Alla luce del dibattito avvenuto in questa sede, o in altre discussioni; e delle dichiarazioni e interviste dia Pannella di questi giorni, continuo a essere perplesso circa l'opportunità della manifestazione dell'altra settimana a sostegno dell'azione militare USA, e circa i modi in cui si è svolta ed è stata presentata.
Già in altre occasioni, ci è capitato di approvare l'uso della violenza militare come unica soluzione rimasta a crisi ormai inestricabili. (Penso all'intervento militare americano nella ex Iugoslavia che anch'io ho ritenuto necessario e da sostenere). Ma in questi casi - penso anche alla precedente crisi del Golfo - il nostro sostegno alla violenza avveniva dopo che erano state elaborate e difese da lungo tempo soluzioni alternative alla violenza stessa (nel caso della ex-Iugoslavia già prima che scoppiasse la guerra si proponeva l'adesione della Iugoslavia all'unione europea).
Dunque, la nostra approvazione dell'azione militare era "leggibile" come il risultato di una serie di azioni alternative mancate.
In questo caso, invece, la posizione del Partito Radicale è risultata "appiattita" all'approvazione dell'azione militare come unico strumento per imporre il rispetto del diritto internazionale.
Ma se si ritiene che l'unico strumento per imporre il diritto sia la forza, un Partito Radicale gandhiano cosa esiste a fare?
Per lo meno, avrei voluto che nei comunicati che presentavano la manifestazione, nei cartelloni, ecc. risultasse chiaro che ci siamo trovati costretti ad approvare i bombardamenti americani perchè un sistema di difesa internazionale Onu non funziona; perchè il Tribunale internazionale che avrebbe dovuto processare da tempo da Saddam Hussein ancora non esiste, ecc.
Tutto ciò forse per noi è implicito. Tutti i manifestanti certamente lo sapevano. E tuttavia, nell'oltranzismo con cui si è difesa l'azione militare, nell'apoditticità dei cartelli, nell'esaltazione pro-americana, ci si è dimenticati, ahimè, di esprimerlo.
G.