Scritto da V.Donvito il 2-Dic-98:
VD> in questo luogo, ci si confronta solo su cose astratte.
VD> interessanti e utili, ma astratte. Tutte le volte
VD> che si inseriscono delle lettere su come organizzare, come fare,
VD> se fare, dove fare .... cala un silenzio tombale. L'impressione
VD> -ripeto: l'impressione- e' che i frequentatori abbiano una sorta
VD> di timore a dire la propria, in assenza della tradizionale guida
Probabilmente per "cose astratte" intendi le mini-discussioni sul comunismo o le definizioni di liberalismo, liberismo, ecc.
Non sono d'accordo che si parli "solo" di cose del genere: anzi, al contrario, la conferenza e' quasi "solo" un bollettino dei comunicati ufficiali della LP e di articoli di giornale.
E' piena di prese di posizione precise e puntuali (mi associo agli elogi per l'attivita' di Benedetto), cose molto concrete. E' piena di inviti alla mobilitazione su iniziative decise nelle riunioni al partito, di liste di tavoli.
Le "cose astratte" sono davvero poche (troppo poche) e per pochi "che hanno tempo da perdere" (virgolette!), talvolta forzate da qualche "provocazione", e durano lo spazio di un mattino.
Tu lamenti la mancanza di una discussione, qui, sul "come" e sul "dove", soprattutto.
A me manca di piu' la discussione sul "cosa".
Il "cosa" sembra sempre scontato, e non lo e' mai.
"Rivoluzione Liberale", "Regime", "Liberismo", "Liberta' di scelta" sono parole capaci di funzionare, talvolta, ma sono parole.
E' importante continuare a riempirle di significato, discutendone e rimettendole in discussione, anche. Perche' altrimenti si rischia, succede, di scoprire di aver usato a lungo parole comuni per intendere cose diverse.
Si scopre, magari, di essere molto diversi sul "cosa", anche se le parole comuni sembravano dimostrare il contrario.
Ci vuole Pannella, per discuterne? Forse si'.
E dopo l'elenco degli errori e degli orrori degli "altri", dopo avere un po' parlato del "cosa", di potrebbe (dovrebbe?) parlare anche di "strategia politica" (chiedo scusa) e non solo di singole iniziative contingenti (certo, lodevoli e concrete) per aprire "spazietti" subito ricoperti o per strappare un piccolo diritto fra centomila lesi.
Cioe' parlare di come un soggetto politico di ora, o di fra un po', possa incidere "in pratica" sulla politica di questo Paese, non solo come testimonianza/"semina di verita' per il futuro". Se e' possibile.
L'assunzione fondamentale e indiscussa e' che ci sia un regime da abbattere, che gli italiani siano in grandissima maggioranza contro questo regime, che se fossero sufficientemente informati delle tesi pannelliane la rivoluzione sarebbe cosa fatta.
Io credo che rispetto per la gente sia anche riconoscere che buona parte della, appunto, gente dissente da elementi importanti della lettura pannelliana. Che ha tutto il diritto di dissentire, perche' la politica pannelliana non e' solamente politica antipartitocratica, per la democrazia, per lo stato di diritto, buona per tutti, indiscutibile; ma e' anche, politica "di parte", di scelta contro altre scelte, ugualmente oneste e legittime e democratiche.
E allora, forse, le ricorrenti affermazioni sul come siano, gli altri, "tutti uguali" (lo dice sempre anche la sora Assunta), l'orgoglio della diversita', non bastano: sarebbe utile individuare una strategia per una battaglia di parte, appunto, NELLA politica italiana, e non sopra o ai margini di essa.
Gli "altri", piaccia o non piaccia, vanno avanti "fanno cose" [(c) N.Moretti]...
Credo che meritino attenzione, in positivo o in negativo, non solo quando intervengono a favore o contro Radio Radicale.
Certo, non e' facile. Mancando Pannella, e' probabilmente impossibile. Ma intanto...