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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 7 dicembre 1998
LIBERTA' DI STAMPA ED ORDINE DEI GIORNALISTI

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

UN PROCESSO CHE E' L'OCCASIONE PER RIPRENDERE IL CONFRONTO: LEGGI INADEGUATE, IN PARTICOLARE PER LE NUOVE LIBERTA' DI COMUNICAZIONE TELEMATICA.

Firenze, 7 Dicembre 1998. Si e' tenuta stamane la prima udienza di un processo a due giovani radicali livornesi -Alessandra Impallazzo e Davide Bedarida- che nel 1996, violando coscientemente la legge, distribuirono un giornale il cui direttore responsabile non era iscritto all'Ordine dei giornalisti: "Risorgimento liberale" -cosi' il nome della testata- veniva distribuito per evidenziare la loro contrarieta' a questa legge. Sono state sollevate alcune eccezioni di incostituzionalita', su cui il pretore esprimera' una valutazione nella prossima udienza di febbraio.

"Una buona occasione per riaprire un dibattito, un confronto su un tema di attualita' notevole che, dopo il referendum del '97, e' stato messo in soffitta da tutti coloro che all'epoca, invece, mostravano intenso interesse a modifiche legislative." Cosi' interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito. "Un interesse che si e' dimostrato finto, perche' -annullato il referendum abrogativo dell'Ordine, che non raggiunse il quorum- nessuno ha fatto alcunche' (tranne i radicali, ovviamente). Sembra quasi che l'attuale legge che obbliga un cittadino ad essere responsabile di cio' che pubblica solo se e' iscritto ad un Ordine professionale ... sembra che vada bene cosi' com'e'.

E' un'enorme leggerezza, perche' le liberta' aumentano e i problemi sono piu' complessi, specialmente con l'affermarsi di uno strumento di comunicazione come Internet. Pensare che questo strumento possa essere disciplinato dalle attuali leggi sulla stampa e' molto superficiale, perche' queste sono leggi concepite quando non c'era neanche la televisione, figuriamoci nell'era della interattivita'. I limiti delle attuali normative sono assurdi, illogici, inadeguati: sono un inno quotidiano che invita all'illegalita'. In teoria tutti i giornalini che sono in rete dovrebbero avere un responsabile iscritto all'ordine, ma cosi' non e' e non puo' esserlo, grazie alla diffusione capillare e alla transnazionalita' del mezzo. E' chiaro che l'attuale legge sulla stampa va radicalmente modificata, levando il privilegio corporativo della responsabilita' ai soli appartenenti ad un sindacato che chiamano Ordine.

Il processo di oggi ai giovani radicali e' un'ottima occasione. Se c'e' qualcuno che rischia la propria liberta' personale per affermare dei principi di liberta' di tutti, vuol dire che il mare e' mosso e, prima che si trasformi in maremoto, sara' proprio il caso di metterci su varie barchette, per studiarlo e trovare le soluzioni.

Noi dell'Aduc ci proviamo, con le nostre richieste di liberazione da qualunque imposizione che non sia quella della coscienza dell'individuo e il rispetto delle leggi della comunita', ma anche la loro pubblica e cosciente violazione quando si ritengono ingiuste.

 
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