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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 17 novembre 1998
Diritti inalienabili?

Scritto da C.Landi il 17-Nov-98 alle 09:46:

CL> Se si stabilisce il principio che uno scuola cattolica puo licenziare

CL> un insegnante per meri motivi di opinione allora perche una

CL> scuola mussulmana non puo obbligare le fanciulle a adornarsi con

CL> il velo?

Ovviamente dipende da cio' in cui si crede, da quali si pensa siano i diritti inalienabili.

Tanto per cominciare, nel caso del professore non mi pare si tratti di "meri motivi di opinione" (che so, l'appartenenza ad un partito). Si tratta di un professore che lavora per una scuola cattolica, "accusato" di aver diffuso fra i suoi studenti idee eterodosse rispetto alle "verita'" della Chiesa.

Per cui si direbbe un licenziamento per insoddisfazione rispetto alle modalita' di lavoro.

Se le accuse di "eretismo" siano fondate non ne ho la minima idea, e non mi interessa: non sono praticante ne' m'intendo di religione. Il "processo" eventuale e' un "fatto interno" dei cattolici.

Chiedo la garanzia che il docente possa esprimere pubblicamente ogni sua idea, non la garanzia del suo posto di lavoro.

Lo stesso potrebbe capitare in una scuola privata di impronta liberista se un docente di economia insistesse costantemente sulla superiorita' di un'economia fortemente statalista: non durerebbe granche'. O dovrebbe durare per forza?

O alla Fiat, se un dirigente del settore commerciale non facesse altro che parlare in dissenso rispetto alla politica commerciale dei vertici aziendali.

O in un partito di destra se un membro del comitato politico tenesse comizi a favore del sistema comunista.

Eccetera.

Per il velo. Se si tratta di una scuola mussulmana in Italia che impone alle proprie iscritte il velo, non ho nulla da recriminare. Esattamente come per la divisa imposta a chi sceglie di frequentare certi collegi privati: mai sentito parole di scandalo in proposito...

ALTRA faccenda e' uno stato che impone un determinato modo di abbigliarsi ad una categoria di cittadini, ma proprio tutta un'altra faccenda, importante, delicata, ma da discutere a parte.

CL> Se i cattolici italiani hanno diritto di

CL> licenziare in una "loro" scuola un docente per motivi di opinione

CL> allora perche i cinesi, nel "loro" paese" non possono decidere

CL> che i "diritti economici" sono prioritari rispetto alla liberta

CL> di opinione?

Non mi pare che le due cose abbiano la pur minima relazione.

Certo, qui entrano in gioco i famosi diritti inalienabili, sui quali, ovviamente, non tutti abbiamo la stessa opinione.

Io credo che un cittadino di un paese democratico abbia il diritto inalienabile alla liberta' di espressione, all'appartenenza politica, alla liberta' sessuale, alle cure mediche, all'istruzione di base, eccetera (solo esempi), ma NON ad un posto di lavoro garantito presso un datore di lavoro privato contro la volonta' dello stesso.

Poi sappiamo bene che in Italia non e' cosi'...

Invece, la Cina e' una dittatura, dove il cittadino non possiede i diritti fondamentali, di certo neppure quelli economici. E dove non c'e' possibilita' di libera scelta per i lavoratori. Un docente eretico non viene semplicemente licenziato (con la possibilita' di trovare lavoro dove le sue idee sono gradite), ma passa guai...molto seri.

Per il semplice fatto che le sue idee non sono in contrasto con quelle di uno dei tanti soggetti privati, pero' liberamente esprimibili con la garanzia dello stato, ma sempre e comunque in contrasto con le "idee" dello stato.

 
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