LEGALITA' STATUTARIA DEL PRPREAMBOLO ALLO STATUTO.
- Ritengo che non ci sia "aderenza" fra quel che afferma e l'azione politica del partito radicale. Constato che coloro che lo citano (il preambolo), dovrebbero farlo integralmente (cosa che farò io in conclusione). Penso che, per una parte, questa aderenza ci sia stata ("proclama il diritto e la legge... proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimità delle istituzioni..." vedi per esempio TRIBUNALE INTERNAZIONALE PERMANENTE.
- Credo che poco o nulla si sia ragionato e fatto nella parte in cui il preambolo afferma "il partito radicale proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge".
- Suppongo che se quanti siamo oggi iscritti al PR, anche se quasi tutti italiani, avessimo "aderito" a quel che il Preambolo PROCLAMA E RICHIAMA, avremmo fatto una vera e propria rivoluzione mondiale e, probabilmente, non ci sarebbe alcuna necessità dell'esistenza stessa del Partito Radicale.
- Penso, infine, che chi è intervenuto politicamente per affermare la contraddizione, CHE C'E', fra lettera del preambolo nella sua parte finale e dichiarazioni e manifestazioni sull'intervento USA-GB in Irak, dovrebbe esplicitare come l'azione politica radicale avrebbe dovuto esprimersi tenendo presente però L'INTERO PREAMBOLO. Sono pronta a battermi, se c'è questa persona (e probabilmente c'è) in grado di sviluppare questa idea-azione, perché sia il prossimo segretario o segretaria del Partito Radicale.
STATUTO
Il Partito Radicale non si trova nella sua legalità statutaria, né per quel che riguarda la convocazione del Consiglio Generale, né per quel che riguarda la convocazione del Congresso. E' grave, è urgente arrivarci e, se possibile, occorre arrivarci nelle condizioni che non impongano la chiusura di questo soggetto. Comunque si deve fare. Il segretario si è assunto la responsabilità di non convocarlo fino a questo momento e di prevederlo nel 1999. Chi si è iscritto nel 98, a mio avviso, ha condiviso questa responsabilità. Un terzo degli iscritti avrebbe potuto convocare il Congresso come previsto dallo statuto. Coloro che vogliono percorrere la strada della rapida convocazione del congresso attraverso il Segretario, devono secondo me aiutarlo in questa opera che è tutt'altro che semplice. Occorre il denaro, tanto; occorre comprendere cosa fare per avere lo strumento PARTITO previsto dallo Statuto o come bisogna modificare lo Statuto: concepire, insomma, la vera fondazione o ri-fondazione. Solo una volta, nel
'93, il PR ha avuto dai cittadini il denaro che sarebbe invece necessario ogni anno per fare campagne di iscrizione anche fuori dall'Italia, per convocare congressi di Area e l'Assemblea dei Parlamentari. E non si può trascurare il fatto che dall'unico bacino nazionale che poteva sostenerci, l'Italia, l'unica forza politica che aveva a cuore, quasi come una priorità, l'esistenza del PR, ha dovuto fare i conti con un'azione di regime che ha puntato alla sua eliminazione e a quella del suo leader.
ORWELL/LIBERTA' DI STAMPA
Vi consiglio di leggere o di ri-leggere il testo che ho precedentemente inserito in questa conferenza, perché mi sembra di grandissima attualità e non solo dal punto di vista internazionale.
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PREAMBOLO ALLO STATUTO DEL PARTITO RADICALE.
Il Partito radicale
proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito radicale,
proclama nel loro rispetto la fonte insuperabile di legittimità delle istituzioni,
proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge.
Richiama se stesso, ed ogni persona voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà, allo stretto rispetto, all'attiva difesa di due leggi fondamentali quali: la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo (auspicando che l'intitolazione venga mutata in "Diritti della Persona") e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nonché delle Costituzioni degli Stati che rispettino i principi contenuti nelle due carte; al rifiuto dell'obbedienza e del riconoscimento di legittimità, invece, per chiunque le violi, chiunque non le applichi, chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie, cioè a non-leggi.
Dichiara di conferire all'imperativo del "non uccidere" valore di legge storicamente assoluta, senza eccezioni, nemmeno quella della legittima difesa.