COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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CONDANNATA TIN/TELECOM PER INTERNET
UN PICCOLO STOP ALL'ARROGANZA DEL MONOPOLISTA FINTO CONCORRENTE
Firenze, 8 Dicembre 1998. L'Autorita' garante della concorrenza e del mercato ha condannato Tin/Telecom per pubblicita' ingannevole. Si tratta della campagna abbonamenti ad Internet con gli slogan "Scegli il meglio nel mare di Internet. Scegli Telecom Italia Net" e "Mare chiaro, vantaggi limpidi: l'abbonamento Flat a sole 248.000 lire". L'Autorita' ha ritenuto scorretto il messaggio perche' Tin/Telecom avrebbe enfatizzato la sua offerta come la migliore del mercato, facendo leva sul suo legame con Telecom, quasi fosse una garanzia maggiore sulla qualita' del servizio.
"Un piccolo stop all'arroganza del monopolista". Cosi' commenta l'Aduc, per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito. "Infatti Tin/Telecom e' convinta di poter fare tutto quello che vuole, perche' le regole che valgono per tutti non sono altrettanto per lei, che -oltre ad aver ereditato il pacchetto clienti della Telecom- compete in maniera distorsiva del mercato: e' lei stessa la fornitrice monopolista dei servizi base per i suoi concorrenti (le linee dedicate urbane che gli internet provider devono noleggiare per collegarsi ad Internet) e per tutti gli utenti della rete (monopolio tariffe urbane).
L'arroganza del monopolista sta in questi giorni affermandosi anche con i profitti privati che fara' grazie all'accordo con Murdoch sulla piattaforma digitale, facendoselo pagare dagli utenti con gli aumenti sulla tariffa urbana.
Questa sentenza dell'Autorita' e' una piccola ma importante cosa, perche' e' occasione per ricordare come il mercato italiano delle privatizzazioni si sta evolvendo -Telecom/Tin in testa: ai danni di consumatori e utenti, costretti a pagare per servizi sempre piu' scadenti e costosi, con la sola differenza che, mentre prima i profitti (quando c'erano) tornavano nelle casse di chi aveva rischiato (lo Stato), oggi a decidere e' sempre lo Stato (grazie al suo potere di golden share), ma a guadagnare sono i privati che detengono la maggiorparte delle azioni, con in piu' il fatto che lo Stato non rischia, ma prende i soldi direttamente dalle tasche dei consumatori (aumenti tariffe urbane).