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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 6 gennaio 1999
IL FISCO E L'ALIBI DEI "PATTI"
da IL SOLE 24 ORE, mercoledi' 6 Gennaio 1999

di Enrico De Mita

La concertazione con le singole categorie e l'inseguimento affannoso delle moderne tecniche informatiche sono gli elementi che sorreggono la cosiddetta riforma del fisco, ogni giorno enfatizzata dai comunicati del ministero. Il risultato che si produce nel sistema, per effetto della concertazione, e' il diverso modo di trattare le categorie in base alla loro forza organizzativa e alla loro presunta capacita' di operare tecnicamente. Ai cittadini non compresi nel campo dei soggetti organizzati, anche dal punto di vista dei nuovi strumenti informatici, il ministero parla con continui appelli di sapore propagandistico che vanno dalla promessa di ridurre o rateizzare le imposte, alla esaltazione dello statuto del contribuente (una manciata di principi che dovrebbero essere applicati anche senza statuto) alla figura del Garante, del tutto inutile rispetto a una amministrazione che fosse davvero imparziale come la Costituzione vuole.

La carenza di rapporti fondati sulla politica e sulle istituzioni viene dunque colmata dalla concertazione e dalla propaganda. Ma, come ha dimostrato in questi giorni anche il Centro studi dell'Associazione artigiani di Mestre, nel campo della semplificazione ogni giorno si fa un passo avanti e uno indietro: le novita' legislative sono un vero rompicapo, l'elenco degli adempimenti fiscali e' chilometrico. Mentre lo statuto del contribuente promette leggi scritte non piu' nel linguaggio burocratese, la rivisitazione annuale dell'ordinamento tributario, fatta con le leggi finanziarie, si fonda su quel linguaggio e su quella tecnica odiosa fatta di modifiche di articoli, totali o parziali, di rinvii a decreti piu' o meno convertiti, su deleghe fatte di genericita'. Il potere del ministero che legifera nella concertazione con le categorie sulla testa del Parlamento diventa sempre piu' incontrollato. E le diseguaglianze si moltiplicano all'infinito. Nella politica tributaria la denuncia di Diamanti trova la confe

rma piu' puntuale. Ma c'e' un profilo che e' il piu' preoccupante di tutti: l'assenza della critica politica e culturale. I soggetti si muovono solo sotto la spinta di interessi particolari: i lavoratori autonomi, senza tutela sindacale, alle prese con l'Irap; le grandi e piccole imprese, che anche rispetto all'Irap hanno problemi diversi; i lavoratori dipendenti che hanno i propri sindacati per la riduzione delle aliquote che li riguardano; le diverse categorie di risparmiatori che si vedono discriminate nella persistente varieta' di aliquote per i redditi di capitale. Il Governo tratta con tutti. La parita' non esiste. Ma e' spenta anche la critica dottrinale. La saggistica in materia tributaria, sia quella scientifica che quella divulgativa (con qualche eccezione) e' pressoche' muta.

E' augurabile che la prospettiva europea ci metta in condizione di fare una comparazione con gli altri Paesi, con le loro amministrazioni, con i loro schemi impositivi sia delle societa' che delle persone fisiche, anche nella forma della famiglia, con la parita' di trattamento rispetto alle novita' dovute alla informatica, al trattamento dei professionisti e della loro possibilita' di organizzarsi in societa'. Tutti questi problemi sono da noi sul tappeto in modo disorganico e non possono essere risolti con la concertazione discriminante, ma solo con un Governo che abbia una sua lucida razionalita'. Prima ancora di cercare noi la soluzione ardua al problema dell'armonizzazione fiscale, dobbiamo cercare di metterci all'altezza di un fisco razionale e moderno guardando a cio' che avviene nei Paesi piu' progrediti della Comunita' come la Germania e la Francia, rispetto alla burocrazia e al rispetto di regole non discriminanti. Forse il Governo non puo' fare di piu', prima delle prossime scadenze istituzionali.

Ma la cultura si': il mondo delle universita' e dei professionisti, alla fine il mondo della cultura politica, non puo' pensare che i problemi del fisco nella novita' europea siano decisi da poche persone che non fanno i conti con la politica e le istituzioni.

 
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