Essere radicali: volere e ricercare la rivoluzione liberale.
Rivoluzione liberale in un paese con le incrostazione che sappiamo clericali, marxiste, solidariste e fortemente, intimamente corporativiste quale e' il nostro significa oggi ricercare liberta' e sburocratizzazione per quello che riteniamo essere da liberali l'essenza della societa', la monade prima dalla quale scaturiscono e si originano le aggregazioni sociali da riconcepire e reinventare come spazi di valorizzazione ed estenzione delle liberta' individuali: l'individuo e la persona appunto.
Individuo e persona come soggetti da tutelare nelle loro attuali liberta' e da proteggere ed implementare con quelle e di quelle che sono gli altri spazi che la evoluzione tecnologica ci apre.
La persona per ritornare all'esprit (maritain, mounier!?) che ci ha trasmesso marco pannella con la consapevolezza dell' individuo e del suo essere fondamento e fine come nella lezione hayekiana.
Nuove formule di organizzazione che superino i modelli e le strutture ottocentesche. La sconfitta della burocrazia e della marcescenza che hanno spesso dimostrato le societa' continentali in primis.
L'abbattimento dei riflessi neo autoritari di stati che a partire dalla fiscalita' (da reinventare) erodono e divorano con velocita' e famelicita' sempre crescente le nostre vite lavorative, i nostri spazi economici, il nostro tempo di lavoro e noi stessi per finire.
Se nonostante le grandi rivoluzioni liberiste degli anni 80 la fiscalita' aumenta anche in quei paesi a noi modello che dire di cio' che avviene nelle morenti economie continentali. Li' (qui!) si erode possibilita' di sviluppo, liberta' di lavorare e di creare: in definitiva liberta' di vivere.
E la ipernormazione?! La congerie legislativa?! Le leggi che si interessano di cio' che ingeriamo e di cio' che siamo, di come appariamo e di come dobbiamo lavorare espellendo noi stessi dalle possibilita' stesse di governo di noi stessi? La rivoluzione liberale e' anche questo; riconcedere sovranita' e liberta' alle persone o alle loro libere aggregazioni, su se stessi e sul modo di interagire con altre libere persone; e noi sappiamo che la congerie legislativa che apre la via alla dittatura giudiziale a quella peste che pare propagarsi dall'italia all'europa e forse anche all'ltro lato dell'atlantico sostituendosi e spesso fagocitando i sistemi di decisione liberaldemocratici!
Quale liberta' se non sotto la legge certa?! e ci pare che lo stesso beccaria o la civilta' giuridica degli stati di diritto o del superiore rule of law sia stata superata o dimenticata verso forme di interventismo penalistico che nella confusione iperlegalizzatrice (o meglio dire degiurificatrice!) stia configurando un modello di "stato penale" o tutele giudiziarie che non hanno piu' alcun rapporto con le garanzie ma che piuttosto le superano e dimenticano come impedimento al da loro ritenuto "buon funzionamento" della macchina statale e penale (lo stato dei padroni dello stato tout court!); di quello stato in definitiva che vorrebbero secondino di un grande bagno penale.
E' la eterna storia della espansione incontrollata dei poteri che occupano gli spazi vuoti o mal guarniti dalle tutele. Ripiantare le grandi colonne delle garanzie e delle liberta' dell' individuo nello stato e' oggi urgente o provare a superare l'idea stessa di stato o meglio di "ridurlo" di fargli fare passi indietro lasciando quei baluardi necessari perche' lo "stato (di natura)" risultante non sia quello ferale.
Liberare l'economia, liberare le possibilita' di lavoro ed il lavoro stesso, sostituire le burocrazie statali o parastatali con concorrenza e liberta' di offrire di meglio; aumentare le liberta' di scelta (e che altro e' liberta'?!) ridando la sovranita' di scegliere alle persone garantendone di simili a chi non ne ha di proprie per le scelte necessarie o importanti. Ridurre il diritto penale, liberare una societa' che vive molto piu' a lungo di quella passata dell' obbligo di morte sociale e civile che e' oggi rappresentato dalla pensione obbligatoria restituendo liberta' anche in questo campo. Restituire e garantire i diritti privati e di proprieta' annullati da un processo civile che e' oggi nient'altro che un incivile processo di demolizione delle proprieta' e delle liberta' economiche; riaffermare la sovranita' dell' individuo nella scelta delle cure e la liberta' del medico restituendolo alla propria liberta' di persona e di "scienziato" e non come alcuni vorrebbero di burocrate passacarte al servizio
delle burocrazie incapaci ed inette dei ministeri vari. Garantire la effettiva liberta' di stampa che e' null'altro che la fdondamentale liberta' di parola non rinunciando anche in questo campo alla integrita' dell' individuo e della sua personalita' che deve essere riconsegnata al consesso civile integra e difesa dalle oligarchie giornalistiche che ad oggi ritengono di poterne disporre come meglio credono.
per me cio' sarebbe Rivoluzione Liberale o almeno parte di essa.
e di queste cose una sola storia e teoria di prassi puo' a mio giudizio occuparsi: quella stranezza radicale, quasi "incidente" nella storia di questo paese.
amedeo