cittadini non possono essere presi in ostaggio". E il consigliere Ds Ileana Argentin ha denunciato "il bluff del taxi sociale". "Non è vero che i tassisti assicurano il servizio agli handicappati - racconta - ho ricevuto 500 segnalazioni di cittadini disabili che hanno chiamato le centrali radio senza trovare nessuno. Se devo prendere la macchina per raggiungere il posteggio, tanto vale fare tutto il percorso. Molte persone hanno saltato le terapie di riabilitazione, la dialisi, il lavoro e la scuola". Stessa denuncia aveva fatto giorni fa il radicale non vedente Paolo Pietrosanti, che non era riuscito a trovare un taxi disponibile.