Trascrizione di interventi pronunciati nella assemblea svoltasi a Roma, presso la sede di Via Torre Argentina, il 3 dicembre 1998 alle ore 18,00.Trascrizione integrale non editata.
Intervento di Alexandre Deperlinghi
Io tentero' di essere sintetico e di riassumere un po' quello che ho detto a certi di voi durante le ultime riunioni del giovedi' sera, ma piu' che un intervento, sarebbe un elenco di una serie di fatti. Incomincero' per parlare del problema della riforma dell'ONU in quanto, io ritengo, che sia un po' una contraddizione fino ad un certo punto; credo che l'ONU e' un'organizzazione necessaria e anche un male necessario, nel senso che e' necessario che ci sia a livello internazionale un'associazione capace di accogliere tutti i sistemi politici, cioe' quelli democratici ma anche quelli non democratici all'interno di una stessa assemblea, giustamente tentare di salvare la pace; certo che quello che succedera' alla fine dell'ONU sara' la fine di questa pace, non me la auguro ma ho dubbi su la forza di questa pace che conosciamo dal 1945. Dico una contraddizione, l'ONU, perche' ho citato una risoluzione credo la 1299 del mese di settembre del consiglio di sicurezza, certamente non sara' famosa come la 242, che fu
quella sulla Palestinia, ma che un organo come il consiglio di sicurezza abbia chiesto a Milosevic di punire i responsabili dei crimini commessi nel Kosovo, mi pare un po' eccessivo, un po' eccessivo quando uno ha il rispetto sia della giustizia che della verita'; da un altro lato l'ONU ha appoggiato Moriconosci come organo suo o quasi suo, il tribunale internazionale, appoggia anche i trattati internazionali che hanno consentito ai lords di dire che Pinochet non godeva dell'immunita' ma che consentono anche ai dittatori di andare tranquillamente per la capitale quando sono ancora capi di stato, anche se i lords e di li' credo che hanno anche creato un precedente straordinario, bisogna ritenere che, loro hanno detto anche che se uno e' capo di stato, se e' colpevole di reati, di tortura, di genocidio non e' coperto da immunita'. Speriamo che questo precedente vada applicato a livello mondiale o almeno a tutte le democrazie e potremmo allora sperare di vedere riunione come quella dei capi di stati africani a
Parigi, cominciare con l'arresto di una decina o una ventina di loro, ma temo che siamo ancora lontano, molto lontano da questo. Direi anche che la battaglia sul Tribunale anche se e' una bellissima e giustissima battaglia, non ci deve far dimenticare l'equilibrio dei poteri che aveva identificato all'epoca Montesquieu nello "Spirito della legge" e cioe' che se noi non abbiamo che una giustizia internazionale ma che non abbiamo un esecutivo e un legislativo democratico, un potere esecutivo, un potere legislativo internazionale, non vedo come potra' questa giustizia internazionale svolgersi, cioe' come per esempio facciamo per arrestare Karadzic, Mladjdzic, Milosevic, auguriamoci che lo fanno gli americani visto che gli europei sono incapaci di farlo ma temo che insomma uno sia un gioco pericoloso chiedere all'America di essere il poliziotto del mondo, due, insomma gli europei, hanno delle responsabilita' e queste vanno evidenziate.
La democrazia in Europa e anche il pericolo in Russia, gli avvenimenti recenti non sono da sottovalutare, l'assassinio di Clavina Strovoltova non e' una cosa innocente, io ricordo a quelli che non lo sanno, abbiamo anche fatto un comunicato a questo proposito, che lei fu una dei solo cinque deputati della duma a firmare il nostro appello per l'incriminazione di Milosevic, era membra dell'associazione antimilitarista di Nikolaj khramov, che e' un nostro compagno radicale a Mosca, da quasi dieci anni, indirettamente siamo anche noi colpiti perche' e' una mezza radicale che e' stata ammazzata a Pietroburgo. Io temo che per quanto poco la Russia si e' occidentalizzata, l'occidente invece lui si russifica, io penso ai libri di scuola perche' frequento anche gente che non hanno la mia eta' e che mi raccontano, a ma sai nella storia d'Italia che vediamo a scuola raccontano che il divorzio e l'aborto e' stato tutto opera del partito comunista, ma voglio dire, riscrivere cosi' la storia sono metodi staliniani e pero'
succede in Italia. Quello che succede nel mio paese Anversa, e' diventata la capitale europea del traffico di droga e il centro operativo delle cosce russe, siamo in questa situazione. Guardiamo all'Albania, prima della caduta del muro di Berlino, chiedevamo lasciateli uscire e adesso proponiamo di aiutarli a tenerli dentro, questa e' la politica dell'Europa, questa e' la politica dell'Italia.
Per quanto riguarda le proposte radicali, li', diro' che noi dobbiamo motivare la gente ad iscriversi all'estero, avevo elencato una serie di problemi, insomma per l'Italia certo il Partito Radicale, il partito del divorzio, dell'aborto, all'estero non e' niente di questo, lo sono stati altri partiti o Ngo, credo anche che la battaglia per il tribunale, forse un po' debole per quello che si fa massacrare insomma, non so che ne pensa un hutu che sta per morire di noi che gli diciamo guardi che quelli che ti hanno ammazzato li giudicheremo un giorno, forse lui vuole un altro tipo di aiuto e in questo ho l'impressione che dovremmo tentare forse la cosa piu' difficile, tentare di essere per l'estero o all'estero quello che il Partito Radicale e' stato in Italia e il che vuol dire che abbiamo solo cominciato a fare l'inizio dell'inizio perche' e' una battaglia gigante, ma io credo che dandoci una certa utopia, o di una certa dimensione, credo che troveremmo noi piu' motivazione e riusciremmo anche a pescare, trov
are compagni aldila' dei confini, in questo senso certo va rilanciato come hanno detto altri prima di me, la battaglia del federalismo, vanno anche evidenziate altre contraddizioni all'intero dell'Italia, un'Italia che condanna Priebke, che vuole estradare Pinochet e che poi ospita Ocalan e Kabila perche' anche li' abbiamo il diritto di chiederci cos'e'. Allora, chiudero' molto brevemente. Il regime, se si parla di regime, bisogna dire che e' mondiale, perche' non e' solo italiano il regime; se vogliamo abbattere il regime italiano, forse bisogna trovare la chiave per abbattere il regime mondiale e li' troveremo il sistema; io la chiave che ho trovato e' secondo me, abbattere lo stato - nazione, in quanto federalista io trovo che non c'e' altro come chiave e vi invito a riflettere su questo, insomma io ho l'impressione che siamo entrati in un dibattito precongressuale, io vorrei che continuiamo a riflettere su perche' non siamo noi a discutere con i baschi, ad offrirsi come alternativa non violenta all'Eta e
ad altri gruppi terroristici, al posto di Cossiga che lo fa per ragioni puramente italiane e dunque concludero' dicendo: "spero che questo congresso avvenga molto presto e che prima avremmo ancora tempo di dibattere di questi problemi".
Grazie.