("Sole24ore" del 16/11/98)"Sono giorni caldi per i centralini dei distretti militari e per i telefoni delle associzioni che si occupano di obiezione di coscienza. Molte le chiamate per chiedere dove <>. Quasi che i famosi 4 milioni e mezzo da versare per evitare la naia fossero un contributo da versare per ottenere un servizio, qualcosa di simile al canone della RAI (che, in realtà, è una vera e propria tassa per ottenere un "disservizio", ndr).Cerchiamo di fare chiarezza. Tutto nasce dalla nuova legge sull'obiezione di coscienza, entrata in vigore il 1· agosto 1998. La differenza principale con la precedente norma del 1972 è che non sono più i tribunali militari ma le preture a giudicare sugli obiettori totali, chi rifiuta cioè oltre alla leva anche il servizio civile. La procedura "scampa naia" è prevista dall'articolo 14. Per metterla in moto basta dichiararsi appunto obiettore totale e scegliersi un avvocato. La dichiarazione può essere fatta all'arrivo della cartolina o quando si sta già prestando il servizio, sia militare che civile.
A questo punto il comandante della caserma, eventualmente "allertato" dal responsabile dell'ufficio dove si sta prestando il servizio civile, avverte la pretura circondariale. Si apre così un procedimento per rifiuto del servizio di leva,un reato punito con una pena che va da 6 mesi a 2 anni. Finora non c'è stata alcuna sentenza, perchè l'entrata in vigore della legge è così recente che le preture non hanno fatto ancora in tempo ad applicarla. L'iter dell'obiettore totale, ricostruito con l'aiuto dell'avvocato Dario Piccioni, dovrebbe essere comunque questo: primo passo la richiesta di patteggiamento, subito al Gip o in un secondo momento al pretore. Codice alla mano, la condanna dovrebbe essere contenuta nei tre mesi, soglia al di sotto della quale è possibile pagare per non andare in carcere.
Tecnicamente si chiama conversione della pena detentiva in pena pecuniaria: si pagano 75mila lire per ogni giorno di reclusione a cui si è stati condannati. In caso di condanna a tre mesi, la somma è dunque di 6 milioni e 750mila lire, ma se si tratta di giovani privi di una propria fonte di reddito, si può scendere fino a 4 milioni e mezzo. In ogni caso, se si è incensurati, la pena è sospesa con la condizionale.
Con la vecchia legge, i tribunali militari condannavano a 4 mesi. Non era così possibile pagare per evitare la reclusione. La pena inoltre non veniva sospesa: si andava dentro, dunque, anche se era possibile chiedere e ottenere l'affidamento ai servizi sociali.
Tornando alla legge ora in vigore, è necessario un discorso a parte per quanto riguarda la fedina penale. Se si chiede il patteggiamento, il beneficio della non menzione è automatico. In caso di processo "normale", è invece il giudice a decidere se concederla o no. La probabilità di ottenerla, in caso non si abbiano precedenti penali, sono comunque alte. La condanna dunque non risulta sul certificato del casellario giudiziario richiesto dai privati. Questo non vuol dire però che non lascia traccia: anche in caso di non menzione, infatti, la condanna non viene cancellata dal casellario subito e in maniera automatica, ma dietro domanda al tribunale di sorveglianza e comunque non prima di cinque anni. In quel periodo di tempo, dunque, lo Stato "sa". Il che può comportare qualche interrogativo sulla possibilità di partecipare a determinati concorsi pubblici. (Lo.Sal.)".