Strasburgo, 18/11/1998 (Agence Europe) - Adottando la relazione del socialdemocratico tedesco Gerhardt Schmid, il Parlamento ha modificato, in seconda lettura (codecisione), il piano d'azione pluriennale comunitario mirante a promuovere un impiego più sicuro di Internet. A questo proposito, chiede in particolare che, in relazione con l'istituzione di codici di comportamento, venga incoraggiato un sistema di "marchio di qualità dei siti", per aiutare gli utenti ad individuare i fornitori che aderiscono a questi codici.A seguito di una dichiarazione della Commissione europea, il relatore ha ritirato tuttavia diversi emendamenti che vertono su: (1) la responsabilità dei fornitori di servizi, (2) l'individuazione di una persona fisica o morale tanto per quanto riguarda i contenuti dei siti, quanto l'invio della posta elettronica, (3) l'armonizzazione del diritto penale, (4) la cooperazione poliziesca e giudiziaria, (5) il sostegno ai siti delle ONG operanti nei settori della protezione dei diritti umani e della lotta contro la violenza e gli abusi nei confronti delle donne e dei bambini.
Durante il dibattito, Schmid ha ricordato che un numero rilevante di emendamenti parlamentari (approvati in prima lettura) è già stato ripreso nella posizione comune del Consiglio. Perorando una lotta efficace contro i contenuti illeciti o indesiderabili veicolati su Internet, Schmid ha insistito per l'istituzione di un marchio che permetta ai consumatori di riconoscere i fornitori di servizi che partecipano a questa lotta. "La Comunità non deve atteggiarsi a moralista", ha detto il socialista danese John Iversen, affermando che essa deve tuttavia lottare contro la pornografia infantile e il razzismo. Dopo aver paragonato l'incidenza di Internet con quella dell'invenzione della tipografia da parte di Gutenberg, la democristiana svedese Charlotte Cederschiöd ha ritenuto che l'autodisciplina, tramite codici di comportamento, costituisca la soluzione migliore. La liberale finlandese Astrid Thors ha insistito sulle possibilità offerte dall'oscuramento per tutelare i minorenni. Indicando che il gruppo ARE voterà
contro la relazione, il radicale italiano Olivier Dupuis ha ritenuto che, adducendo il pretesto di dare la caccia ai delinquenti di tutti i tipi, si tenta di riprendere il controllo del formidabile spazio di libertà e di democrazia offerto da Internet. Si è opposto a questa nuova forma di censura.
Il commissario Erkii Liikanen ha auspicato che questo piano d'azione venga adottato rapidamente. Per evitare che diventi inevitabile una procedura di conciliazione Parlamento/Consiglio, ha suggerito di ritirare diversi emendamenti. Ha indicato che, nella proposta di direttiva relativa al commercio elettronico, di cui la Commissione discute quest'oggi, mercoledì, si terrà conto della responsabilità degli intermediari. Nell'ambito del programma DAPHNE, si provvederà a sostenere le ONG che lottano contro la violenza e gli abusi nei confronti delle donne e dei bambini. Nella sua prossima comunicazione sulla criminalità informatica ("computer crime"), la Commissione terrà conto delle preoccupazioni del Parlamento in materia di individuazione, di azione penale e di cooperazione giudiziaria.
LIENHYPERTEXTE l "stag10" COMMERICO ELETTRONICO: LA COMMISSIONE HA APPROVATO LA SUA PROPOSTA
Bruxelles, 18/11/1998 (Agence Europe) - La Commissione europea ha adottato quest'oggi, mercoledì, il suo progetto di direttiva intesa a incoraggiare lo sviluppo del commercio elettronico in Europa, grazie ad un quadro giuridico armonizzato. Essa vuole abolire una serie di incertezze giuridiche, riguardanti in particolare la responsabilità dei fornitori di servizi online e la validità dei contratti conclusi per via elettronica, e adeguare le numerose normative esistenti nell'UE, spesso incompatibili tra loro. Questo, per fare in modo che i fornitori di servizi online possano operare ovunque nell'Unione europea, se rispettano la legislazione del paese in cui sono insediati (principio del "paese d'origine").
La Commissione propone regole armonizzate su una serie di problemi: la definizione della sede degli operatori, la conclusione di contratti per via elettronica, la responsabilità del fornitore di servizi online, la soluzione delle controversie e il ruolo delle autorità nazionali (vedi EUROPE del 30 ottobre, p.12). Per il resto, la direttiva sarà fondata sulla normativa europea esistente (in materia di protezione dei consumatori, servizi finanziari o salute pubblica, ecc.), nonché sul principio del riconoscimento reciproco delle legislazioni nazionali.
"L'obiettivo è di fare in modo che l'Unione sia in grado di sfruttare tutti i vantaggi del commercio elettronico: per far questo, essa intende rafforzare la fiducia dei consumatori e offrire agli operatori una sicurezza giuridica esente dalle pesantezze amministrative eccessive", ha spiegato il commissario Mario Monti. La Commissione, a questo proposito, nega di aver privilegiato gli operatori rispetto ai produttori. "In molti settori miglioriamo la protezione dei consumatori, stabilendo esigenze di trasparenza sull'identità, le qualifiche dei fornitori di servizi o in occasione della conclusione di un contratto", ritiene un esperto della Commissione.
L'adozione della direttiva sarà sottoposta alla codecisione Parlamento/Consiglio.