Dichiarazione di Rita Bernardini e Benedetto Della Vedova, Lista Pannella:

Roma, 17 novembre 1998 - "L'accusa rivolta dal Presidente Scalfaro nei confronti degli avvocati per le manifestazioni di protesta contro la sentenza della consulta sul 513, lascia, una volta di più, allibiti. Altro che imparzialità. Il Capo dello Stato mette di nuovo pesantemente i piedi nel piatto della vita politica e istituzionale del Paese, schierandosi apertamente in favore della fazione dei giudici della Consulta e contro una fetta maggioritaria di opinione pubblica e di operatori della giustizia.

L'accusa di Scalfaro agli avvocati per le critiche alla sentenza: "peggio che andare in piazza armati, perché vuol dire sovvertire l'ordine costituito", andava rivolta, alla lettera, proprio alla Consulta. Come giudicare, se non come sovvertimento della Costituzione e dello Stato di diritto in Italia, le sentenze che hanno cancellato in questi anni il diritto referendario per milioni di cittadini su quesiti fondamentali e assolutamente rispondenti al dettato costituzionale?

E ancora, il Presidente ha richiamato i politici al rispetto dell'autonomia della Corte. Perché, invece, non ha richiamato la Corte all'ossequio della lettera della Costituzione contro la manipolazione tutta politica e antidemocratica attuata con le sentenze ammazza referendum, rispondenti alle pressioni e agli interessi della fazione di volta in volta vincente della partitocrazia?

Anni fa, nemmeno tanti, il deputato Scalfaro contestava duramente il Presidente Cossiga per il suo interventismo: constatiamo, con pena per la Costituzione e per i cittadini italiani, che l'allievo ha superato il maestro."