Trascrizione di interventi pronunciati nella assemblea svoltasi a Roma, presso la sede di Via Torre Argentina, il 3 dicembre 1998 alle ore 18,00.Trascrizione integrale non editata.
Intervento di Donato De Renzis.
Io sono Donato De Renzis, vengo da Campobasso, sono venuto qui con un altro compagno Antonio Marchitelli e siccome giudico preziosa questa occasione, io credo di non utilizzare piu' di 8 minuti pero' eventualmente mi tagliate subito e smetto dovunque arrivo. Io per rispetto a voi e anche a me stesso saro' molto franco nelle cose che verro a dire. Non mi piace, non mi e' piaciuto, non mi sono piaciute una serie di cose che ho sentito, alcune altre cose sono interessanti, ma mi interessa piu' la pars destruens diciamo, per due ragioni: "guardano indietro", la mia percezione era questa, un guardare indietro, una sorta diciamo di autopurificazione coscienzionale, non saprei come chiamarla, e un aspetto che mi ha colpito, un'impressione, sbagliero' e un'altra diciamo un indulgere eccessivo come dire su questioni interniste e un po' autoreferenziali, lo statuto. Io riconosco una sola forma di ritualita' che mi sembra giusta, quella diciamo del rispetto delle regole formali che ci si danno, pero' leggo un che di s
acerdotale no, che mi spaventa un po', leggo in certi toni. Siccome credo che intanto noi su una mailing list, su Internet, abbiamo organizzato a Napoli domenica un incontro che grosso modo diciamo parte da queste stesse esigenze, non sapevamo che domani mi pare a Napoli stesso c'e' un altro incontro ancora di compagni e amici radicali, sabato, noi non sapevamo di questo insomma, comunque meglio che si fanno, piu' si fanno queste cose e meglio e'. Io vorrei uscire con una proposta e faccio solo un paio di considerazioni, su un punto, perche' figurarsi qui si tratta di, insomma ci capiamo. Io vorrei partire da una cosa, dalla formula e dal concetto che Marco Pannella ha espresso qualche tempo fa, il regime va abbattuto. Io credo di intendere questa formula in questa maniera; io penso che in questo regime, prima che esser fuori, cioe' percepito come qualcosa di esterno, che costringe, reprime, che ottunda ect. Credo sia qualcosa che ha a che fare con la coscienza del paese; cioe' io penso che ci sia un reg
ime che e' nello spirito pubblico di questo paese e nella coscienza, nel senso comune di questo paese. Per me il problema e' questo: come, quali varchi aprire in questo spirito pubblico, in che maniera, in che modo. Rapidamente, io trovo che tutta l'esperienza radicale sta in tre grandi cose: il divorzio, l'aborto, la battaglia per i diritti, per il diritto, come dice Marco Pannella, una cosa splendida, il diritto alla vita, la vita
Penso anche che la grande lezione di linguaggio di Marco Pannella, consegnata a questo paese che questo paese metabolizzera' in qualche maniera, riducendolo al nulla, perche' quella invenzione di linguaggio, quando si inventa un linguaggio, significa che si scoprono cose e con quel linguaggio queste cose vengono restituite a chi prima non le vedeva e poi le vedete. Se noi quel linguaggio lo usiamo come uno stereotipo, noi non aggiungiamo nulla, rischiamo il sacerdozio. Per me il problema e' capire come entrare in quello spirito pubblico, in quel regime e per far questo io credo che noi dobbiamo mettere al centro alcune grandi cose, per usare un linguaggio marziano della sovrastruttura e cioe' per esempio ne tiro giu' un paio allora: i temi della bioetica, il problema dell'eutanasia, mi vengono cosi', il tema del controllo delle nascite su scala planetaria, perche' a questo e' legata la guerra, a questo e' legato il genocidio, a questo sono legate tutte le cose ect. Io le posso solo enunciare ma questo corpo
di problemi noi potremmo avere e qui anticipo quella che era la conclusione di questo intervento, la proposta concreta. Potremmo fare, come dire, un seminario di approfondimento per specializzazione su queste cose qui e arrivare poi a un momento razionale, io penso due, tre, quattro giornate, non credo che costino molto visto che i compagni, gli amici che partecipano, autofinanziano, pagano, non c'e' una struttura di partito che paghi o che, in cui si lanci qualcosa e vado avanti per aspetti generici, io potrei se i compagni, gli amici lo vogliono, potremmo noi dalla parte periferica, da cui provengo, da questa piccola regione, da questa piccola citta', nella quale tra l'altro per la verita' siamo abbastanza chiassosi, abbiamo continuato ad essere chiassosi e presenti con questi mesi. Ecco, io credo, che in tutto questo siano indispensabili due presenze, la cui mancanza si avverte in maniera drammatica, non soltanto per noi ma veramente per la pubblica opinione, che ovviamente questa pubblica opinione, non p
uo' esprimersi, perche' non ha i mezzi, lo sappiamo perche' o percome: parlo di Marco Pannella, parlo di Emma Bonino. Io mi sono interrogato i questi giorni su una cosa; io per come ho conosciuto Marco Pannella, per quel po' che ho capito, se ho capito anche quel po', credo che forse noi non possiamo solo chiedere a lui, forse bisogna far vedere che c'e' qualcos'altro, cioe' qualcosa deve venire da noi; io non so se la formula di un contratto, brutta parola, ma cosa possiamo noi offrire a Marco Pannella, io non conosco, ripeto parlo non conoscendo adesso situazioni, condizioni, relazioni, rapporti, non so, pero' penso cosa potremmo noi offrire a Marco Pannella, che tipo di contratto si puo' sottoscrivere, perche' lui dia a noi, perche' ce n'e' un ossessita' di questo, un momento e un punto di sintesi sulla situazione politico - legale, la chiamerei cosi', tremenda, terribile, altri prima di me hanno richiamato qualcosa a questo riguardo. Quindi e' una proposta, non sola forma in cui questo puo' esser fatto,
si potrebbe pensare a un documento, un documento significativo sottoscritto da migliaia di amici e compagni in diverse parti d'Italia, io avevo pensato a un tavolo telematico e a tavoli da aprire chiedendo la pubblica opinione di sottoscrivere un appello a Marco Pannella ma perche' non so se questa puo' essere una strada, ecco io avverto questa difficolta', avverto la mancanza della sua voce in questo momento. Allora il mio problema e', io non so, mi mancano elementi di conoscenza, ma dico cosa si puo' fare perche' la sua voce ritorni in questo paese. Ecco questo e' il mio problema, non posso che ragionare cosi' per flash ovviamente molto generici, non generali, generici. C'e' la vicenda di Emma Bonino, sono state fatte grandi cose; Emma Bonino e Emma Bonino e per il ruolo che ha come commissario europeo, tutto questo non e' nato come l'iniziativa no, tutto quello che sta succedendo, anche la proposta Bonino for president ect. ect. come risultato, risultante di una iniziativa di una parte politica la nostr
a ect. ect. no, e' una luce che sta li' quasi autoprodotta no e mi chiedo, questo per noi cosa puo' significare, che cosa puo' diventare. Ok, ho finito, vi ringrazio.