Per curiosita' e per una certa nausea che mi procurava questa domanda (deja' vu, deja' entendu...) sono andata a ripescare in Conf. "Il fatto del giorno" qualche testo scritto negli anni passati a proposito del pacifismo. Ve li ripropongo qui :-)
AGORA': CONFERENZA IL FATTO DEL GIORNO
1627, 30-Gen-91, 15:14, I-----, 2482, L.Terni, IT,
Roma
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... Tra il diritto internazionale e una pace ad ogni costo i pacifisti prediligono quest'ultima; tra il dialogo e l'affermazione di generici principi, i pacifisti prediligano questi ultimi; tra la giustizia sulla quale si fonda la democrazia, e la negazione di ogni giustizia che vige in troppi paesi arabi, i pacifisti condannano la democratica America. Degli strumenti della nonviolenza, i pacifisti hanno adottato certamente quelli "di piazza", purtroppo solo quelli. Quello che ti sto dicendo non e` dettato da un mio presunto "visceralismo" ma bensi` da una profonda conoscenza della nonviolenza che avrei amato fosse praticata dai molti invece di essere "usata" da pochissimi tra noi. Forse non hai capito a che "grazie" alludevo. Nella sua intervista con l'unico giornalista americano rimasto in Irak, Saddam Hussein ha ringraziato le moltitudini che in America, in Spagna, in Francia, in Italia ed in altri paesi, manifestano per la pace e contro l'aggressione di cui lui sarebbe vittima. E questo non dovrebbe ess
ere sottovalutato da nessuno. Saddam Hussein non ignora la potenza del "mezzo" propagandistico. Anzi, lo gestisce molto bene, perche` "l'immagine" per lui e` tutto. Non e` casuale che abbia consentito di rimanere in Irak ad un solo giornalista, per meglio controllarlo ed usarlo. Di questo "grazie" parlavo, e non d'altro. In quanto ai "fronti del si" o "fronti del no" non voglio entrare in questa logica del bar dello sport, o peggio dei salotti bene, dove si "politologa" a tutto spiano. In concreto, e` lavorare per la pace dare inconsapevolmente o no forza a Saddam Hussein in questo delicato e tragico momento? Credo che questo e` il problema reale, ed e` di questo che parlavo nel mio intervento che non mi sembra davvero "esaltato".
Laura
1611, 27-Gen-91, 22:25, I-----, 2556, G.Picasso, IT,
Imperia
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All'improvviso il pacifismo è scomparso.
E' il titolo di un'articolo apparso oggi sul Secolo XIX. Eccone alcuni brani interessanti:
===================================================================== Sanremo. Che fine hanno fatto i pacifisti? E soprattutto che fine hanno fatto gli studenti? Venerdì pomeriggio la manifestazione per la pace organizzata in Piazza Colombo è andata deserta. Sono passati solo quindici giorni dalla massiccia partecipazione ai cortei per la pace ma qualcosa sembra essere cambiato tra i ragazzi.
(....) Guerra assurda, giusta, ammissibile, sconosciuta. L' elasticità del concetto di pacifismo è evidente. (....) Dice un'insegnante dell'Istituto professionale per il commercio: "La prima reazione emotiva dei ragazzi è stata di ansia, angoscia e timore per sé e per la propria famiglia. Il pacifismo è dunque stato istintivo ma per forza di cose è venuto a mancare dopo poco tempo. (....)" (....) =====================================================================
Dal che se ne deduce, se si considera attendibile l'analisi di quell'insegnante, che l'ondata di pacifismo che ha toccato il nostro paese sarebbe stata un fatto emozionale ed istintivo che una "pausa di riflessione" ha rimosso. Se le cose stanno veramente così, allora il "pacifismo" per molti di coloro che avevano partecipato ai cortei per la pace era solamente una moda o un atteggiamento contingente, tanto poi, appena cambia il vento, si può issare nuovamente bandiera pirata.
Cicciomessere ha scritto di aver scelto di schierarsi "dalla parte di chi usa la violenza per affermare il diritto contro chi usa la violenza per violarlo." Non credo sia facile parlare di usare la violenza, di scatenare una guerra (soprattutto per chi si professa nonviolento), ma cosa si può fare per fermare i dittatorucoli-pazzi-criminali che si mettono in testa di conquistare il mondo con ogni mezzo? Fare delle marce o dei sit-in per la pace non penso li commuova granché. Anche questa guerra, come tutte le altre, è ingiusta, ma è indispensabile farla oggi per non rischiarne una mille volte peggio domani.
Non dimentichiamoci le responsabilità di chi ha fornito armi all'Irak, di chi lo ha finanziato, di chi in qualsiasi modo ha coperto i crimini che venivano compiuti, ma questi sono problemi che dovremo affrontare domani per impedire il ripetersi dei fatti di oggi: adesso bisogna fermare Saddam Hussein !!! O no?
E come si può fermarlo oggi senza usare le armi?
G.Franco
2128, 9-Apr-91, 12:54, I-----, 2245, L.Terni, IT,
Roma
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Non intendo riaprire la questione pacifista, ma sento l'esigenza di riproporre in questa conferenza un brano tratto da "Il Sole 24 Ore", che rispecchia alla lettera il mio pensiero a proposito del "silenzio" sul massacro dei Curdi (questo tipo di silenzio, non quello dei mass media), senza alcuna intenzione polemica, ma in risposta alle ironiche allusioni fatte da ... sui presunti "Mangiapacifisti" Agoriani.
IL MASSACRO DEI CURDI NON ECCITA
LE COSCIENZE RANCIDE DEI PACIFISTI
Come tutte le falsita`, anche quelle dei falsi pacifisti hanno le gambe corte. E` bastato un fragile cessate il fuoco a spegnere gli slogan anti-occidentali, a riporre gli striscioni a senso unico, a riportare in gabbia le colombe liberate dalla occhettiana "Unita`"
in un intempestivo volo di ricognizione politica. Dove sono finiti i fieri pacifisti del no blood for oil? Come si esercita il loro sdegno da corteo e per chi s'indigna la loro coscienza da sagrestia? Certo non per i massacri che il boia di Baghdad sta perfezionando contro i fratelli sciiti al sud e contro i sudditi curdi al nord. Di queste vittime senza lutto, sono certamente i curdi a sperimentare con maggior rigore la tecnica genocida di Saddam Hussein e di quella Guardia repubblicana che, scioltasi senza combattere alla vista della coalizione internazionale, si e` subito ricomposta per il suo vero e unico mestiere: tenere in piedi col terrore una dittatura di terroristi. Da oltre cento anni i curdi reclamano una patria per una terra divisa tra turchi, iracheni, iraniani e russi. Ma evidentemente per loro il principio dell'autodeterminazione non vale nemmeno la fatica di un' indignazione da immagine. Figurarsi poi, l'impegno di una battaglia civile e politica. Viene allora il sospetto che, in fondo, sia
colpa loro, dei curdi medesimi. Che hanno sbagliato nemico. In effetti, se invece di Saddam Hussein avessero avuto di fronte un Shamir qualsiasi, la faccenda sarebbe stata ben diversa: le nostre strade non avrebbero assistito silenziose al loro destino di reietti della storia, e le coscienze rancide dei pacifisti sarebbero rinverdite di nuova linfa. Antioccidentale di fuori e antisemita di dentro.
(Corsivo non firmato da "il Sole 24 Ore" di Sabato 6-4-91)
3213, 18-Set-91, 14:18, I-----, 50, A.Mariani, IT,
Cologno_mo
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I pacifisti ?
Stanno guardando tutti "Beautiful".
4151, 8-Gen-92, 01:12, I-----, 333, E.Ferrari, IT,
Roma
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la Stampa di oggi Mercoledi' 8 gennaio, riporta un corsivo dall'inquietante domanda "dove sono i pacifisti?"
Si riferisce naturalmente alla Jugoslavia, all'abbattimento dell'elicottero CEE.
Dove sono i pacifisti?
Una piccola notarella e' riservata a Pannella, unico povero matto a provare a fare qualche cosa.
Dove sono i pacifisti?
5273, 18-Mar-92, 05:44, I-----, 192, P.Pizzi, IT, Roma,,
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Piuttosto perchè voi falsi pacifisti non dite nulla sul fatto che Saddam con le risorse della nazione invece che acquistare viveri si preoccupa ancora di tentare di realizzare bombe atomiche?