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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Nikolaj - 5 dicembre 1998
Davvero un confusione...

Vorrei dire "grazie" ad Antonio Grippo per inserimento qui un po' di luce su cosa era discusso all'assemblea di giovedì, dove io non ho potuto partecipare come si può capire.

Pero', un paio di osservazioni e forse anche disaccordi sul tema.

Io sono un radicale, che viva a Mosca, Russia. Mi sono iscritto al Partito Radicale (al Partito radicale, ripeto, che solo dopo e' anche transnazionale, transpartito, antimilitarista, antipartitocratico, antiproibizionista eccetera eccetera, che ognuno può leggere sulla propria tessera) da dieci anni, dal 1989. Qualcuno potrebbe chiamarmi anche "un radicale antico" :)

Qui a Mosca sto lottando civilmente e politicamente già più di 15 anni, 10 anni insieme con e al nome di Partito radicale. Mi sono iscritto dieci anni fa perché ho trovato un partito laico, l'unico partito, che risponde a tutti miei ideali: antimilitarismo, antiproibizionismo, ecc. Ho letto e ho saputo la grande storia radicale e oggi questa storia e' anche la mia storia - personalmente e politicamente. E non solo quella sin dal 1989 con la mia partecipazione, ma anche le battaglie antiche (divorzio, obiezione di coscienza, ecc.) condotte quando io non ho potuto leggere niente. Ho visitato la sede radicale a Roma quando era alla Via di Torre Argentina 18.

Scusatemi per favore questa lunghezza autopubblicitaria. Solo per rendere più visibili le miei posizioni, perché sono più un "lettore" nella questa conferenza che un "scrittore".

Vorrei chiedere solo una cosa. Capisco benissimo tutta la necessita ed urgenza della "lotta antipartitocratica ed antiregime per cambiare istituzioni, politica ed economia del nostro Paese". Proprio perché posso dire la stessa cosa sul regime partocratico, comunista, postcomunista, neocomunista e criptocomunista anche del MIO paese, Russia. Un regime, che ha portato la Russia ai feroce crisi di oggi e che rischia produrre niente che il nuovo Weimar russo.

Quindi, non penso che la lotta antipartitocratica (ciò e' la battaglia per la riforma elettorale uninominale) - la lotta radicale, o del Partito radicale se volete - debbe essere "privatizzata" in qualche modo dagli radicali italiani.

Non penso, che le pagine di Karl Popper scritte nel 1987 sull'uninominale sono valide solo per la situazione italiana.

Non credo, finalmente, che la parola "antipartitocratica" sulle tessere di alcune centinaia dei radicali russi serve solo per l'abbellimento tipografico.

E cosa dobbiamo fare, qui in Russia, noi radicali russi? Siamo iscritti al Partito radicale non solo per organizzare dalla sede di Mosca le firme dei deputati russi all'Assemblea generale dell'Onu, ma anche per cambiare leggi (sulla droga, sulla leva, ma anche sulla sistema elettorale!), per fare politica nel nostro paese.

Dobbiamo creare un altro soggetto nazionale, proprio russo, nell'"area" radicale per lottare su temi storicamente e contemporaneamente radicali? Oppure dobbiamo lasciare il Partito radicale (italiano) per creare un altro Partito radicale (russo)?

No, io ho una speranza (I have a dream, mi permetterebbe): una speranza di avere il Partito radicale, transnazionale che transpartito, antimilitarista, antiproibizionista, antipartitocratica e tutto ciò e') che potrebbe svolgere le sue campagne, lotte ed iniziative (incluso anche quelle per la riforma uninominale, per abolizione leva, per le riforme antiproibizioniste nel livello non solo internazionale, ma anche nazionale, regionale e locale come quella di eroina), con iscritti e militanti, "non solo in Italia". Spero, che il prossimo congresso (che, fra l'altro, debbe involgere in qualche modo anche gli iscritti non-italiani e non solo i VIP occasionali ma anche i militanti del partito, dove esistono) riuscisse di rilanciare questo partito della speranza.

 
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