Ringrazio Paolo Pietrosanti per aver ricordato il congresso di Parigi del Cora e lo slogan sul quale quel congresso era convocato. Lo ringrazio anche per le parole di apprezzamento, tanto piu' gradite perche' ultimamente mi e' parso di cogliere una certa diffusa contrarieta' riguardo alla decisione di tenere a Parigi il congresso e rispetto, soprattutto, ai temi sui quali il congresso fu convocato. Ma queste ovviamente possono essere solo mie impressioni soggettive ed e' comunque un'altra storia.
Non condivido invece quanto Paolo dice sulla decisione di "restringere" lo slogan del congresso togliendo le parole "contro l'umanita'". Le motivazioni di Paolo sono piu' o meno le stesse, se non ricordo male, che Gianfranco dell'Alba avanzo' nel suo intervento al congresso.
In punta di diritto - diciamo cosi' - si puo' sostenere cio' che dice Paolo. Ma questo non era, e non e', il senso di uno slogan che per quanto mi riguarda e' del tutto legittimo: il proibizionismo e' un crimine contro l'umanita' per tutte le nefaste conseguenze che esso provoca e che andiamo denunciando e dimostrando da anni.
Basterebbe, tanto per fare solo un esempio, l'evidenza delle centinaia di migliaia di morti per Aids provocate da politiche sulle droghe che per anni hanno negato, e continuano in molti casi ancora a negare, le piu' elementari misure di prevenzione e di cura, in nome solo di principi morali.
Perche' si deve pretendere di processare criminali come Pinochet o Milosevich, per le migliaia di morti provocate dalle loro decisioni politiche e non si puo' chiedere che, per esempio, le autorita' di molti stati Usa (ma mica solo loro) rispondano di leggi incredibili, come quelle che vietano l'acquisto o lo scambio di siringhe senza ricetta medica, provocando cosi' l'estendersi dell'infezione da Hiv (e le relative malattie e morti) tra la popolazione dipendente da eroina? O che dire delle legislazioni che impediscono o restringono l'utilizzo di farmaci sostitutivi nel trattamento delle dipendenze, contraddicendo decenni di ricerche e di prove scientifiche che dimostrano l'esatto contrario?
Stiamo parlando di migliaia di morti all'anno in tutto il mondo a causa di politiche deliberatamente messe in atto anche da democraticisimi e legitimissimi governi. E non occorre andare tanto lontano: nella nostra Italia 2/3 dei dipendenti da eroina sono di fatto abbandonati, lasciati in mano al mercato criminale, senza alcun contatto con alcun tipo di servizio, ne' pubblico ne' privato (e sullo stato di questi servizi c'e' moltissimo da dire).
A me non interessa se nell'attuale nozione di "crimine contro l'umanita'" tutto cio' non e' ricompreso o se occorre attendere che le istituzioni internazionali si accordino su una nozione accettabile per tale crimine. Cio' che mi interessa e' una battaglia politica che imponga l'idea che crimini contro l'umanita' non sono solo i lager, le torture, le deportazioni.
Per questo, lo slogan del congresso di Parigi del Cora, che abbiamo anche portato per le strade, dalla Bastiglia a Notre-Dame e davanti alla sede dell'Onu era, a mio giudizio, incompleto. Frutto di una mediazione necessaria, in quel momento, ma non di meno incompleto.
Per questo, per quanto mi riguarda, il proibizionismo e' un crimine contro l'umanita'. E se questa affermazione crea scandalo, tanto meglio.