Roma, 16 novembre 1998
"Il ministro Diliberto ha senz'altro ragione a porre il problema dei processi in tv ma se e' vero che la tv e' un mezzo condizionante per chi si trova ad essere ripreso, e' anche vero che radio e Internet lo sono molto meno. Attenzione dunque a non fare di tutte le erbe un fascio.
Quanto alla "spettacolarizzazione" molto, se non tutto, dipende dalla manipolazione delle varie fasi delle udienze, e questo aspetto compete a chi confeziona i programmi, non al tipo di media utilizzato.
Se e' vero che la piazza e l'agora' hanno liberato Barabba e condannato Socrate, e' pur vero che le sentenze non le scrivono i telespettatori, almeno finora.
E' invece importante la possibilità' dei moderni mezzi di comunicazione di rendere reale e non mediata la pubblicità' dei processi. Radio e ora Internet assolvono ottimamente a questo compito, che Radio Radicale svolge da quindici anni senza lamentela alcuna da parte di Tribunali e Corti d'Assise".