europeo sulla Turchia che potrete seguire sul sito di radio radicale radioradicale.it in real audio & video L'adesione della Turchia
Rel. Hannes Swoboda (PSE A)
Doc. A4-432/98
(mercoledì 2 dicembre)
La Turchia potrà entrare nell'Unione europea quando avrà soddisfatto i criteri economici e politici stabiliti
a Copenaghen. E' questa la conclusione a cui è giunta la commissione affari esteri, sottolineando che le
difficoltà si pongono soprattutto a livello politico.
Le promesse fatte da Ankara al Parlamento europeo in questo settore, infatti, non sembrano essere state mantenute.
Non si constatano significativi progressi per quanto riguarda aspetti cruciali quali il deficit democratico o la protezione
dei diritti dell'uomo, come dimostra la lista di violazioni che continuano ad essere segnalate.
Per risolvere questo nodo il governo turco dovrebbe prendere una serie di provvedimenti: la fine della persecuzione,
delle torture e degli arresti di cui sono oggetto i prigionieri politici; l'abrogazione della legislazione antiterrorismo; la
soluzione pacifica del problema curdo, nel rispetto dell'integrità territoriale del paese, attraverso il riconoscimento dei
diritti costituzionali e della rappresentanza democratica di questo popolo; il rafforzamento del controllo
sull'amministrazione e sull'esercito, che ha oggi un ruolo costituzionale illegittimo; l'abolizione dello stato di emergenza
nelle province orientali e del sud-est e lo sviluppo economico di tali aree.
Un altro ostacolo importante all'adesione della Turchia è quello dell'occupazione del nord di Cipro, che ritarda fra
l'altro l'entrata di quest'ultima nell'Unione. Il governo di Ankara deve contribuire alla soluzione pacifica della
questione, sulla base della risoluzione delle Nazioni Unite.
Il miglioramento della situazione, conclude la relazione, dipende dunque essenzialmente dalle autorità turche, che
hanno la responsabilità di presentare proposte concrete in materia ed un calendario che stabilisca i tempi di
realizzazione.