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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Mariano - 15 dicembre 1998
INTERNATIONAL CRIMINAL COURT:

IPOTESI PER UNA INIZIATIVA INTERNAZIONALE PER LE RATIFICHE.

Qui non intendo che descrivere un canovaccio di una iniziativa molto ambiziosa, di durata, che intende porsi anche il problema del ruolo del Partito, e soprattutto quello della necessità di dare forza allo strumento che, unico, consente tali ambizioni.

Sarò schematico, e in questo modo, intendo aiutare me stesso, i compagni che si sono costituiti in gruppo di lavoro su questo, nel corso della assemblea tenutasi a Roma il 10 dicembre, e tutti coloro che leggeranno queste righe. Spero siano molti compagni, perchè quel che credo sia necessario è che una ipotesi, quale quella che qui intendo illustrare e comunicare, coinvolga molte e molte persone, molti e molti ambiti, molte e molte energie.

La cosa è complessa; ma, semplificando, possiamo dire che, a che il Tribunale Penale Internazionale permanente (TPI) sia effettivamente costituito, occorre che almeno 60 stati, non solo sottoscrivano il Trattato istitutivo, ma che tale trattato ratifichino, cosa che, nella maggior parte dei casi (anche se non sempre), significa in buona sostanza che in ogni stato il Parlamento deve votare una legge di ratifica di trattato internazionale.

Il procedimento sarà lungo, tanto da divenire snervante.

La recente Conferenza di Strasburgo ha fissato come obiettivo quello di almeno 60 ratifiche entro la fine dell'anno 2000. Obiettivo molto difficile, anche perchè, non vi è totale certezza sulla sua praticabilità materiale. Ma è anche vero, d'altra parte, che lo stesso Ministro Dini ha nei giorni scorsi detto in una sede pubblica, nel corso della cerimonia di celebrazione del 10 dicembre, che l'identico obiettivo è obiettivo del Governo italiano.

Occorre esercitare pressioni su Governi e Parlamenti, a seconda dei casi e del procedere del tempo. Occorre tenere sotto controllo quanto avviene nei vari paesi.

Facendo tesoro delle capacità, della preparazione, della professionalità dei compagni piu' specificamente e da anni impegnati su questo fronte, a partire dai compagni di Non c'è Pace Senza Giustizia, e insieme aiutandoli, credo si possa concepire una iniziativa che qui sotto brevemente descrivo, servendomi di qualche esempio.

Sottolineo che si tratta di una ipotesi da nutrire, e che la ragione per cui credo utile far giungere queste righe a molti compagni è nella necessità, di cui sono convinto, che la formazione di un possibile progetto di iniziativa debba passare per la testa e le riflessioni di molti, compresi coloro che non hanno specifiche capacità e professionalità nel campo tecnico di cui si parla.

E naturalmente, quel che credo sia necessario e urgente è che su questa ipotesi vi sia discussione, a partire dal punto della sua praticabilità, e da quello del modo della sua messa in pratica.

Non tengo in considerazione, qui, la ipotesi avanzata da Paolo Pietrosanti a Strasburgo, quella di concepire un iter "Satyagraha" sulla questione delle ratifiche TPI. Credo si tratti di una ipotesi che meriti molto approfondimento; ma qui intanto, senza tenere in considerazione quella prospettiva, ma certo senza affatto escluderla, e magari pure per aiutare a che le condizioni per quella possano maturare, mi concentro sulla ipotesi che possiamo chiamare delle "adozioni".

Propongo un esempio:

Un gruppo di radicali di Lione decide di farsi carico di premere sul (poniamo) Sudafrica, di "adottare" il Sudafrica, a che rapidamente si svolga e giunga a conclusione il procedimento decisionale che rechi alla ratifica del trattato istitutivo del TPI da parte del Sudafrica.

I Radicali di Lione inizieranno ad allargare il loro ambito, si organizzeranno in comitato operativo, raccoglieranno fondi, si doteranno delle email e dei numeri di fax delle autorità e delle istituzioni sudafricane che sarà necessario, nelle varie fasi, investire, prenderanno (eventualmente) contatti con le autorità diplomatiche del Sudafrica, chiederanno al Comune e alle autorità locali di aderire alla "adozione", e quindi di finanziare magari, in prospettiva, viaggi del comitato in Sudafrica, magari con tutto il Gonfalone, e opereranno sulla stampa che possono raggiungere.

Già a questo punto è chiaro che la cosa è molto complessa e impegnativa, e non può in alcun modo essere gestita senza una forte interconnessione e un ampio scambio di informazione e conoscenza. Internet è in questo senso fondamentale.

I radicali di Lione (e occorre che su questo il Sindaco divenga radicale presto pure lui...) potranno o dovranno, con il crescere della iniziativa, operare sui parlamentari della zona, sulle città gemellate con Lione, sulla provincia, sugli imprenditori della zona o raggiungibili, ...

Insomma, non occorre qui descrivere analiticamente quella che è una ipotesi e che deve divenire proposta.

Forse non abbisognerebbe di sottolineatura un altro aspetto della ipotesi, tanto è chiaro; ma nonostante sia chiaro, magari è utile spendere qualche parola, ripetendo che si tratta di un canovaccio molto molto generale e generico di qualcosa che non è che una ipotesi, e di cui spero voglia farne tesoro chi avrà modo di leggerla, commentandola e soprattutto arricchendola, ponendosi il problema e la volontà di arricchirla.

Il punto che voglio sottolineare ulteriormente è quello del Partito Radicale.

Se questa consapevolezza e questa volontà - come è insieme ovvio e necessario che sia - sono ben chiare, una iniziativa che nasca da questa ipotesi può e deve portare al partito del Diritto.

In questo senso: va anche sottolineato che è urgente riuscire a restituire priorità, vista la sua attualità evidente, alla iniziativa "Federalista Europea"; attraverso il concepimento di una campagna capace di investire interi ceti e interessi. Anche su questo occorre aprire un dibattito.

Per tornare alla ipotesi, che è l'oggetto di queste righe, credo che quella possa essere un canale per raccogliere energie esterne, e per raccoglierne in ambiti vasti. E il Partito è ciò che consente che queste iniziative si tengano, e può assicurare che l'obiettivo si raggiunga.

Giusto per fare un esempio: tanto del lavoro di questi anni da molti condotto su fronti almeno apparentemente diversi può e deve essere utilizzato e valorizzato per formare questa rete.

Molti sono i rapporti che abbiamo intensificato su varie campagne, basti pensare al vasto fronte di ONG coinvolto a vario titolo e per varie ragioni e per vari obiettivi sulla questione Corte Penale Internazionale, ma anche ai tanti rapporti che sulla questione tibetana abbiamo aperto e intrattenuto e mantenuto in vita e fatto crescere. Per non dire di molti altri rapporti. Anche in questo senso una iniziativa così concepita può recare e assicurare o almeno consentire rapporti e orientarli, incanalarli politicamente.

Inoltre, il "meccanismo" delle "adozioni" può non essere necessariamente ferreo quale è, per esempio, quello fissato da Amnesty nel suo statuto.

Concludo dicendo, ripetendo che questa ipotesi va intanto nutrita di molti elementi, che sono fondamentali, e che riguardano l'iter istituzionale che e' in corso, che riguarda governi e parlamenti, e che va messo insieme con chiarezza.

Mariano Giustino

Tel.: 06689791 -- fax: 0668805396

Email: m.giustino@agora.stm.it

 
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