Raccolgo volentieri l'invito di Valter. In onore ai corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, Saddam è la metafora delle tirannie. Il problema sta, come sempre, non nella dittatura ma nelle dittature. Non nel tiranno ma nei tiranni. Non nel regime ma nei regimi. Quanti di noi sono rimasti affascinati dallo straordinario ed attuale messaggio che Gene Roddenberry - autore e sceneggiatore della serie televisiva "Star Trek" - ha voluto proporre in tempi per niente non sospetti (anni sessanta, piena guerra fredda) con le leggendarie avventure dell'astronave Enterprise guidata dal mitico comandante James Tiberius Kirk in nome e per conto di una democratica federazione interplanetaria la cui giurisdizione si estendeva ad intere galassie? Eppure non ci siamo. Clinton non è Kirk, Blair non è Spock (mancano solo le orecchie appuntite), Butler non è McCoye, Saddam Hussein non è una capo Klingon e soprattutto l'ONU non è la Federazione Unita dei Pianeti...Quando le prime dichiarazioni stampa di Clinton e dei suoi consiglieri facevano presagire l'obiettivo primario della neutralizzazione non solo del micidiale arsenale ma anche del suo principale custode, confesso che anche il sottoscritto era tentato nel gridare "Dio salvi la Regina, evviva la Mamma, la bandiera e la torta di mele"! Oggi sono prudente e vado oltre: sottrarre Saddam al popolo iracheno ed evitare al tempo stesso che il dittatore diventi un "nemico buono per tutte le stagioni". Non abbiamo ancora un bilancio realistico e definitivo dell'operazione "Desert Fox" ed il sospetto che gli USA (non solo Clinton) mantengano in piedi questo totem mediorientale con fraudolenza, rimane forte a cominciare dal fatto che nel 1991 le truppe terrestri della alleanza occidentale erano ad un passo ad Saddam... Oggi forse la storia si ripete e tutta questa mobilitazione sembra servire solo a far emettere tonnellate di "invoice" da parte delle industrie militari. Per le potenti lobbies statunitensi con ogni probabi
lità, non è l'occasione che fa Clinton una "pompa ovale" ma un buon affare ed una buona ipoteca sul futuro politico-economico scrivendo magari un giorno sulle banconote "in Hussein we trust".
Il resto è tutta politica abile e contemporaneamente tragicomica.
Clinton si reca in Israele e dice al politicamente disastrato premier di consentire il giorno dopo la visita in Palestina nel furbo tentativo di convincere con qualche "pompa economica" il mondo arabo a "svendere" Saddam: avreste mai immaginato migliaia di palestinesi disposti a sventolare per strada, bandiere a stelle e strisce? Più che Blair, Billary Clinton è anche riuscito a spaccare l'Europa per bene, in fondo ci si riesce anche con poco... Sempre con abile mellifluità, Clinton ha persino reso partecipe il presidente UE di turno, l'austriaco Klima, consapevole che l'Europa così com'è configurata non può che prenderne "atto". L'ONU è al collasso ed è, dal punto di vista delle crisi di tipo "iracheno", tutt'altro che un organismo in grado di decidere non solo democraticamente ma anche tecnicamente le soluzioni più efficaci. Nel gioco ancora aperto della riforma del consiglio di sicurezza ONU affidato a due giovani pimpanti, un signore di mezza età e due vecchi decrepiti, il cancelliere tedesco è riuscito
a fare quello che D'Alema non ha avuto il coraggio di fare. Essendo disperatamente in corsa per un posto al consiglio di sicurezza, Gerhard Schroeder se ne è uscito con un bellissimo "Saddam in fondo se lo doveva aspettare"!
Pianificare, programmare e provare a chiudere in prospettiva pagine dittatoriali come quelle irachene - se necessario anche con interventi militari - va indubbiamente bene a patto che si faccia senza prese per il culo e complicità di ogni tipo (USA, Francia ed Italia fornitori di sostanze chimiche all'Iraq) ricordandoci che Saddam Hussein non è il solo ad essere dittatore feroce e detentore di armi micidiali. Nel 1991 Saddam occupò il Kuwait. Oggi Milosevic ha al suo attivo più di una occupazione e di una pulizia etnica e nei paesi islamici ed asiatici, arsenali di un certo tipo non mancano. Nella dichiarazione di Marco ho trovato alcuni automatismi che non condivido. Un appoggio di tipo "critico" all'iniziativa anglo-americana (nel senso che occorre concretamente "chiudere") forse avrebbe reso più forte una posizione peraltro non so poi quanto impopolare visto che i sondaggi si fanno su tutto. Oggi si invoca il tribunale permanente per i crimini contro l'umanità. Ieri lo scrittore e sceneggiatore Gore Vidal
provocatoriamente si è detto favorevole all'intervento ma anche alla incriminazione di Clinton e dei suoi predecessori per gli stessi crimini che un giorno potranno essere contemplati da un tribunale internazionale.
Un gatto che si morde la coda.
Vedremo come andrà e un giorno valuteremo il bilancio autentico di questa operazione in modo da conoscere per deliberare, augurando a me stesso di sbagliare.