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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 10 dicembre 1998
COSTI DELLA GIUSTIZIA E VITTIME DELLA STESSA

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

LA MORTE DI RENZO RONTINI RICHIAMA ALLA MEMORIA QUELLA DI ENZO TORTORA: ENTRAMBI VITTIME DELLA RICERCA DI GIUSTIZIA.

ASPETTIAMO IL PROSSIMO? FINO A QUANDO?

Firenze, 10 Dicembre 1998. Renzo Rontini e' morto ieri in una strada di Firenze, accasciandosi all'improvviso nei pressi della Questura dove spesso si recava. Nelle scorse settimane gli era stata sequestrata la casa, per pagare i debiti che aveva contratto con la giustizia: non si era rassegnato al fatto che gli assassini di sua figlia non avessero un nome -oltre all'epiteto universalmente conosciuto di "mostro di Firenze"- e la sua costituzione di parte civile gli era costata un patrimonio.

Interviene Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc.

La morte di Enzo Rontini ci fa venire in mente quella di Enzo Tortora: entrambi consumati e distrutti per l'affermazione della giustizia, al punto da lasciarci la vita.

Questa vicenda mette in risalto le enormi -e tragiche- difficolta' a cui deve sottomettersi il cittadino che non intende rassegnarsi ad una giustizia che non giudica. Lo Stato, proprio perche' (almeno per il momento) e' l'unico delegato dai cittadini a giudicare, non puo' abbandonare gli utenti di questo servizio a se' stessi; non puo' indirizzarli sul percorso del rispetto delle leggi, assisterli fino ad un certo punto e, quando non riesce nel suo intento, demordere, salvo poi -come nel caso di Renzo Rontini- ripresentarsi a batter cassa come garante della riscossione di crediti contratti proprio per la sua assenza.

La questione e' di pura economia della giustizia: come e dove indirizzare i soldi che i contribuenti mettono a disposizione per garantirsi una vita tranquilla.

Il legame con quello che lo Stato spende per i collaboratori di giustizia e' conseguenziale: l'intento e' sempre lo stesso: rendere giustizia. Ma non sembra essere lo stesso quando -come nel caso di Renzo Rontini- decide che un morto, non per motivi di casualita', debba restare senza giustizia.

E questa inadempienza, proprio come nel caso Tortora, ha portato alla morte dei suoi protagonisti.

E non pensi, lo Stato, che morto il protagonista, il problema possa andare nel dimenticatoio. La morte di Renzo Rontini non e' purificatrice, ma e' solo tragica. Di una tragedia il cui copione spesso si ripete, ma che si continua a voler far finta che non sia tale.

Aspettiamo il prossimo? Fino a quando?

La questione, ovviamente, l'abbiamo girata anche la Ministro di Grazia e Giustizia.

 
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