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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Roma - 15 dicembre 1998
ASSEMBLEA DEL 3 DICEMBRE - INTERVENTI
Trascrizione di interventi pronunciati nella assemblea svoltasi a Roma, presso la sede di Via Torre Argentina, il 3 dicembre 1998 alle ore 18,00.

Trascrizione integrale non editata.

Intervento di Olivier Dupuis

Visto che ci sono molte cose complicate forse qualche segnale positivo sulla battaglia che ci ha visto almeno in questi ultimi mesi molto impegnati, per quanto riguarda la Serbia, Milosevic, quello del cambiamento sostanziale, poi tutto e' sempre da verificare, dell'amministrazione americana, con una dichiarazione molto forte ieri del portavoce del dipartimento di stato Rubin che ha fatto una conferenza stampa a Belgrado. Questo credo sia una cosa importante, poi noi a volte non abbiamo il senso delle dimensioni pero' molto spesso invece l'abbiamo; io credo che quel nostro lavoro, quella raccolta di firme e le altre iniziative che abbiamo fatto in questi ultimi mesi sul Kosovo, sicuramente sono stati segnali che sono usciti pubblicamente, in continuazione, in tutti i giornali del Kosovo, sono segnali che sono stati sicuramente molto utili alla parte piu' seria che oggi, quella dell'Uck, questo indubbiamente uno degli elementi che ha consentito di non arrivare a Olbu, in particolare di non arrivare a fare un

accordo di tipo di quello di Dayton e quindi di avere oggi ancora delle possibilita' di arrivare a un accordo, che sia un accordo in prospettiva positivo per i kosovari, ma anche positivo per i serbi e cioe' per il ristabilimento della democrazia in Serbia. Io credo che con questo intervento degli americani, un passetto significativo e' stato fatto ieri, ora bisogna continuare, tentare di premere perche' finalmente il nostro slogan che era "liberta' per i kosovari, democrazia per i serbi" diventi cosa concreta non soltanto per gli americani, che ancora una volta hanno capito prima degli europei, cioe' non di norma dei nostri governanti, ma che diventi anche realta' per i nostri governi. E quindi sicuramente questa campagna deve andare avanti, altre iniziative vanno prese, un supporto politico forte va dato agli amici dell'Uck e a chi vuole una soluzione seria del problema del Kosovo e del problema della Serbia. Quindi questa cosa piccola, poi sara' tutto da verificare, ma come piccola cosa positiva.

Io intanto chiedo che una premessa vada riconfermata anche se molti l'hanno sottolineato, De Renzis ma anche altri che bisogna stare molto attenti quando si parla di congresso e, bisogna stare attenti perche' si parla del congresso di un soggetto politico, non si parla come altri hanno fatto di un congresso dell'area che non vuol dire assolutamente niente, che questo soggetto politico e' il soggetto politico Partito Radicale, a meno che uno voglia fare il congresso di fondazione di qualcos'altro che e' una cosa perfettamente legittima, ma per quanto riguarda il congresso del Partito Radicale, riguarda il congresso di un soggetto politico che ha avuto una mozione, che ha degli obiettivi, che ha uno statuto anche se in parte non e' piu' stato attuato in alcune delle sue parti negli ultimi tre anni e che quindi di questo si parla; quindi bisogna scindere bene alcune cose: la convocazione dei mille che convocano Marco Pannella per qualcosa non e' sicuramente il congresso del Partito Radicale, e'qualcosa di dive

rso e quindi non e' di questo di cui si parla quando si parla di congresso del Partito Radicale. Un'altra cosa che penso sia molto importante chiarire e' che il congresso del Partito Radicale non e' mai stato un tabu' in tutti questi anni; io credo che e' stata, io lo rivendico come tale, che Danilo sono sicuro rivendica come tale, e' stata ovviamente una responsabilita' innanzi tutto del Tesoriere e del Segretario del Partito di non convocare il congresso del Partito nell'anno scorso e nell'anno precedente, pero' e' anche stata una responsabilita' di tutti gli iscritti del Partito Radicale e io credo che e' stata una grande dimostrazione di responsabilita' da parte di tutti gli iscritti al Partito Radicale che credo nella stragrande maggioranza erano consapevoli dell' impossibilita', per una serie di cose, che tutti ben conosciamo, per una situazione complessiva molto molto difficile che hanno responsabilmente non richiesto, come potevano fare, la convocazione del congresso del Partito Radicale.

Oggi indubbiamente le cose stanno cambiando sia se si guarda il Partito Radicale nel senso stretto del partito Radicale sia se si guarda anche alla situazione italiana che come sappiamo il 90% degli iscritti al Partito Radicale sono anche militanti della Lista Pannella tra virgolette o dell'area radicale impegnata sul fronte italiano. Quindi sappiamo anche delle difficolta' a volte di scindere e di capire la' dove ci troviamo e indubbiamente su tutti i due fronti la situazione e' cambiata, e' cambiata in modo diverso c'e' una richiesta di ritornare a essere organizzato ad affrontare, a tentare di concretizzare le intuizioni di Marco dell'abbattimento del regime che e' una cosa molto diversa del fatto che un regime non puo' che abbattersi, abbattere il regime e' l'opposto e questo regime se dovesse abbattersi da solo allora possiamo tutti andare in vacanza e non avremmo gran che da fare; ma sicuramente questa consapevolezza in molti di noi che una serie di fattori sono cambiati e che quindi probabilmente del

le condizioni per fare qualcosa di nuovo che ci consenta di attuare questa parte del nostro impegno politico sul fronte italiano c'e' e questo fa anche il numero delle persone che oggi e anche in altre assemblee fatte recentemente in Italia, e' una dimostrazione di questa consapevolezza; c'e' poi la consapevolezza del fatto che anche per il Partito il rimandare l'appuntamento congressuale che e' l'appuntamento principale del Partito e' ora una cosa assolutamente improponibile che quindi dobbiamo arrivare al momento congressuale per due ragioni: una e' stata sottolineata molto molto bene da Paolo Pietrosanti nel suo documento per appunto delle ragioni statutarie del fatto che noi siamo organizzati intorno a delle regole e che queste regole sono sempre state importanti. Pero' questa e' una ragione e secondo me quanto importante sia non e' sufficiente; c'e' una seconda ragione che e' anche una ragione che esiste sul fronte italiano, che e' una ragione che esiste ed e' fondamentale per quanto riguarda il Partito

Radicale, che e' quella della politica e cioe' non soltanto dello stato del Partito che ci consentira' di capire quello che siamo riusciti a fare e quello che non siamo riusciti a fare, ma e' anche il progetto che a partire da questa esperienza di questi dieci anni, dall'88 dal congresso di Bologna, dal congresso pure dell'89, a dopo dieci anni, dopo fallimenti, dopo successi, dopo una grande esperienza accumulata da tutti i militanti del Partito Radicale cosa vogliamo bilanciare; sappiamo che per dieci anni abbiamo accentuato il fatto che la valenza del Partito Radicale era la valenza soprattutto del fatto dell'esistenza stessa di un primo partito transnazionale transpartitico, sappiamo che questo oggi non e' piu' una cosa cosi' innovatrice come lo era dieci anni fa e che probabilmente oggi il Partito Radicale che dobbiamo riproporre e quindi sancire con decisione congressuale deve essere qualcosa di diverso e quindi deve essere caricato di contenuti politici e qui ringrazio i diversi compagni, i compag

ni che hanno fatto dei primi sforzi, tentativi tipici di un dibattito precongressuale credo che questo sia anche un altro degli aspetti positivi di questa serata che stiamo dibattendo su qualcosa che non possiamo, che non siamo ancora in grado di definire; quindi tentare di capire tutti insieme da qui al congresso per poi avere una maturazione molto piu' profonda durante il momento congressuale quali potrebbero essere questi obiettivi intorno ai quali noi ci rifondiamo, rilanciamo questo strumento transnazionale, il diritto di grandi principi sono abbastanza chiari, la vita del diritto, il diritto alla vita, sappiamo, pero' il problema poi di come con queste due prime battaglie che piu' che le altre in particolare quella per il tribunale internazionale che e' la concretizzazione di un primo momento di diritto organizzato a livello internazionale quali altri momenti, battaglie, obiettivi politici ci possiamo dare per poter riaggregarci e non riaggregarci in Italia, far in modo che questo sia uno strumento an

che transnazionale e cioe' ripartire anche con obiettivi che ci consentano di fondare di radicali il partito non solo in un paese, ma in tanti paesi.

Quindi abbiamo la questione della droga, abbiamo li' un problema di aggiornamento molto serio, abbiamo avuto la sconfitta nel referendum svizzero della settimana scorsa anche se il 23% per la legalizzazione cioe' ha anche una valenza pero' e' anche una sconfitta perche' dopo il referendum vinto sull'uso terapeutico della marijuana l'anno scorso, questo referendum e' ovviamente di segno radicalmente diverso. Quindi abbiamo la giustizia dopo il tribunale internazionale sui crimini contro l'umanita', di genocidio, crimini di guerra, una corte universale sui diritti dell'uomo ma come articolare una battaglia di questo tipo. Si e' parlato, ora non mi ricordo piu' chi, della necessita', penso Mariano, di rilanciare la battaglia federalista, io credo che sia sicuramente uno dei temi sul quale una riflessione approfondita va fatta, io sono personalmente convinto delle nuove possibilita' per rilanciare questa battaglia ci sono, pero' una cosa e' avere un'intuizione, un'altra cosa e' metterci tutti insieme nelle cond

izioni di individuare i punti, le tappe, gli obiettivi concreti che ci possono consentire davvero di essere portatori di qualcosa di nuovo e non soltanto di vecchi quant'anche bellissimi slogan come gli Stati Uniti d'Europa. Quindi questo un altro tema sicuramente sul quale possiamo lavorare. Poi, credo l'ha detto Diego, la questione dell'ozono, poi io potrei aggiungere la questione della gestione mondiale dell'acqua, sicuramente i nostri amici verdi sempre meno hanno queste cose che sono sempre piu' importanti, sempre meno le hanno come priorita' e quindi anche li' collegato con la questione del diritto e quindi di convenzioni nazionali e quindi anche di luoghi dove queste convenzioni possono essere fatte rispettare e quindi sicuramente questo e' un altro filone, pero' questo non e' una cosa che noi possiamo improvvisare. Allora io vi dico la mia convinzione, era di arrivare a proporre entro pochi giorni, perche' abbiamo il problema della campagna di iscrizione, anche se non riguarda tutti c'e' chi con un

intervento un po' bilioso, ci ha gia' preannunciato che non si iscrivera' per il '99, ma diciamo che per tutti gli altri credo che il problema cioe', marzo, un congresso a marzo, ma siamo sicuri noi che possiamo essere da qui a marzo nelle condizioni di arrivare ad un congresso in cui possiamo prendere delle decisioni che siano delle decisioni vere, cioe' in grado poi di darci a tutti la capacita' di ripartire non soltanto come una riproposizione un po' burocratica di quello che abbiamo fatto in questi ultimi tre o quattro anni ma con un nuovo slancio, una nuova capacita' di aggregare e di radicare in questo Partito Radicale, perche' sappiamo quanto e' ancora molto parziale la realta' fattuale, la realta' di questo partito al di fuori delle frontiere italiane.

Quindi marzo e' possibile, io credo abbiamo avuto in queste ultime settimane molte discussioni in sede di giunta del partito, c'e' chi e' su questa tesi di arrivare, anche perche' siamo tutti convinti che il fatto di decidere una data non e' soltanto doveroso ma e' anche uno strumento poi per aiutarci tutti, non solo quelli della giunta, ma aiutarci tutti, iscritti, militanti del partito per accelerare e metterci nelle condizioni di arrivare a un momento di congresso, ma di congresso vero, quindi il problema e' sicuramente come diceva Paolo quello di fissare una data, pero' io credo non e' soltanto come pensa un po' Paolo la tendenza a fare un problema statutario, ma e' anche un problema di valutare molto bene l'altro versante, cioe' il fatto che noi dobbiamo essere in condizioni di arrivare non per un congresso notarile, perche' allora lo convochiamo per il 7 gennaio e chiudiamo la nostra storia e quindi in questo caso il problema non si pone, quindi su un altro versante, quello anche, diversi ne hanno par

lato, dei problemi, sicuramente abbiamo accumulato in questa situazione un po' di emergenza purtroppo che e' stata la nostra in questi ultimi quattro anni, una serie di pratiche che sicuramente con il passare del tempo hanno preso delle pieghe o assunto delle caratteristiche che sicuramente non sono piu', io credo corrispondenti con un Partito Radicale che era quello prefigurato nello statuto. Quindi sicuramente anche da questo punto di vista, ma anche li' con l'insistenza di Danilo in particolare in tutti questi ultimi mesi, stiamo per tentare di arrivare, anche per assumere fino in fondo la qualita' di organizzazione non governativa, riconosciuta presso le Nazioni Unite, ma anche l'assunzione direttamente da parte del partito del deposito di progetti presso l'Unione europea o presso altri enti pubblici o privati, cioe' in quanto Partito Radicale anche come passo concreto per tentare di superare alcune logiche che si sono sviluppate nel bene e nel male, non e' la questione importante, ma che si sono svilu

ppate sicuramente e che oggi non corrispondono piu' credo alle esigenze che possiamo avere. Quindi ci sono queste cose ma sono cose anche queste complicate perche' tutti siamo consapevoli che il fatto che un partito chieda un finanziamento all'Unione europea su un progetto concreto che sia il tribunale, che sia la pena di morte che sia qualsiasi altro, e' una cosa diversa che se lo fa una Ong come ci sono tante che vivono migliaia in giro per l'Europa e che vivono di questo. Quindi questo mi sento di dire, quindi sicuramente il dibattito abbiamo gia' un altro appuntamento in sede di giunta lunedi', sappiamo che la decisione la dobbiamo prendere intanto perche' come ho detto e' strettamente collegato alla apertura di iscrizione, l'apertura di iscrizione del '99 si fa sulla convocazione del congresso. Abbiamo una valutazione molto seria da approfondire ancora che e' quella della data, di arrivare a trovare la data, poi c'e' sempre un margine di incertezza e il margine di incertezza saremo tutti noi a tentare

di dover ridurlo al massimo, di tentare pero' di individuare una data che sia plausibile, cioe' che ci dia la possibilita' di arrivare veramente a preparare un congresso che sia un congresso vero, perche' l'ultima cosa che dobbiamo fare e' di fare un congresso che non sia un vero congresso di rilancio di questa grande esperienza anche se parziale, anche se con tutti i suoi limiti che e' stata quella dal 1988 fino ad oggi.

Grazie.

 
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