Cari compagni, dopo le botte - mal date ma ben ricevute :-) all'ambasciata americana (e dopo che tutti i telegiornali che ieri a mezzogiorno ne hanno parlato, riferendo di "tensioni tra militanti di pannella e manifestanti di Rauti" e della polizia che è dovuta intervenire per calmare gli animi: nessuno ha raccontato il fatto che c'è stata un'aggressione), torno a proporre un intervento che - corsi e ricorsi - non ha perso di attualità. E' un articolo di Luigi De Marchi, apparso su L'Europeo ai tempi della Prima Guerra del Golfo, e quando lo trascrissi in Conf. Eccetera sollevò un vespaio. Mi pare che non abbia perso d'attualità, anzi, oggi con il caso Clinton-Lewinski offre ancora maggiori spunti di riflessione, a mio modesto parere. Grazie per l'attenzione e buona lettura.
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6738, 5-Apr-91, 14:03, I-----, 7704, G.Dentamaro, IT, Roma
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"CHI NON SOPPORTA L'OCCIDENTE HA UNA PAURA MATTA DEL SESSO"
Missini,, ex-comunisti e ciellini, sotto le diverse maschere ideologiche, nascondono un'unica matrice psicopolitica: sono sessuofobi, dogmatici e intransigenti
di LUIGI DE MARCHI
("L'Europeo", 12 aprile 1991)
<< Poche settimane fa, un editoriale di Vittorio Feltri ha acutamente rilevato come la crisi del Golfo abbia evidenziato l'esistenza, in Italia, di due partiti trasversali, che reclutano i loro consensi al di sopra (o al di sotto) delle ideologie e delle etichette dei partiti tradizionali.
In particolare, Feltri ricordava che, su posizioni espressamente anti-occidentali, anti-israeliane e filo-irakene, hanno finito per convergere buona parte degli ex-comunisti (sia cossuttiani che occhettiani), dei missini e dei cattolici integralisti: gruppi, cioe', di solito considerati rispettivamente di sinistra, di destra e di centro, che tuttavia si sono ritrovati fianco a fianco nella loro garrula protesta contro "l'arroganza dell'Occidente" (colpevole di non saper trovare un'intesa con quel pacioccone di Saddam).
Come osservava anche Feltri, questa strana ammucchiata e' davvero inesplicabile in termini ideologici o politici, poiche' si tratta di gruppi che - a quel livello - si dicono e si credono arcinemici.
Per parte mia credo che, proprio in quanto evento traumatico, la guerra del Golfo abbia funzionato come reattivo efficace per svelare le parentele psicologiche profonde che collegano certi gruppi e certi tipi di personalita', al di la' delle loro apparenti incompatibilita'. In altre parole, credo che gli "schieramenti trasversali" sulla questione del Golfo abbiano fornito un'altra conferma della validità di un'analisi di fatti politici e sociali in chiave psicologica: di quell'analisi, cioe', che da trent'anni vado proponendo col nome di psicopolitica.
"Le ideologie sono maschere" dice in sostanza la psicopolitica. "cio' che conta sono i tipi psicologici che stanno dietro quelle maschere".
Ed effettivamente, se guardiamo le ideologie ed i comportamenti dei componenti dell'ammucchiata in un'ottica psicologica, possiamo facilmente individuarne alcuni tratti comuni.
Anzitutto essi hanno un comune denominatore nel dogmatismo. Beninteso, questo e' un tratto oggi meno marcato che in passato, perche' le smentite inflitte dalla storia e dalla scienza ai dogmi tradizionali del cattolicesimo, del fascismo e del comunismo hanno costretto le gerarchie di quei movimenti a molte attenuazioni o revisioni. Ma si tratta comunque di gruppi che soffrono tutti di "nostalgia della certezza" e che hanno avuto od hanno "capi infallibili".
In secondo luogo, si tratta di movimenti che, talvolta in aperto contrasto con le loro stesse enunciazioni ideologiche, sono caratterizzati da una forte carica sessuofobica e misogina: non a caso, difatti, hanno tutti promosso una drastica "moralizzazione dei costumi" e hanno a lungo escluso le donne dai loro vertici.
In terzo luogo, e conseguentemente, sono movimenti che hanno osteggiato contraccezione e controllo delle nascite.
Infine, sono movimenti che hanno a lungo e sanguinosamente perseguitato i loro oppositori interni ed esterni.
Si tratta di convergenze strane ed inquietanti cui tuttavia sembra difficile trovare un denominatore psicologico comune. Il primo studioso che seppe indicarne uno fu un allievo eretico di Freud, Wilhelm Reich. Secondo Reich, la repressione della sessualita' naturale che caratterizza tutti i sistemi autoritari (dal nazismo allo stalinismo al maoismo al cattolicesimo all'islamismo) sarebbe il meccanismo psicologico che produce in questi sistemi il gregarismo dei seguaci e l'autoritarismo delle dirigenze, in quanto creerebbe una distorsione sadomasochista della personalita' che, a livello sociale, si tradurrebbe per i capi in un bisogno costante di dominio e controllo sugli altri, e, per i seguaci, in un bisogno incoercibile di sottomettersi e sacrificarsi all'autorita': Chiesa, Stato, o partito unico che sia.
L'ipotesi di Reich e' importante e interessante, se non altro perche' e' stata la prima che ha cercato una spiegazione psicologica a fenomeni apparentemente molto eterogenei. Ma appare anche, sotto altri profili, molto unilaterale e semplicistica. Si può ancora credere, come faceva Freud nel suo mondo vittoriano, che tutte le nevrosi e le tragedie umane derivino dalla repressione sessuale? Parafrasando la corrosiva critica a Freud formulata già negli anni '30 dal nostro Achille Campanile, si potrebbe dire che "non si vive [e non si muore] di solo pene". E ancora: se, come sosteneva Reich, prima dell'avvento dei sistemi sociali autoritari e della loro nefasta sessuofobia gli uomini erano tutti cosi' buoni e sani (conformi al mito del Bon Sauvage di Rousseau), da dove e da chi erano stati generati i sistemi sociali autoritari e sessuofobi?
Nella mia ricerca decennale sulle radici della conflittualita' umana ho potuto individuare un altro fattore primario di distruttivita' che la psicologia ha finora trascurato e che non deriva da nessuna "societa' cattiva", ma dalla semplice evoluzione intellettiva e affettiva dell'uomo: l'angoscia di morte (conseguente alla presa di coscienza del proprio destino di morte ed alla partecipazione all'agonia e alla scomparsa dei propri simili piu' amati) e la sua elaborazione paranoide.
Da quest'angoscia primaria la psiche umana tento' di difendersi appunto con le certezze e le promesse religiose d'un Paradiso d'eterna felicita', riservato peraltro ai seguaci della Vera Fede (e di li' le infinite "guerre sante" compresa la jihad che oggi ci delizia, per distruggere i miscredenti). I moderni movimenti totalitari di destra e di sinistra appaiono essenzialmente, in quest'ottica psicologica, come un estremo tentativo della psiche umana di riprodurre in terra il Paradiso delle promesse religiose, quando queste vennero scosse, in Occidente, dal pensiero laico e scientifico.
Ma, a questo punto, la fondamentale affinita' psicologica dei seguaci delle Vere Fedi e delle Vere Rivoluzioni appare con chiarezza e puo' agevolmente spiegare le loro ricorrenti convergenze, paradossali sotto il profilo ideologico: dall'alleanza nazi-stalinista del '39, alle simpatie vaticane per il fascismo, a Mussolini "spada dell'Islam", all'irresponsabile patrocinio sovietico del fanatismo islamico, alla continua rifioritura della cultura catto-comunista, alla generosa "comprensione di papa Wojtyla per i mandanti dell'assassinio (fortunatamente irrealizzato) dello scrittore Rushdie, alla cordialita' sempre dimostrata dal Vaticano per l'OLP (un'organizzazione che solo recentemente ha sconfessato il terrorismo come suo prediletto metodo d'azione) al rifiuto caparbio del controllo delle nascite in nome delle promesse catto-marxiste di moltiplicazione dei pani e dei pesci (mai mantenute), al dotto articolo della rivista dei gesuiti "Civilta' cattolica" in difesa della legittimita' dell'annessione irachena d
el Kuwait e, naturalmente, all'ammucchiata anti-occidentale durante la crisi del Golfo.
Ma quali sono dunque, per questi militanti o reduci dei vari dogmatismi, le colpe imperdonabili dell'Occidente pluralista e democratico che li spingono a schierarsi sempre con i suoi nemici?
Direi soprattutto tre. La prima colpa e' quella di essere la "patria" di questi "rivoluzionari" e, come tale, il simbolo dell'autorita' costituita da contestare. La seconda e' la permissivita' sessuale, che mina alla base il processo di fanatizzazione (come evidenzio' Reich). La terza e' di essere la patria del pensiero umanistico, fondato sulla ricerca indipendente, che da 200 anni mette in crisi le loro certezze e le loro promesse di Paradiso, celeste o terrestre che sia. >>