BATTERE L'ANALFABETISMO GENETICO
di Cinzia Caporale
Se nel secolo scorso, l'esercizio effettivo della cittadinanza si realizzava attraverso l'alfabetizzazione e la conoscenza dei diritti garantiti dalle costituzioni, oggi la consapevolezza dei "nuovi diritti", quelli tipici delle societa' tecnologiche, puo' essere acquisita soltanto attraverso un processo diffuso e sistematico di alfabetizzazione scientifica. Nel mondo moderno, le scelte cui ciascun individuo e' chiamato riguardano prevalentemente ambiti fortemente influenzati dalla tecnologia, e la difesa della democrazia, intesa come partecipazione la piu' ampia possibile alle scelte, rischia di vanificarsi laddove si scontra con una generazione scientificamente analfabeta. Cittadini non in grado di comprendere i problemi sui quali debbono formarsi un'opinione e formulare dei giudizi, finiranno per delegare in modo troppo esteso ed acritico le decisioni politiche che riguardano la costruzione stessa della societa' del prossimo futuro. In particolare, nel settore specifico delle biotecnologie, si potrebbe c
onfigurare un "paternalismo" di Stato che imponga finanche i propri valori e le proprie opinioni rispetto ai rischi implicati dalle applicazioni della Scienza. Se il pericolo oggettivo e la paura non sempre sono correttamente associati, la tendenza a sottostimare i pericoli reali e quindi ad affrontarli senza cautele e, d'altro canto, quella di prefigurarsi apocalissi biotecnologiche del tutto immaginarie, possono essere riequilibrate, individualmente e collettivamente, solo attraverso un'efficace educazione scientifica. Un cittadino che abbia cognizione del progresso sara' piu' difficilmente influenzato dal paternalismo delle istituzioni e, a sua volta, sara' maggiormente capace di orientare le decisioni di una classe politica cosi' sensibile al consenso.
Una richiesta forte di iniziative e campagne informative/formative mirate alla condivisione del sapere biotecnologico, giunge da Maria Gigliola Toniollo, responsabile nazionale dell'Ufficio Nuovi Diritti-CGIL, che, insieme a Luigi Agostini (Dipartimento Politiche di Cittadinanza), e coerentemente con anni di impegno nel settore della bioetica, ha organizzato il convegno "Genetica e Cittadinanza - Scienza, etica, politica" (CGIL, Sala Santi - Corso d'Italia 25, Roma - martedi' 1 dicembre, ore 15-19). Renato Dulbecco, Sergio Cofferati, Stefano Rodota', Giovanni Berlinguer, Marcello Buiatti, Gilberto Corbellini sono alcuni tra i protagonisti di una conferenza che vuole fare il punto sul Progetto Genoma, su rivoluzione genetica e privacy, test genetici e medicina predittiva, sviluppo delle biotecnologie e terzo mondo, ma soprattutto su genetica e politiche sociali. "Nuovi diritti, nuove discriminazioni": e' il filo conduttore di un dibattito che pone all'ordine del giorno la necessita' di riscrivere lo statuto
dei lavoratori tenendo conto anche delle conseguenze che le biotecnologie avranno sui rapporti di lavoro. L'oscurantismo diffuso, il sensazionalismo mediatico ai limiti della propaganda positiva o negativa, e la gestione elitaria della definizione delle regole piu' idonee a governare le applicazioni scientifiche, possono essere battuti soltanto se il contesto del dibattito biotecnologico verra' esteso a tutta la collettivita'.
A cento anni dalla riscoperta degli esperimenti di Mendel, a cinquant'anni dagli studi sulla struttura delle proteine e del DNA, a trent'anni dal passaggio dalla genetica descrittiva a quella manipolativa, a dieci anni dal primo brevetto di un topo modificato geneticamente, la genetica contemporanea non rappresenta certo una minaccia e, anzi, la valutazione dei suoi benefici e rischi, nonche' delle sue potenzialita', potrebbe costituire il nuovo clivage tra modernita' e anti-modernita', un discrimine che va utilmente oltre la sterile contrapposizione tra laici e cattolici. Sul "come" stabilire in questo settore politiche pubbliche eque, garanti dei diritti e delle liberta' individuali e rispettose degli interessi collettivi si giochera' gran parte della credibilita' di chi attualmente ci governa. Credibilita' che potra' essere facilmente misurata dall'ordine di priorita' che verra' assegnato a iniziative concrete per sconfiggere l'attuale analfabetismo scientifico, particolarmente radicato nel nostro Paese.