Un'intervista all'esponente radicale sul prossimo numero di 'Nuova Antologia' Riserbo assoluto sulla eventuale candidatura al Quirinale
ROMA -(Adnkronos)- Nonostante la nascita di un autorevole comitato di sponsor che vorrebbero farla eleggere al Quirinale, Emma Bonino sembra coltivare il desiderio di continuare l'esperienza presso l'Unione europea. L'esponente radicale, che l'''Economist'' ha definito il commissario europeo del futuro, lo afferma chiaramente in un'intervista che apparira' sul prossimo numero del periodico ''Nuova Antologia'', fondato da Giovanni Spadolini e diretto da Cosimo Ceccuti. ''Come ho avuto occasione di dire, non sono cosi' ipocrita da dichiararmi indifferente o disinteressata -afferma Emma Bonino- di fronte all'ipotesi di continuare un'esperienza che e' stata e continua a essere per me importantissima, in cui ho profuso tutte le energie di cui dispongo. Continuare? La decisione non dipende da me''.
Se sulla sua eventuale candidatura alla presidenza della Repubblica preferisce mantenere un rigoroso riserbo, Emma Bonino non evita di dire la sua sul rapporto tra donne e istituzioni. ''La questione che mi pongo e che mi viene posta e': noi donne siamo migliori nell'esercizio del potere? Difficile dirlo. Io non l'ho mai pensato. Penso piuttosto che non sia sufficiente appartenere a una categoria discriminata -donne, extracomunitari, omosessuali- per essere migliori''.
Il fatto di essere stata nominata quattro anni fa dal governo Berlusconi non ha creato al commissario europeo agli aiuti umanitari difficolta' con i successivi governi. ''Nessuno -ha detto- mi ha contestato la nomina come una sorta di peccato originale. Ho collaborato con le autorita' italiane, e continuo a farlo, in un clima di grande lealta'''.
Invitata da ''Nuova Antologia'' ad indicare, in un'ottica europea, alcune tra i piu' gravi problemi dell'Italia, Emma Bonino si e' limitata farne presente uno solo, ''il vero fondamentale problema del nostro Paese: l'instabilita' politica''. O meglio l'assenza di meccanismi elettorali ed istituzionali che consentano la formazione di maggioranze solide e destinate a durare nel tempo. A causa di questa che puo' essere una fragilita' istituzionale, l'Italia rischia di dare ''l'immagine di un paese contraddittorio, con grandi energie e potenzialita', capace di imprevedibili exploit ma al tempo stesso incostante e non sempre affidabile''.