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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 30 dicembre 1998
Finanziamento Pubblico ai Partiti e Espresso

Dal Forum sul sito Internet dell'Espresso http://www.espressoedit.it/

"Siete favorevoli al finanziamento pubblico dei partiti?"

Paolo Naimi

Sono assolutamente contrario al finanziamento dei partiti a, cura dello stato o a carico dei cittadini!!! :-((

Tiziano

No nella maniera piu' assoluta!

Christian

no no no no no no no

Alessandro Colombo

Sono per il finanziamento pubblico (mi pare che sia la regola di tutte le

democrazie europee, quindi e' corretto adeguarsi ai partner), ma a

posteriori. Lo Stato rimborsa generalmente con anni di ritardo le somme

dovute ai privati cittadini. Lo stesso deve fare con i partiti: e' immorale

dare anticipi.

Guarino Tommaso

Sono d'accordo per il finanziamento pubblico ai partiti

Mariantonietta Galizia

A mio avviso una norma abrogata da un referendum non puo' essere

reintrodotta se non con lo stesso strumento. Quando, come in questo caso,

il Popolo ha inteso esercitare direttamente la sua sovranita', evidentemente

esprime l'intenzione che, su quello specifico argomento, non siano

possibili deleghe.

Martino Serafini

Sono favorevole a forme di finanziamento pubblico perche' la politica ha un

costo e questo prezzo deve essere limpido senza sotterfugi come sarebbe con

altre forme di finanziamento, tipo lobbie.

Stefano Ravizza

Sono favorevole ad un corretto e controllato finanziamento pubblico dei partiti.

Federico Rossi

Ritengo sia giusto il principio che i partiti ricevano finanziamenti dallo Stato, anche attraverso il 4 per mille. Si distribuira' in modo proporzionale anche tra i partiti piu' piccoli che non hanno miliardari fra le loro fila che possano pagare le principali spese. In realta' i politici italiano nella pratica hanno approfittato di questo sistema per arricchirsi: in sintesi si devono

Anna Meloni

Sono sfavorevole, avevo gia' votato al referendum, e pansavo bastasse, ma adesso non basta neanche piu' la nostra costituzione. Certo ci vorrebbe piu' "trasparenza" sul finanziamento privato, ma che gli basti. Perche' quasi nessuno parla di riduzione degli stipendi, dei privilegi e delle pensioni dei parlamentari? Grazie.

Alberto Venturoli

Non ci si puo' nascondere la testa sotto la sabbia.

I partiti esistono, svolgono una funzione di raccolta di opinioni e di programmi possiamo essere a favore o contro certe opinioni o programmi ma se non viene dato un contributo secondo la quantita' di consensi puo' succedere solo due cose:

a) i partiti li governano solo chi ha soldi o potere

b) i partiti diventano solo promotori di interessi privati a secondo di chi paga di piu'

Con il finanziamento legato al voto si puo' teoricamente punire un partito che non risponde piu' alla base.

Dobbiamo accettare anche la massima che non esiste nessun sistema perfetto per avere la massima onesta' e pulizia morale

Gianni Sordini da Perugia

I partiti sono utili alla politica (vedi la deludente esperienza dei rappresentanti della cosiddetta "societa' civile", termine che non comprendo dato che non capisco quale sia la "societa' incivile").

*L'organizzazione dei partiti costa.

*Se non diamo soldi ai partiti ,per finanziarsi o li ruberanno, o si affideranno ai propri sostenitori.

*Storicamente i sostenitori piu' facoltosi li hanno i partiti di destra.

*Ergo, non finanziando i partiti si favorisce la destra.

Franco

No, non sono d'accordo, guadagnano gia' troppo come parlamentari, se non

gli va senza finanziamento, tornino a fare quello che facevano prima

LM

No grazie,abbiamo gia' dato...fin troppo!!!

Massimo Pozzi

No, non sono daccordo...e mi pareva di aver gia' espresso questo pensiero

Salvo Ardita, Prato

Io sono sempre stato d'accordo al finanziamento pubblico ai partiti proprio per evitare che questi potessero cercare altri tipi di finanziamenti e anche perche' il partito e' il sistema d'intervento nella vita pubblica intesa come attivita' politica. Pero', per onesta' intellettuale, visto che il referendum aveva abrogato la normativa, essa, a mio elementare avviso, non poteva essere reintrodotta.

Purtroppo il "tradimento" non si legge solo in questa pagina di storia. Non e' la prima volta che vengono mutate le volonta' dei cittadini proprio nella fase post-referendum.

Questa, purtroppo e' una delle cause che porta i potenziali elettori a non presentarsi alle urne e a non usufruire di uno strumento eccezionale, ottimo e democratico, quale e' l'istituto del referendum.

Luigi Puccini

Non sono affatto d'accordo con il finanziamento ai partiti. Per oltre

vent'anni sono stato iscritto ad un partito ma il 1992 ha portato in

luce non solo l'inutilita' del mio contributo, non perche' piccolo ma a

causa di una dissennatissima, malvagia e truffaldina gestione di una

macchina fatta per sostenere le idee e non i funzionari di partito che

se ne andavano in aereo a tenere i comizi.

Torniamo allora al contributo volontario e, forse, verra' recuperato lo

spirito originario che porto' alla nascita dei partiti.

Per quanto riguarda i giocattoli ognuno se li paghi. Berlusconi quindi

paghi il suo giocattolo e ne faccia quello che vuole non con i miei

soldi.

Alberto Pacella

Non ritengo che i partiti debbano avere avere fondi dal momento che i

nostri hanno gia' abbastanza soldi per autofinanziarsi.

A buon intenditor poche parole

MBM

NO

Daniele Zoli, Modena

In qualsiasi democrazia il ruolo dei partiti e' fondamentale. Direi che sono parte integrante delle Istituzioni, ed allora come si fa a non finanziarli? (almeno in parte). Quindi da questo punto di vista ritengo necessario finanziarli con i soldi della collettivita' in modo regolamentato e trasparente, anche per togliere alibi alla necessita' dei finanziamenti privati che possono inquinare anche pesantemente l'azione dei partiti (vedi Tangentopoli). Dall'altra parte non mi fido piu' di questi partiti, o meglio, dei gruppi dirigenti di questi partiti. Per trent'anni ho dato il mio contributo ad un partito, ma ora non lo faccio piu', non perche' non sia giusto in linea di principio, ma perche' non condivido piu' la linea politica di quel partito su temi che ritengo fondamentali come quello della giustizia, e troppo spesso non capisco piu' cosa pensano "i partiti". Il mio e' quindi un no di protesta e credo che molti italiani la pensino come me.

Pierluigi Colomba

Favorevole? Contrario? Ma cosa importa cosa pensiamo noi cittadini se i nostri rappresentanti politici se ne fregano? Io comunque sono favorevole ad un finanziamento ai partiti che sia adeguato, magari nato da una nuova legge discussa anche con i cittadini... Sarebbe tanto difficile una cosa del genere? Cordiali saluti.

Giovanni Basciani

Salve, riguardo all'agomento in oggetto , credo che bisogna assolutamente

tenere in conto il pronunciamento popolare del referendum,altrimenti i

partiti perderanno sempre piu' in credibilita'. Ciao

Antonio TIRALONGO

Non sono assolutamente d'accordo anche perche' quando ho partecipato al

famoso referendum, pensavo, come penso ora, che i partiti dovrebbero

finanziarsi autonomamente con il tesseramento ed i contributi volontari;

riterrei, invece idonea la possibilita' di detrarre tali spese dalla

dichiarazione dei redditi. Grazie

Giuseppe Alu'

1 - La politica costa.

2 - Finanziamento privato: occorre evitare che solo alcuni privati facoltosi possano finanziare la politica che in tal modo sara' necessariamente a loro favorevole.

3 - Gli italiani hanno deciso che il sistema precedente di finanziamento non era (e giustamente) gradito.

4 - Rimane l'ipotesi di un diverso tipo di finanziamento "pubblico".

5 - Quando lo studente si trova in difficolta', allunga gli occhi e cerca di copiare dal vicino bravo: allunghiamo gli occhi e studiamo i sistemi di finanziamento adottati dai paesi a noi piu' vicini traendo spunto da loro: il problema e' di difficile soluzione, ma quella attuale degli anticipi su somme sconosciute e' sommamente ridicola, per non dire d'altro.

Claudio Baldan

Salve, certo che i partiti dovrebbero tener conto della scelte "imposte" dal referendum. Anche perche' senno' non si capisce davvero (in verita' si capisce fin troppo bene) perche' quando gli torna parlano di rispetto della volonta' degli elettori (vedi per esempio tutti i discorsi su ribaltoni e ribaltini) e quando non gli sconfinfera sono sempre tutti d'accordo a scovare vari stratagemmi conditi da definizioni autolegittimanti (rimborso spese elettorali). Sono sempre piu' convinto che i partiti debbono vivere dei finanziamenti da parte di privati e non contare affatto sui soldi pubblici. Un partito finanziato coi soldi pubblici diventa immediatamente come uno dei tanti odiati carrozzoni statali mentre un partito finanziato solo dai suoi sostenitori e' vera espressione di democrazia (semplifico il mio pensiero: se sei un movimento politico che va dicendo delle cose condivisibili trovi anche dei sostenitori, se dici delle baggianate o vai cercando solo di scaldare qualche sedia non ti finanzia nessuno). E' d

ifficile arrivarci e non e' detto che sia la soluzione migliore (non garantisce che non si formino i partiti-azienda per esempio). Saro' ingenuo ma un partito politico deve pensare al bene del paese e non a mere questioni di potere: la ricerca del controllo dei posti chiave e tutti gli sforzi per mantenere il potere acquisito portano alla corruzione. E' questo che costa... tutto il resto sono storie che ci raccontano e noi, come sempre, abbozziamo...Saluti

Celestino Ferraro

Se democrazia dev'essere che venga sovvenzionata. La carita' terza e' sempre pelosa. Preferisco sapere quello che mi costa la democrazia e non "fare il fesso per non andare alla guerra".

Michele Mariani

Sono profondamente indignato dalla manovra delle forze politiche per reperire fondi in favore del finanziamento pubblico dei partiti. Il tuo articolo, sul ministro VISCO, e' molto bello. Complimenti. Spero che questa linea non sia un caso sporadico da parte dell'Espresso, ma una informazione costante verso di noi "lettori" e cittadini. Grazie per quello che fate.

Enzo Debiasi, Mogliano Veneto

Il sistema democratico si regge, tra le differenti modalita' possibili, anche tramite dei contenitori "partiti" che raccolgono e rappresentano la volonta' dei cittadini. Il problema non deve essere demonizzato, ma

affrontato in termini pragmatici e moderni puntando piu' che ad erogare

contributi economici a garantire mezzi e servizi attraverso i quali i

partiti possano comunicare con i cittadini.

Per alcuni esempi si rinvia all'articolo scritto da Cassese sul Sole 24 ore qui allegato, ampiamente condiviso. Saluti e Buone Festivita' alla Redazione

Silvio Vadala'

Ritengo che il finanziamento dei partiti da parte dello Stato non sia

legittimo, pero' se si considera l'importanza e le funzioni dei partiti in un sistema politico come il nostro posso concepire una sorta di contribuzione alle funzioni svolte nell'interesse della collettivita', il punto e' come devono essere distribuite queste risorse ed in quale entita' potevo ritenere accettabile la scelta del singolo cittadino di destinare una percentuale delle tasse pagate ad un determinato partito, questa soluzione mi pareva quella meno in contrasto con il referendum con il quale il popolo italiano ha dichiarato inammissibile un finanziamento statale. qualsiasi altra strada che non tocchi il cittadino la ritengo ingiusta anticostituzione ed impercorribile spero che qualsiasi scelta venga fatta passi per l'opzione personale dei singoli cittadini in modo tale che essi possano porre in essere un controllo nei confronti dei partiti che da questo punto di vista non si consultano spesso con il proprio elettorato specialmente quello non tesserato.

Giosi Campanino, Napoli

In Italia leggi e referendum esistono solo per essere violati: e' il caso della legge conseguente al referendum sulla responsabilita' civile dei magistrati o quello sul finanziamento pubblico dei partiti. Cio' la dice lunga sulla correttezza della nostra classe politica... Quanto al finanziamento pubblico, tutto sommato, credo che sia meglio mantenerlo, non fossa'altro che per evitare che i partiti si rivolgano a fonti di "finanziamento parallelo" come e' stato per il passato. Certo e' che appare a dir poco grottesco che con il finanziamento pubblico dei partiti si possano dare quattrini ai "partiti azienda" come Forza

Italia che possono contare sul patrimonio di tycoon come Berlusconi, ovvero, come spesso accade in Italia, facendo piovere sul bagnato. E allora la soluzione sarebbe quella del dar quattrini a chi ne ha veramente bisogno per far politica. Ma come? Gradirei che a questa domanda rispondesse il forum. Cordialmente

Davide Petraz

Sostanzialmente no. Tralasciando il "problema" referendum ed il fatto che spesso e negata la volonta popolare, reputo corretto che i partiti prima di impegnarsi legislativamente a trovare una soluzione di comodo per occultare le loro inefficienze amministrative si impegnino a trasformare lo status giuridico dei partiti stessi. Meglio, i partiti ad oggi, come i sindacati (ma qual'e la differenza se consideriamo gli esempi di Marini, bertinotti ecc?) sono delle associazioni non riconosciute, conseguenzialmente non hanno alcun obbligo di bilancio e di sua pubblicita. Prima di discutere se sia corretto il finanziamento pubblico, privato o misto, modifichino il loro status giuridico, da ass. non riconosciute ad associazioni riconosciute cosicche sia possibile controllare come, dove e perche i soldi elargiti vengono spesi. A questo problema, di cui poco si discute ... penso sia da aggiungersi un altra questione distinta e collegata paritempo; la mancanza di volonta degli imprenditori o comunque dei finanziatori pr

ivati a palesare la loro scelta politica essendo in questo caso piu' difficile

giustificare "un ribaltone" e soprattutto piu dispendioso economicamente. In conclusione si pensi al caso del partito famiglia tanto caro alla ns amata Patria. Un saluto

Alessio Digiesi

Il rivendicato, da tutti i partiti, "Costo della Politica" mi sembra che contempli piu' un imbonimento pubblicitario che la formazione di coscienze libere. E' nel volontario, diretto e consapevole coinvolgimento personale dei cittadini che i partiti devono trovare la propria ragion d'essere nonche' le opportune risorse umane ed economiche.

Rossano Paroni

La credibilita' dei partiti e' ai minimi termini; la gente non ne puo' piu' ed ha gia' espresso chiaramente il rifiuto di continuare a finanziare istituzioni di privilegio e corruzione come sono stati e sono tuttora i partiti in Italia. Chi vuole fare politica SE LA PAGHI E NON PRETENDA SOLDI DAGLI ALTRI!!! Esistono un'infinita' di associazioni che si reggono (e molto meglio dei partiti) sul volontariato e sullagenerosita' dei singoli;perche' non dovrebbe essere cosi' anche per la politica? E comunque, non e' vergognoso cercare tutti i sistemi per aggirare la chiara volonta' referendaria?? Questa classe politica e' proprio cosi' avida da non v0ler prenderne atto ?? Un qualunque parlamentare o consigliere regionale o altro (mensili da 16 MILIONI in su) non puo' finanziare il partito che gli ha procurato prebende di tali rilevanza???? Classe politica, MOSTRA UN MINIMO DI PUDORE!!!

Ezio

Meglio il finanziamento lecito che illecito.

G.Mazza

Sono d'accordo sul fatto che la politica costi e che quindi i partiti debbano trovare una qualche formula di finanziamento, ma non comprendo perche' debbano essere finanziati dalla Stato. Ritengo che un modo piu' chiaro e trasparente sia che ogni partito si finanzi attraverso donazioni dei suoi aderenti e/o simpatizzanti e attraverso una moderna attivita' di vendita di prodotti (magliette, cappellini, ecc.) legati al suo "marchio".

Sergio Lo Turco, Monselice

Non sono d'accordo. I partitit devono tener conto delle volonta' espresse nell'apposito referendum.

Virgilio Michele

Sono molto favorevole ,a condizione che le regole siano certe e rispettate e vi sia trasparenza , garantita magari da una autorita' garante , assolutamente autonoma. I partiti sono uno strumento indispensabile di partecipazione democratica alla vita pubblica : tutto quello che e' successo in Italia nel recente passato , che va sotto il nome di prima repubblica , non deve essere fuorviante rispetto ai sani e fondamentali pricipi della democrazia . Anche li' , a mio modestissimo parere, e' una questione di informazione corretta e di .....educazione civile ! grazie per l'ospitalita', un affezionato abbonato all'Espresso

Giampiero Di Rico

Sono semplicemente contrario, anzi contrariato. Propongo un'iniziativa di legge che incentivi la rottamazione degli attuali

partiti. Saluti fraterni

Salvatore Regalbuto

Sono contrario. I partiti si facciano sostenere dagli iscritti o dai simpatizzanti.

Jhonny Stecchino

Sono favorevole , in parte, in quanto tale organizzazioni non possono vivere solamente di aria, dovremmo trovare pero' un modo, con una legge specifica e severa come esistono tuttora nei paesi piu' evoluti , eliminando cosi' o per lo meno (sperando) truffe e nuove corruzioni.

Francesco Paolo Brancato

A proposito io penso che ancora una volta la classe politica italiana ha dimostrato,in larga parte di non tenere in alcuna considerazione la volonta' degli elettori.Trovo molto grave preoccupante tutto cio' ,che se si somma ai recenti ribaltoni,cambi di partito,di scieramento contribuisce a creare una totale sfiducia del cittadino nei confronti dei politici e che ci portera' prestissimo a non andare piu' alle urne. Saluti

Tony Di Maio

a.. Assolutamente non condivido la nuova proposta dei politici di riprendersi i finanziamenti nonostante la bocciatura del '93.

b.. Perche' quei soldi che vogliono loro, non li danno a me? o ad un'altro o un'altro ancora?

c.. Se fanno politica, la devono fare con i loro soldi e i loro investimenti, visto che poi ne sono "ricompensati".

d.. I politici devono capire che in Italia ci sono persone che per pochi soldi cambierebbero la loro vita, tipo : gente che dorme per la strada o sotto i ponti o sui prati coprendosi di solo giornali.

e.. Fare politica o essere politico e' gia' un privilegio che non tutti vantano e se dicono che la loro e' una ideologia, che si autofinanzino e danno sfogo alle proprie idee. Saluti .......

Peppe

A parte il referendum che abrogava il finanziamento pubblico ai partiti , c'e' l'altro che abrogava la quota proporzionale in tutti e due i casi i partiti hanno aggirato la volonta' popolare . Questo e' un fatto gravissimo che ci convince ancora di piu' della inutilita' di questi partiti . Un cittadino molto arrabbiato

Nicola Portulano

E' giusto che una forma di finanziamento ai partiti ci sia. Il finanziamento deve essere chiaro e trasparente. Compreso il fatto che i partiti non devono anticipare il finanziamento che non hanno avuto.Inoltre penso che ogni cittadino dovrebbe essere piu' consapevole del finanziamento che sta concedendo ai partiti. Nel senso di poter sciegliere a quale partito o gruppo di partiti dare il finanziamento. Saluti

Giambattista Gessaga

Non sono d'accordo sul finanziamento pubblico dei partiti, se un partito vuole finanziarsi chieda ai propri iscritti

Sabino Gentili

Non sono d'accordo.

Loredana Bergo

Sono favorevole perche' non oso immaginare che cosa occulterebbero le segreterie per trovarlo, un finanziamento. Dico cio' ben ricordando la storia recente riguardo alle pratiche del finanziamento illecito. Pur con qualche riserva sul ravvedimento delle segreterie di partito, voglio sperare che la lezione di Tangentopoli abbia portato vento nuovo e nuove intenzioni. Sono anche favorevole a dare il mio quattro mille e che la cifra sia poi ripartita proporzionalmente; la formula e' probabilmente sbrigativa per chi, come me, non si e' ancora preso la briga di "farsi la tessera", ma crede che i partiti svolgano una funzione ineliminabile in un paese democratico. grazie.

W Esposito

NO!

Susanna Nocchi

A cosa e' servito il referendum, mi chiedo? Una volta che il popolo ha deciso, basta! Che si finanzino da soli quei ladri!

Primo Narcisi

L'abuso dell'istituto del referendum ha determinato notevoli danni all'Italia e i colpevoli li conosciamo. Spesso gli italiani hanno votato i referendum non in base a convincimento personale ma sotto l'ondata mass-mediale del momento. Il finanziamento pubblico dei partiti e' necessario perche' se fosse negato, con l'andar del tempo si costituirebbero solo partiti fondati sul denaro. Si costituirebbe un mercato dei partiti col risultato che sopravviverebbe solo il partito che ha piu' denaro (finanziato magari da stranieri). Al posto delle ideologie ci sarebbero le danarologie.

Enrico Angelini

NO !

Carmelo Pappalardo

Solo quando i partiti si occuperanno veramente di politica dovranno essere finanziati.

Chiocciola

Non e' giusto continuare come prima.

nikos

Mi sembra un po demagogica la posizione di dipietro riguardo il finanziamento pubblico dei partiti, tutti sanno benissimo che i partiti costano ed e' meglio che vengano sovenzionati con soldi pubblici e non da privati ...

Fabio Nelzi

fabio.nelzi@torino.ALPcom.it (fnelzi)

Personalmente ritengo che un rimborso legato al numero di voti possa andare bene.

Pero' una barriera del 5 % e' necessaria, chi non supera il 5 % non prende niente.

Ricter

NO. Considero i partiti con gli stessi diritti e doveri di una azienda dove qualsiasi fonte di entrata espea in uscita deve essere documentata con la massima trasparenza. I dipendenti debbono sottostare alle leggi del lavoro. Il finanziamento che lo stato deve contribuire e' la partecipazione gratuita a dibattiti televisivi con moderatori scelti dal garante e giornalisti interroganti, da effettuarsi almeno una volta alla settimana e in prima serata su reti pubbliche e private nazionali. Altro finanziamento a carico dello Stato, la spesa una volta ogni legislatura, per i congressi che i partiti debbono fare Contributo per il giornale di partito, purche' raggiunga un certo numero di copie. Manifesti con l'On che accarezza la testa di un bambino o che stringe la mano deforme di un bracciante e altro debbono essere a carico del partito.

Famauri

Io sono assolutamente favorevole al finanziamento pubblico, tutto pubblico. Mi sembra che sia l'unico sistema civile: se no vorrebbe dire che solo i partiti ricchi (cioe' la destra) sarebbero favoriti. Il referendum era stato esposto male e reclamizzato peggio. Mi e' sembrato un festival del qualunquismo. E' chiaro che se si chiede alla "gente": vuoi che i partiti ladri ti sfilino i quattrini dalle tasche, la risposta non puo' essere che un bel no. Ormai il guaio e' fatto... Magari si potrebbe escludere dal finanziamento i partiti che si sono costituiti (o inventati) dopo le ultime elezioni politiche. E porre uno sbarramento ad almeno un 5% di voti. Ma il problema resta: come ritrovare un sistema civile di finanziamento? Io lo pagherei con le tasse - volentieri forse sarebbe un termine eccessivo, ma diciamo che lo riterrei un mio dovere... come invece mi guardo bene dal dare il 4 per mille alla Chiesa. Perche' non darlo, questo 4 per mille, ad una fondazione (o simili, dello Stato) che si prenda carico degli

immigrati? Mi sembra che ne avrebbero un bisogno ben maggiore!

Paolo Sudati

Certo che sono favorevole, la democrazia costa, la democrazia rappresentativa richiede parita' di opportunita' e mezzi, non si puo' fronteggiare un riccone pelato e con un sacco di media a disposizione con le noccioline. Il problema e' nelle norme e nella loro reale applicabilita'. Se non si sradica la convinzione che comunque si puo' farla franca, la corruzione e il finanziamento occulto continueranno ad imperare; ma se si tolgono possibilita' e risorse ad eventuali candidati o movimenti seri onesti e rispettosi delle regole, allora resta soltanto il Far West.

Luciano Massetti

Mi pare che il nostro parere lo abbiamo gia' espresso tempo fa. Comunque, sono assolutamente contrario al finanziamento pubblico ai partiti in qualsiasi forma, piu' o meno palese, esso si esprima.

E poi non si meraviglino i politici della disaffezione dei cittadini che non vanno piu' a votare.

Bene a fatto FINI a dire che lui e' disposto a ridare quello che non era dovuto; ma non aspetti gli altri. Dia il buon esempio.

Bravissimi; ma qualcuno ci stara' ad ascoltare ?

Marco G, Ravenna

Il finanziamento pubblico ai partiti? ma non era stato referendato !!! si lo sanno tutti ma, molti di questi, dimenticano e cosi' ora sembra sia necessario ridiscutere la cosa !. Boh, giunti a questo punto, ritengo il popolo italiano (con la "i" minuscola) un branco di pecore cui devono la propria sopravvivenza a qualche "caprone" che a Roma a messo su casa !!!. Complimenti vivissimi a questi caproni, sono davvero furbi nonche" ovviamente "ladri" relativamente al finanziamento pubblico ai partiti... e non solo per questo. vorrei fargli provare l'"ebbrezza" di vivere con 1.800.000 lire di stipendio. grazie per lo spazio concesso.

Antonio Sarno

antonio.sarno@stream.it

Penso che non sia corretto nei confronti del popolo, che gia' ha espresso il parere contrario al finanziamento dei partiti rimettere di nuovo in gioco tutto. Sopratutto quando il popolo gia' e' costretto a subire una pressione fiscale molto elevata. Sopratutto quando il tasso di disoccupazione e' molto alto. Non mi sembra giusto.

Carlo Alessandro Garis

Si sono favorevole

Ing. Marco Pace, Roma

Credo che il recente dibattito sul finanziamento pubblico ai partiti e' stato infarcito di vecchia demagogia e ipocrisia, proprio da coloro che si spacciano invece come portatori di nuovi "valori". Dal punto di vista concettuale, ritengo che un giusto finanziamento debba avere molteplici fonti, perche' i partiti rappresentano l'intersezione di molteplici interessi. E' quindi indispensabile che ci siano i versamenti dei simpatizzanti, cosi' come e' importante che ci sia il contributo dal mondo dell'imprenditoria. C'e', ed e' esemplare che ci sia, l'autofinanziamento da parte dei parlamentari stessi (non tutti

sanno che, in quasi tutti i partiti, i parlamentari versano alle casse del partito una fetta rilevante del proprio stipendio). Mi sembra anche giusto che ci sia un contributo direttamente dallo Stato, perche' l'attivita' parlametare e' al servizio della collettivita' (cosi' come lo e' la stampa, che mi risulta godere anch'essa di finanziamenti pubblici). Tutte le fonti citate, piu' possibili altre, devono quindi considerarsi compatibili tra loro. Anzi e' auspicabile che la copertura finanziaria sia il piu' possibile equilibrata ed eterogenea: un partito finanziato quasi esclusivamente da un potente gruppo industriale, sara' una propaggine del suo consiglio d'amministrazione. Un movimento che si finanzia solo con il tesseramento sarç schiavo di fare sempre una politica populista, messianica, mass-medianica; sappiamo invece che la politica necessita anche di momenti piu' cauti, piu' profondi, e in definitiva piu' costruttivi. E in questi momenti, dove trovi i soldi ?

A questo punto qualcuno potrebbe far presente il risultato del referendum del '93. Confesso che anch'io votai contro i soldi pubblici ai partiti, ma nessuno puo' negare che, in quell'occasione, il giudizio di noi italiani fu influenzato pesantemente dai fatti di Tangentopoli. Sono sicuro che una migliore informazione, che non sia solo demagogica, renderebbe piu' chiaro agli italiani il valore strategico della politica (di quella libera), e quindi le buone ragioni per finanziarla.

Massimo Gabrielli

Io personalmente sono favorevole al finanziamento pubblico dei partiti, per evitare che la politica diventi monopolio di chi ha le possibilita' economiche di autofinanziarsi. Ritengo pero' che, fintanto che non ci sara' una diversa espressione della volonta' popolare, occorra tenere in considerazione l'esito del referendum abrogativo e quindi sospendere il finanziamento pubblico.

Egisto Nardi

Il finanziamento dovrebbe assicurare un minimo vitale e per questo e' gia' previsto il rimborso elettorale. Altri finanziamenti pubblici non dovrebbero esistere. I partiti potrebbero autofinanziarsi con versamenti volontari dei cittadini che dovrebbero, a loro volta, poterli detrarre dalle tasse.

Francesco Cali'

Scomparsi i partiti di massa e ridottosi il voto d'appartenenza, i partiti debbono trarre le opportune fonti di finanziamento dalla fiscalita' generale: e' il prezzo da pagare per vivere in democrazia. Investire la popolazione del problema tramite referendum e' stato un errore, in ispecie considerata l'associazione "partito=politica sporca" che nell'opinone pubblica era e resta prevalente dopo tangentopoli. Sono curioso di conoscere opinioni diverse.

AL

Sono favorevole alla detraibilita' fiscale dei contributi a movimenti politici, partiti, candidati, purche' alla luce del sole (liste pubbliche) e con un tetto massimo. La soluzione del quattro per mille od altre peggiori sono espressione della distanza tra i partiti e la societa' civile ("piove, governo ladro!"). Il finanziamento sulla base dei voti ricevuti lascia perplessi: si tratta di una cifra prefissata per ogni voto validamente espresso o di una quota complessiva da dividersi proporzionalmente ai voti ricevuti? Non e' questione da poco; con il primo sistema i partiti prendono meno soldi se l' astensionismo (e quindi la sfiducia nei loro confronti) cresce, con il secondo i soldi da dividersi sono sempre gli stessi (e quindi, chi se ne frega dell'

astensionismo?). Cordiali saluti.

Amato Marchei, Roma

Il finanziamento pubblico ai partiti.

I privilegi di chi opera in politica sono noti a tutti i cittadini, anche

coloro che hanno una bassa scolarita' capiscono tutti i vantaggi legati ad

un'attivita' cosi' pregna di benefit.

Il contributo ai partiti in una societa' civile e libera quale vantiamo di

essere, deve essere di tipo: libero, trasparente e su base di assoluta

volontarieta' per il gruppo che si intende sostenere.

Ogni altra forma e' un abuso e tali abusi hanno superato ogni limite, il

cittadino e' stanco di essere tartassato dalle tasse, e' stanco di devolvere

oltre il 50% del proprio reddito a pochi privilegiati che non fanno altro

che accumulare ricchezza senza fare nulla di concreto per migliorare le

cose, ma solo pensando a strategie che permettano di lievitare il proprio

potere.

Il non voto di questi giorni e' un esempio eclatante, tutti hanno capito

tranne i politici che aspettano l'inevitabile per porre rimedio a tutti i

mali che essi stessi hanno procurato attraverso soprusi decennali, e nel

frattempo ci ritroviamo con dei governanti votati a maggioranza da 3

italiani su dieci, perche' 5 italiani su 10, come sapete, non hanno votato.

E' cosi' elementare, per iniziare a tagliare la spesa pubblica ad esempio,

decidere che da oggi, abrogando qualsiasi legge precedente, si vota ogni 4

anni, per le politiche, le amministrative, le europee, i referendum, in

un'unica sessione; e' veramente cosi difficile prendere una decisione del

genere! Solo attraverso questa azioni si risparmierebbero migliaia di

miliardi.

Ma sordi ad ogni ragione, continuano a parlare di nuovo di taglio alle

pensioni, come se fosse l'unica panacea a tutti i mali dell'Italia, non e'

sorprendente?

Gli italiani, per esercitare la loro sovranita', sono costretti a ricorrere

ai referendum ed il mestiere di questi politi i'capaciî e' quello di

riproporre nuove leggi per annullare l'effetto referendum, bisognerebbe

vergognarsi, e allora non ci lamentiamo se continuiamo ad essere il paese

della cuccagna, dove centinaia di immigrati da tutto il mondo approdano

sulle nostre coste ogni giorno,

dove nonostante tutte le denunce ogni male sbattuto in prima pagina in

questi ultimi anni continua ad essere irrisolto, e si gonfiano solo perche'

ora riescono a ritornarci un 60% di una gabella che si era aggiunta alle

tante altre.

Sono un sociologo che avrebbe molto da dire, ma non preoccupatevi, non

faccio parte di nessuna casta e quindi non mi sara' mai possibile far

conoscere il mio pensiero, che e' quello di un buon 70% della popolazione: e'

il pensiero dell'uomo della strada, che i nostri uomini politici non

conoscono affatto.

PIERO CATOCCI (SEGR. SPI-CGIL COMP.FI.)

SONO ASSOLUTAMENTE CONVINTO CHE L'ATTIVITA' POLITICA DEBBA ESSERE FINANZIATA DAI CITTADINI PER ASSICURARE IL MASSIMO DI "PAR CONDICIO" TRA LE FORZE CHE SI CONTENDONO IL GOVERNO A TUTTI I LIVELLI. SI TRATTA DI UNA PRECONDIZIONE PER UNA DEMOCRAZIA EFFETTIVA. ALTRO DISCORSO RIGUARDA LA LEGGE ATTUALE SULLA MATERIA CHE, CON TUTTA EVIDENZA, FINISCE PER ESAUTORARE I CITTADINI STESSI DA OGNI POSSIBILITA' D'INDIRIZZO DISTRIBUENDO, DI FATTO, DENARI A PIOGGIA. PER QUANTO NE SO, LE MODIFICHE IN DISCUSSIONE (CHE PREVODONO RIMBORSI PER SPESE ELETTORALI COLLEGATI AI VOTI OTTENUTI) POTREBBERO COSTITUIRE LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA. IN OGNI CASO, MEGLIO UNA LEGGE DISCUTIBILE DI FINANZIAMENTO CHE NESSUN FINANZIAMENTO PUBBLICO CHE CONSEGNEREBBE LA POLITICA SOLAMENTE NELLE MANI DEI SOGGETTI ECONOMICAMENTE FORTI. CORDIALI SALUTI.

Ciaosdr@aol.com

Altro che finanziamento, i ragazzi, coloro che si troveranno a pagare le

conseguenze nel futuro , dovrebbero chiedere i danni!

Dalla Germania

Guarise@t-online.de (Ihr Name)

Si

Guarise@t-online.de (Ihr Name)

Si

Annovazzi Maria Teresa

Non sono favorevole al finanziamento pubblico indistinto dei partiti.

Ritengo giusto che ogni elettore, se vuole, in modo chiaro, finanzi il suo partito e che il finanziamento possa essere dedotto dalle imposte.

Vittorio Volpi di Ancona

Occorre una legge sul finanziamento pubblico che favorisca il rapporto diretto cittadini-partiti.

Come avviene per raccolta delle firme per indire un referendum, si approvi una legge che detti le norme per la raccolta delle sottoscrizioni finanziarie (in piazze, in assemblee pubbliche, a domicilio).

Il Parlamento approvando una norma con questi contemuti e finalita', avrebbe realizzato una vera legge per il FINANZIAMENTO DEMOCRATICO DEI PARTITI.

beppe cremonesi

si sono favorevole altrimenti la politica la puo' fare solamente la gente ricca.

Molteni Rogiero

brontolo@netvallee.it

NO non sono d'accordo per il finanziamento pubblico, avendo votato contro nel REFERENDUM disatteso completamente da tutta la classe politica (forse si salva solo Fini, sempre se quello che dice e' vero e non solo un metodo per cavalcare il mal contento).

Grazie per lo sfogo

S.Guccione

Fabfarin@aol.com

In osservanza al risultato del referendum non si puo' scroccare soldi senza

almeno arrossire un pochino. Se senza soldi non possono andare avanti, questa

e' la scusa, che cambinomestiere.

Gianluca SALVATO

Cari navigatori,

Scrivo queste poche righe per esprimere il mio sdegno e per ribadire il

concetto che chi sta nella stanza dei bottoni tende ad accaparrarsi il

possibile e l'impossibile.

Come tutti sappiamo, nel 1993 siamo finalmente riusciti a chiudere il

rubinetto dei finanziamenti (leciti) ai partiti, per quelli illeciti e' un po' piu' difficile

(ma la speranza e' sempre l'ultima a morire, prima muoiono i poveracci

come noi). Passano pochi miserabili anni e gia' tentano di riproporci

questa assurda pantomima? E' indecoroso! E non venitemi a parlare, come

ha fatto quel politico di cui non ricordo il nome, del fatto che il

referendum serve soltanto ad abrogare delle leggi, perche' so benissimo

lo spirito di quel pronuncia- mento che espressi alle 6 del mattino di

cinque anni fa (venivo dalla discoteca).

Non possiamo girarci e rigirarci le leggi come ci fa piu' comodo,

altrimenti la democrazia va a farsi benedire.

A quel politico e a tutti quelli favorevoli alla reintroduzione del

finanziamento pubblico ai partiti (a Marini in primis) dico soltanto

V E R G O G N A !!!!!!!

M.Luisa Primavera

NO!!!!!! non sono favorevole poche' se i partiti vogliono esistere

devono mantenersi da soli. Sarebbe meglio usare questi soldi per cose piu' utili per gli

Italiani, vedi gli ospedali,le scuole ecc...

Enzo Donato

Non potremmo finanziare i partiti con 8x1000 sulla dichiarazione dei

redditi...

potrebbe sembrare polemica, ma i partiti devono essere finanziati (se no

si finanziano da soli). un saluto ed un augurio dalle Eolie.

"GiJachia"

contrario al finanziamento pubblico dei partiti

Flaviano Livio

cxconsul@tin.it

Salve, sono Flaviano Livio, abito a GambolU (PV) e vorrei nuovamente

esprimermi contro il Finanziamento Pubblico ai .. Partiti come giç nello

scorso Referendum.Un NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!! Questi Individui

cosiddetti POLITICI la devono smettere di sperperare il Denaro dei Contribuenti per

i LORO intrallazzi.Finanziarli significa, ancora una volta, andre contro il

VOLERE di coloro che ESSI dicono di rappresentare....Ma quale

...RAPPRESENTARE!

E' manifesto ed evidente come i cosiddetti ONOREVOLI lo sono diventati

solo grazie a Giochi di Potere e Clientelismo nato e sviluppatosi in 50 anni

di, dire MALGOVERNO E eufemistico,.... lasciamo perdere ....

Se E vero che : Una Volta Toccato il Fondo,... Qualcuno te lo abbassa

ulteriormente, oggi, oltre alla NAUSEA da CALCIO e POLITICA, grazie anche

all'editoria che pone ogni cosa sotto l'egida dello Scoop e dello Scandalo,

la Gente comune non ha proprio pi&Mac249; niente da credere...., finchE si puU vedere

Mike Bongiorno, la Parietti e Novantesimo Minuto... va tutto bene.

Non so voi, ma Io .. mi sono proprio .... stufato.

Grazie per l'Attenzione.

Giuliana Agata Garigali

sono assolutamente contrario. Il finanziamento pubblico serve solo a

finanziare un ammasso di burocrati e di culi di piombo. vergogna!!!

Alessia passero

non sono favorevole in quanto c'e' stato un referendum che ha abolito il

finanziamento pubblico e che, come al solito, si cerca di disattendere.

i partiti devono autofinanziarsi tramite tesseramento e altre iniziative

che non siano la corruzione.

certo, e' piu' faticoso e difficile, ma segnerebbe sicuramente una svolta nel

modo di interpretare la politica.

Cristiano De Lucrezia

Non voglio essere ipocrita. Un partito e' un organizzazione di cittadini

che aspira a governare la nazione (si puo' dire nazione anche se si e'

di sinistra? "Paese" mi pare una cosa da duemila abitanti...).

Un'organizzazione deve vivere, e vivere bene, nell'interesse dei

cittadini che rappresenta. Le persone dedite ad essa a tempo pieno

devono mantenere la famiglia ed avere un tenore di vita dignitoso. Il

partito finanzia iniziative, e se vuole governare deve far conoscere le

proprie idee a tutti. Deve essere indipendente e incorruttibile. Cose

che costano. In tutto il mondo.

Il problema e' che il partito e' di chi lo forma e lo sostiene. Quindi

no ai finanziamenti "automatici" (quattro per mille, rimborsi per

campagne elettorali, eccetera) e si' alla responsabilizzazione dei

cittadini nella vita politica. Occorre mettere un freno allo Stato

paternalista, che ti dice: "non preoccuparti, penso a tutto io", e

iniziare a pagare la politica di tasca propria (come e' inevitabile), ma

con consapevolezza. Se si vuole mandare il proprio partito al governo,

una mano sulla coscienza (civile) e l'altra sul portafoglio. Altrimenti

rimaniamo vittime della nostra stessa identita' italiota che ci fa da

una parte dichiarere di non essere interessati alla politica, che "tanto

magnano tutti", e dall'altra mettere prosciutto su occhi e orecchie.

Chi pensa che togliere il finanziamento pubblico ai partiti significhi

un 740 piu' leggero, con me sbaglia indirizzo.

Bordicchia Engineering s.r.l.

no

Carlo Spagnolo

Discussione oziosa: con uno strumento di democrazia diretta gli italiano

hanno detto no al finanziamento pubblico dei Partiti. La reintroduzione

si inquadra nell'attuale contesto di negazione dello Stato di diritto.

domenico dori

Il finanziamento pubblico alla politica e' un fatto di trasparenza e di democrazia. L'attuale sfiducia ai partiti e al finanziamento non significa negare risorse finanziarie alla politica, che deve essere sorretta dal contributo pubblico creando (e qui mi sembra che manchi e la fantasia e la volonta') nuove forme di finanziamento che vadano effettivamente per la politica e non per i partiti o ai privati.

Mimmo

Gabriele Stevanato, Mestre, Venezia

penso sia giusto esaudire i desideri del popolo espressi tramite il referendum del '93. I partiti devono farsi finanziare da chi desidera finanziarli e pubblicare l'elenco dei finanziatori con i relativi importi si potrebbe cosi' capire perche' alcune volte i nostri parlamentari o il nostro governo prende decisioni che ai piu' sembrano inconcepibili.

Grazie per lo spazio concessomi.

Tullii Claudio

Si sono favorevole al finanziamento dei partiti, a certe condizioni:

1) bilanci trasparenti e veritieri;

2) pochi soldi (sostegno piu' corposo a quei partiti che "risparmiano" anno

dopo anno);

3) sostegno fiscale alle attivita' di partito;

4) espulsione immediata (o sospensione) di tutti gli inquisiti per

qualsiasi reato (accordo scritto di TUTTI i partiti su questo punto);

5) nomina, da parte dei due Presidenti delle Camere, di una Commissione di

controllo;

A queste condizioni si DEVONO finanziare i partiti e i movimenti con una

certa rilevanza sociale (non solamente i partiti che hanno degli eletti

alle Camere).

Grazie.

Juanito Patrone

mio modestissimo parere il finanziamento pubblico dei partiti non e' di per se' cosa scandalosa, ma scandaloso e' il modo con cui e' stato amministrato in italia; potrebbe invece essere agganciato ad una dichiarazione da fare dal simpatizzante al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, ma soprattutto legato a sistemi di controllo della trasparenza dei bilanci dei partiti da parte di societa' all'uopo preventivamente individuate (tipo societa' di revisione);

l'attuale sistema comunque e' ridicolo.

Gabriele Esposito

Sono dell'idea che sia giusto finanziare i partiti che devono essere

il momento di raccordo fra i cittadini e le istituzioni. Il fatto che

i partiti siano stati al centro di corruzioni e malgoverno non significa

che di essi si possa o si debba fare a meno.Occorre che il sistema sia

organizzato in modo da rendere sempre piu' difficili episodi di

malcostume ma i partiti sono fondamentali per un corretto funzionamento

della democrazia. Senza i partiti,come si selezionera' il personale poli-

tico? Con le lobbys? No, grazie. Meglio i partiti che possono essere

giudicati dagli elettori ed eventualmente puniti.In molti argomenti

usati contro il finanziamento pubblico dei partiti vedo spesso

qualunquismo.

michele

premetto subito che sono favorevole al finanziamento dei partiti

purche' sia trasparente l'uso che poi se ne fa'. Tuttavia non possiamo non tener conto di quello che e' stato deciso dal corpo

referendario il quale, si e' chiaramente espresso per un rifiuto del finanziamento dei partiti nella politica Italiana, e questo deve

essere tenuto in considerazione.

Marco Jarach

contrario

Danilo Janno

Ritengo vergognoso il comportamento dei partiti che pretendono di essere finanziati con denaro del contribuente ignorando del tutto gli esiti dei referendum.

Se vogliono matenere i loro apparati procedano ad una tassazione dei loro parlamentari (nazionali ed europei), senatori, consiglieri regionali, provinciali e via elencando che gia' ricevono compensi sproporzionatamente alti rispetto al loro lavoro e valore.

Luciano Avogadri

Sono favorevole. La domanda e' comunque posta in modo capzioso (come immagino voi sappiate

bene). Saluti.

Luca Ace Ventura

Sono assolutamente contrario, per alcuni motivi:

1- una questione di principio come quella evidenziata dal referendum del

1993 (vinto dai si' con una maggioranza "risicata" dell'87% circa, mi

pare), non puo' essere calpestata in questa maniera arrogante, degna

della peggior prima repubblica.

2- e' ovvio che non avra' mai fine la frammentazione dei partiti, dato

che chiunque costituisce un nuovo partitucolo (es. Cossiga), avra' (con

una modifica, che gia' si prospetta annuale, della legge sul

finanziamento) la sua parte di torta.

3- trovo che sia ingiusto e disonesto che i partiti godano di un

finaziamento "anticipato" e per di piu' non giustificato da dati

attendibili, visto che lo stesso ministro Visco ha ammesso di non essere

in grado di fornirne.

L'unica soluzione al problema del finanziamento della politica, che

indubbiamente ha un costo, e' sotto gli occhi di tutti: fare come fa il

partito Radicale da anni, cioe' chiedere i soldi direttamente ai

cittadini.

Nota: non sono d'accordo con la premessa del forum di Repubblica sul

fatto che siano state sollevate "le proteste di molti organi di stampa";

personalmente ho notato il silenzio o i mormorii (notizie e commenti

sulla faccenda piuttosto nascosti e scarni) di molti organi di stampa;

in ogni caso, non c'e' stata sicuramente una campagna di stampa

anti-finanziamento come si vuol dare ad intendere.

Belli Eugenio

Ritengo assolutamente indispensabile il finanziamento pubblico ai partiti ,

ovviamente con trasparenza etc , bilanci certificati .

Il fatto che ci sia stato un referendum abrogativo ( votai contro ) non ci

deve impedire di ragionare . Anzi gia' che ci siamo : a quando una profonda

revisione del referendum per impedire operazioni demagogiche , strumentali ?

Il mondo mediatico che sempre piu' si sviluppa consente di disinformare e

quindi spingere a votare senza cognizione di causa .

Saluti

Eugenio Belli +0571/998999 , fax +0571/993366 , email e.belli@leonet.it

PAOLO SCIASCIA

Ma siamo seri. Abbiamo fatto un referendum che lo abrogava e i soliti

partiti dalla finestra tentano di riprendersi quello che il popolo ha loro

tolto.

Mariapia

NO . NO . NO !!!!!!!!!

Pino Occhio

Bisogna fare rispettare la volonta' del popolo con il referendum fatto.

No al finanziamento

Luigi Ferrari

Sono contrario anche al nuovo disegno di legge che prevede il pagamento

di 4000 lire per tutti, neonati compresi.

Essendo i partiti una associazione privata, debbono essere sostenuti dai

loro iscritti. Se questi ultimi poi sono in calo, ci sara` bene una ragione.

Spero che dopo una salutare autocritica , si mettano finalmente a

portare avanti gli interessi degli iscritti cosa che purtroppo

generalmente non avviene piu`

Cordiali saluti

Giuseppe Palmiero

Craxi and brothers: go and stay in Tunisia !!!

(Consiglio elargito affinche' possano curarsi adeguatamente, come fanno tutti coloro che, stando in Italia, hanno bisogno di cure mediche specialistiche di alto livello professionale).

Pensiero suscitato in me dalla visione su RAI 2 di facce orrende di archeosocialisti degli anni '80.

ORRORE !! VADE RETRO !!

 
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