Scritto da R.Spagnoli il 16-Nov-98 alle 12:54:
RS> Eresie
RS> Anche a me pare normale che un'universita' religiosa, privata,
RS> licenzi chi non rispetta i suoi canoni, pero' credo sia legittimo
RS> chiedere a qualunque istituzione il rispetto dei diritti civili e
RS> politici elementari tra cui vi e' quello ad un processo equo.
RS> Altrimenti non vedo perche' scandalizzarci se un ayatollah
RS> iraniano emette una fatwa contro uno scrittore reo di aver
RS> vilipeso l'Islam.
No, Spagnoli, non sono d'accordo.
Per quanto mi riguarda, un soggetto privato, laico o religioso, non infrange alcun diritto civile e tantomeno politico (!) licenziando, con le proprie motivazioni, dipendenti/consulenti ritenuti non piu' in linea con lo spirito della "ditta".
Se, invece, si tratta di volazione della legge da parte del datore di lavoro, e' ovviamente un altro discorso.
Ci mancherebbe che dovessimo giudicare tu o io, dal punto di vista laico, se le motivazioni "religiose" addotte (eresia) sono fondate o meno!
Ci mancherebbe se il Vescovo pretendesse di giudicare, dal punto di vista della fede, le motivazioni del licenziamento di un dirigente, che so, della Fiat.
Prendi il caso Costanzo: se venisse licenziato da Berlusconi perche' "antiberlusconiano"?
Faresti comunicati stampa di indignazione?
Non vale poi il paragone con lo scrittore condannato a morte dalle guide religiose dell'Iran.
In QUEL caso si tratta della violazione di un diritto elementare: uno scritto antireligioso viene punito con la morte, in effetti con la perdita ad oltranza della liberta'.
Ma se Rushdie fosse stato consulente dei capi religiosi dell'Iran, e per quel libro fosse stato licenziato, io non avrei avuto nulla da dire.